lunedì 31 gennaio 2022
Jaguar F-Pace, viaggiare ovunque in prima classe
La Jaguar F-Pace è il SUV più grande della gamma della Casa britannica e si posiziona leggermente più in alto rispetto alla E-Pace, che è più corta di 35 cm e costa circa 15.000 euro in meno. Con 4,75 metri lunghezza non è l'auto più adatta ai contesti urbani, anche se è molto maneggevole e ha un'ottima visibilità. Certamente è una prima auto, per tutta la famiglia, ma può anche essere una vettura di rappresentanza; la comodità, in ogni caso, non manca e i viaggi sono sempre un piacere. Il design riprende quello della sportiva F-Type, a cui si aggiungono i dettagli dei proiettori simili alle berline XE e XF, così come la grande bocca frontale. Globalmente le forme sono molto pulite e non fanno mai sembrare massiccia unauto che è larga quasi 2 metri. Dal posto guida della Jaguar F-Pace si apprezza la strumentazione è completamente digitale e lo schermo dell'infotainment al centro della plancia da 12,3 pollici; il software è ricco di funzionalità ma per gestirle bene tutte ci vuole un po' di abitudine. Parlando invece di spazio, i sedili anteriori sono ben distanziati, comodi e ampiamente regolabili; anche al posteriore la volumetria è generosa, tanto che pure l'eventuale terzo passeggero centrale sta comodo. Il bagagliaio ha una capienza di 650 litri, una forma molto regolare e il pavimento basso e a filo con la soglia, tra l'altro illuminata coi led. Continua su GQ
sabato 29 gennaio 2022
Mercato auto Europa 2021: la pandemia e la crisi dei chip portano a un calo dell'1,5%
Il 2021 dell'auto europea si conferma come anno di crisi, visto che il mercato - Ue + Efta + Regno Unito - ha perso l'1,5 % rispetto al già critico 2020. Il confronto con il 2019, invece, è impietoso visto che il crollo è del 25,5%. Praticamente, rispetto a prima della pandemia è sparita una nuova auto su quattro. Guardando invece ai numeri basati sui dati dell'Acea (associazione dei costruttori europei), nel 2021 sono state immatricolare 11.774.885 automobili, contro le 11.958.116 targate nel 2020, un calo dovuto anche al pessimo risultato del mese di dicembre in cui il calo è stato del 22,8%, segnando anche il sesto mese consecutivo di declino. Lo scorso mese nessuno dei tradizionali "big five" si è salvato: l'Italia ha perso il 27,5%, la Germania il 26,9%, la Spagna il 18,7%, la Francia il 15,1% e il Regno Unito il 18,2%. Continua su La Stampa
venerdì 28 gennaio 2022
Quando la Mercedes provò a fare il Maggiolino
La Mercedes provò a fare il Maggiolino in un'epoca ormai lontana, quando il mondo era molto diverso da quello che conosciamo oggi. Stiamo parlando degli anni Venti, dell'Europa in cui si affacciavano i totalitarismi e in cui l'esigenza di una mobilità - a quell'epoca si diceva motorizzazione - popolare di massa, diventava sempre più pressante. Non è certo un mistero che proprio il Maggiolino Volkswagen sia nato per il volere di Adolf Hitler. Ad ogni modo, alla fine degli anni Venti, in corrispondenza con la grande crisi economica del 1929, Mercedes iniziò a progettare un'auto molto più piccola di quelle che vendeva solitamente e nel 1934 entrò in produzione la 130, con l'architettura a motore posteriore tipica della prima metà del secolo scorso. Questa 130 diede il là a una serie di auto compatte che arrivò fino alla 170H; una gamma che nel tempo è stata abbastanza dimenticata, ma che è comunque legata in qualche modo proprio all'auto del popolo tedesca per eccellenza. Come quest'ultima, infatti, anche la Mercedes 130 era in qualche modo ispirata alla Tatra V570, progettata e costruita in Repubblica Ceca, che era ricca di innovazioni tecniche. Così, quando la Mercedes provò a fare il Maggiolino, nacque la 130: aveva la carrozzeria a due porte nelle classiche forme di berlina a due volumi, ma poi arrivò anche la berlina trasformabile, la cabriolet e l'immancabile versione militare. Continua su GQ
giovedì 27 gennaio 2022
Motor Bike Expo, a Verona è tutto pronto per l’edizione 2022
Inizia domani il Motor Bike Expo, la fiera veronese dedicata alle moto custom e personalizzate che ormai da anni è un punto di riferimento per tutti gli appassionati europei. Dal 13 fino al 16 gennaio, otto padiglioni di Veronafiere ospiteranno seicento espositori e diverse attività all'aperto, per una superficie complessiva di 120.000 mq. «È importante sottolineare come Motor Bike Expo non si sia mai fermato», spiega Francesco Agnoletto, CEO e co-fondatore della manifestazione. «Sei mesi dopo la Special Edition dello scorso giugno, abbiamo concretizzato le idee maturate nel 2021. Non è stato facile organizzare questa ventiquattresima edizione, ma lo chiedeva il settore e l’aspettavano gli appassionati. Noi ci abbiamo messo il senso di responsabilità e tutto il nostro impegno, grazie e il supporto di Veronafiere, delle autorità locali e dei nostri partner». Continua su La Stampa
mercoledì 26 gennaio 2022
L'auto che ha percorso più chilometri al mondo è una splendida Volvo degli anni Sessanta
La splendida Volvo P1800S del 1966 detiene un record da Guinness dei Primati: è l'auto che ha percorso più strada in assoluto. Il suo contachilometri, infatti, segna ben 5,2 milioni di km, una cifra semplicemente incredibile. Tutta questa strada è stata fatta con al volante un unico proprietario, l'americano Irvin Gordon che il 30 giugno del 1966, all'età di 25 anni, la comprò da nuova spendendo 4.150 dollari. Una cifra che equivaleva a un intero stipendio e che riuscì ad ammortizzare ogni oltre previsione, visto che per diversi anni percorse circa 150.000 km ogni anno. Il viaggio più lungo? Ben 45 ore da New York a Vancouver, in Canada. Dopo la scomparsa di Irvin Gordon, il 17 novembre 2018, l'auto che ha fatto più chilometri al mondo venne acquistata dalla stessa Volvo, che da allora la usa in alcuni eventi come grande esempio di affidabilità e tecnologia duratura. Tutti questi chilometri, infatti, sono stati percorsi con il motore, il cambio e i semiassi originali. Ma che auto era la Volvo P1800S? Continua su GQ
martedì 25 gennaio 2022
Le due ruote non conoscono crisi, il mercato italiano tocca il record del 2012
Se il mercato dell'auto italiano continua ad arrancare, quello delle due ruote va a gonfie vele. Il 2021, infatti, si è confermato in tendenza positiva con un +21,2% sul 2020, malgrado le lievi flessioni degli ultimi due mesi, con novembre che ha perso il 2,4% e dicembre il 4%. Numeri che non solo descrivono volumi di immatricolazione pre-pandemia (+14,5% sul 2019), ma che riportano il settore a dimensioni di mercato che non si verificavano dal 2012. “Il settore ha davanti a sé le sfide date dalla complessità del contesto globale, con le difficoltà degli approvvigionamenti e dei trasporti internazionali. Tuttavia, quello che si chiude è un anno molto significativo che conferma l’andamento positivo di un mercato animato da grande passione e da una nuova domanda di mobilità fruibile, veloce e sostenibile” commenta il presidente di ANCMA Paolo Magri. Continua su La Stampa
lunedì 24 gennaio 2022
Lamborghini Huracán Spyder RWD, la prova: sensazioni forti col vento tra i capelli
La Lamborghini Huracán è sulla cresta dell'onda da quasi otto anni. Era il marzo 2014 quando venne presentata al Salone di Ginevra, compiendo un salto in lungo generazionale rispetto alla precedente Gallardo, che aveva contribuito a portare il marchio di Sant'Agata Bolognese nel mondo delle supercar “possibili”. Poi il restyling del 2019 che, oltre ad averla resa più bella e attuale, ha anche diversificato la gamma strutturandola intorno alla doppia proposta di trazione posteriore oppure integrale. La prossima Huracán, invece, sarà ibrida plug-in e non arriverà prima del 2024, lasciando la possibilità di godersi ancora per qualche tempo una delle espressioni più pure della guida guida sportiva. Nel club delle supercar da circa 200.000 euro, infatti, questa Lamborghini è rimasta l'unica a puntare su un motore aspirato ad alto numero di giri. Con lei solo due colleghe, ma di prezzi ed carattere assai differente: la super specialistica Porsche 911 GT3 e la Corvette convertita al motore centrale. Continua su La Stampa
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