Se conoscete bene la storia dell’auto, sapete sicuramente che la prima auto stradale di serie con la trazione sulle quattro ruote è la mitica Jensen Interceptor FF del 1968. Se poi la storia la conoscete benissimo, sapete anche che le quattro ruote motrici sulle vetture stradali hanno assunto il ruolo che hanno ora grazie soprattutto a un marchio e a un modello, che, forse, non ha bisogno di presentazioni: Audi quattro. Prodotta dal 1980 al 1991 in circa 11.500 esemplari, costruita praticamente a mano in uno stabilimento dedicato e costosa come una supercar, l’ Audi Quattro è l’automobile che ha fatto sapere al mondo che quattro ruote motrici servono anche per andare veloci e non solo per arrampicarsi sulle montagne. Tralasciando in questa sede la Sport quattro e i suoi successi nel Gruppo B, che meriterebbero un articolo a parte, ci concentriamo sulla berlina stradale. Continua su Autoappassionati
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giovedì 31 gennaio 2019
mercoledì 30 gennaio 2019
Formula E, qui vince chi riesce a gestire velocità ed energia
Dopo avervi raccontato l'atmosfera della Formula E che abbiamo trovato a Marrakech, è il momento di parlare in maniera più approfondita delle monoposto. La quinta stagione del campionato dedicato alle monoposto elettriche ha segnato l'inizio di una nuova era: l'evoluzione tecnologica delle batterie, infatti, ha permesso di eliminare il cambio vettura a metà gara e di coprire tutti i 45 minuti della corsa con una sola automobile. Al campionato partecipano dieci team e venti piloti. L'unica squadra italiana è la Geox Dragon anche se il quartier generale si trova in California e la sede delle operazioni sportive è in Gran Bretagna. Visitando il loro box nel circuito marocchino, ci hanno raccontato che la formula di gara prevede che tutti i piloti abbiano auto e batterie identiche. Tuttavia, i motori, le trasmissioni e le sospensioni sono sviluppati dagli stessi team che ricercano non solo la monoposto più veloce ma anche quella più efficiente. Continua su GQ
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martedì 29 gennaio 2019
Formula E, il futuro è già arrivato
Il primo impatto con la Formula E è abbastanza spiazzante. È difficile
spiegarsi la totale assenza di rumore in una gara di motorsport. Auto o
moto, non importa, in qualsiasi circuito il latrato dei motori da
competizione sovrasta ogni altra cosa. Qui invece no, perché le
monoposto che corrono in questo campionato sono completamente elettriche
ed è tutta un'altra cosa. Non sono esattamente silenziose, visto che il
suono dei loro motori raggiunge gli 80 decibel, ma sentendolo è molto
più facile associarlo a un'astronave di un film di fantascienza
piuttosto che a un'automobile da corsa. Superata la sorpresa iniziale ci
si rende conto che manca anche la puzza di benzina e quella dell'olio
bruciato, ma questo è un problema solo per i veri fanatici del
motorsport. E la Formula E non si rivolge tanto a loro, quanto a tutte
le altre persone, anche quelle che non hai mai visto una gara nella loro
vita. Continua su GQ
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lunedì 28 gennaio 2019
Volkswagen e l’importanza delle sigle: ID. e IQ.Drive sono i nomi della mobilità del futuro
Quando si prepara una rivoluzione è importante sapere che cosa dire, ma anche che nome darle. È un discorso che vale anche per la mobilità e per chi si appresta a cambiare tutte le carte in tavola, come il gruppo Volkswagen. Mentre Audi ha già svelato la e-tron, manca poco più di un anno all’arrivo sul mercato della prima vettura elettrica di nuova generazione firmata dal marchio Wolfburg. Una elettrica nata sulla nuova piattaforma Meb, progettata sin dall’inizio per essere alimentata da un grande pacco batterie e non un progetto nato “termico” e successivamente convertito. Continua su La Stampa
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domenica 27 gennaio 2019
Unique Custom Cycles, la special che viene dal freddo
Nonostante la Svezia non abbia il clima esattamente più adatto alla vita su due ruote, il panorama motociclistico è molto florido e variegato. C'è una certa influenza della cultura americana, che si traduce in Harley-Davidson, ma non mancano le special come quella realizzata dall'atelier Unique Custom Cycles di Ronna Norén. UCM si è costruito una reputazione con i chopper ma questo non vuol dire che non sia in grado di esplorare anche altri stili, come dimostra questa cafè racer costruita sulla base di una BMW R1200R del 2015. Continua su GQ
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sabato 26 gennaio 2019
Renault Megane R.S., la prova di GQ
Per capire al 100% la Megane RS bisogna fare un passo indietro di qualche anno, precisamente al 1998 quando sul mercato arrivava una strana versione della Clio, colorata con una elegante livrea blu scura, dotata di cerchi in lega dorati e di una scritta sul baule posteriore che non lasciava spazio a dubbi. Con il suo 2 litri da 147 CV e un peso piuma inferiore alla tonnellata la Clio Williams era una piccola «bomba» che non ci mise molto a scalare le classifiche dei sogni degli appassionati. Da quella piccola auto nacque poi una lunga stirpe di modelli RS, dapprima su base Clio e poi nel 2003 anche sulla Megane di seconda generazione. Una sigla che significa Renault Sport e dietro cui si cela il lavoro dei tecnici di Dieppe, ovvero la sede della Alpine, storico marchio dei rally francese da poco ritornato a ruggire con la A110 (di cui vi abbiamo già raccontato). La Megane RS che invece proviamo oggi condivide il motore e il cambio con la berlinetta a due posti secchi. Continua su GQ
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venerdì 25 gennaio 2019
McLaren F1, la regina di tutte le supercar
Ci sono auto destinate a entrare nella storia già dal giorno della loro presentazione, o anche prima, diciamo appena se ne abbia notizia. È il caso della McLaren F1 e delle sue prestazioni, ancora oggi, incredibili. Siamo alla fine degli anni Ottanta e dalle parti di Woking decidono di mostrare al mondo che oltre alle monoposto sono in grado di costruire anche una vettura stradale che dia la paga a tutte le altre concorrenti. Il team che progetta la McLaren F1 è composto da meno di dieci persone ed è diretto da quel Gordon Murray che grazie a quest’auto entra direttamente nella leggenda del grande libro di motori. Continua su Autoappassionati
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