venerdì 19 novembre 2021
L'innovazione secondo Porsche, dai processi aziendali fino alla guida autonoma
L'innovazione è sempre stata centrale nella storia di Porsche, che nei suoi oltre 70 anni di storia ha saputo reinventarsi più volte. Il cambiamento più recente è quello che riguarda la mobilità elettrica, ma a Zuffenhausen innovare è la regola e l'ad Oliver Blume lo aveva già spiegato diversi anni fa dicendo che "Un programma di innovazione non investe in brevetti o invenzioni. Investe nelle persone". In altre parole vuol dire puntare sulle idee più innovative, a prescindere dalla loro provenienza. Così negli uffici della Casa tedesca si favorisce la collaborazione tra ruoli e reparti, per permettere ai dipendenti di lavorare in modo creativo, lasciando germogliare i pensieri più avanguardisti. E lo schema funziona, perché ogni anno arrivano idee da un centinaio di reparti e singoli dipendenti, tenendo conto che per essere considerata innovativa, un'idea deve soddisfare tre requisiti fondamentali: essere inedita e unica, economicamente attuabile e comportare un vantaggio rilevante per i clienti. Continua su La Stampa
giovedì 18 novembre 2021
Cambio gomme invernali 2021, è già scattato l'obbligo
Le gomme invernali sono obbligatorie dal 15 novembre, sempre in alternativa all'obbligo di avere a bordo le catene da neve. Quindi se non avete ancora provveduto alla sostituzione degli pneumatici, è il momento di farlo. Lo pneumatico è nero e tondo, all’apparenza sono tutti uguali ma non è così: il suo contenuto tecnico è estremamente importante. Già dieci anni fa, per aiutare il consumatore nella scelta, il legislatore europeo ha imposto un'etichettatura che oltre ad avere i parametri relativi al risparmio energetico che per i pneumatici si chiama resistenza al rotolamento - la classe migliore riduce il consumo di carburante fino al 7% - introdusse altre informazioni relative alla sicurezza come la tenuta sul bagnato: la classe migliore consente una riduzione dello spazio di frenata fino al 30%. Tuttavia, da qualche mese è entrata in vigore una nuova etichettatura con alcune novità, nella fattispecie due nuovi simboli importanti. Uno fa proprio riferimento alle gomme invernali ed è il simbolo 3PMSF, cioè una montagna stilizzata a tre picchi con all’interno un fiocco di neve. È un simbolo che gli automobilisti hanno imparato a conoscere sul pneumatico e che oggi è anche presente in etichetta. Lo pneumatico che lo riporta sul fianco ha superato uno specifico test omologativo su neve che ne attesta le caratteristiche superiori su questo fondo e quindi va preferito a quello che non ce l’ha. Continua su GQ
mercoledì 17 novembre 2021
Aprilia Tuareg 660, filosofia anni Ottanta e tecnologia ultra moderna
Con la Tuareg si completa il trittico di motociclette di media cilindrata della piattaforma 660, che al prossimo Eicma potrebbe anche sorprendere con una quarta moto - le voci di corridoio parlando di una nuova Pegaso - magari ancora sotto forma di concept. Dopo la sportiva RS e la stradale Tuono, che hanno riacceso l'attenzione su un segmento ultimamente un po' abbandonato, arriva anche l'enduro e riporta in auge un nome mitico degli anni Ottanta. Tutte hanno in comune il bicilindrico parallelo nato da una "fetta" del V4 vincitore di tre Campionati Superbike. Un motore che sta mostrando una grandissima versatilità, visto che in questa versione eroga 80 CV, contro i 95 e i 100 di cui dispone sulle sorelle amanti dell'asfatlo. La coppia, invece, raggiunge i 70 Nm a 6.500 giri ed è molto ben distribuita lungo tutto l'arco di funzionamento del propulsore. La risposta alla manetta destra (ride-by-wire) è pastosa fino a 4.000 giri, brillante salendo verso i 6.000 giri e poi scatenata sino ai 9.250 giri della potenza massima. Continua su La Stampa
martedì 16 novembre 2021
La Lamborghini Huracán Evo diventa Minotauro
La Lamborghini Huracán diventa Minotauro, metà uomo metà toro, nel dipinto di Paolo Troilo sulla carrozzeria della supercar di Sant'Agata Bolognese. L’opera è l’espressione della dinamicità, della potenza e delle più intime emozioni che l’artista ha provato alla guida della Huracán EVO. L'ha realizzata utilizzando i polpastrelli, attraverso una pittura che è continua sperimentazione e usa la rappresentazione del corpo maschile come suo elemento distintivo e mezzo di comunicazione. Il titolo dell'opera nasce dalla crasi emozionale e semantica che l’artista ha vissuto quando è entrato in contatto con Lamborghini. Il tributo dell’artista alla Lamborghini Huracán Evo opera la fusione tra «l’uomo» raccontato dalla pittura di Troilo, il «toro» simbolo di Automobili Lamborghini e il concetto di «mito» espresso nell’indomito slancio – soprannaturale e quasi animalesco - che la figura maschile dipinta sulle fiancate è in grado di sprigionare. La forza comunicata dagli avanbracci e i pugni chiusi presenti sul cofano anteriore rievocano le corna taurine. «Io sono innamorato della lentezza, e l’ho sempre difesa considerandola un ingranaggio cardine del piacere, della cultura, della bellezza, del successo. Ma capita che ci siano degli incontri che ti cambiano», ha affermato Paolo Troilo, creatore dell’opera. Continua su GQ
lunedì 15 novembre 2021
La BMW R 18 diventa una "balena" nell'interpretazione di Shinya Kimura
Quando BMW ha deciso di rientrare nel mondo custom con la R 18, ha deciso di farlo dalla porta principale. Per cui, dopo aver creato un motore monumentale, una moto dallo stile inconfondibile, presto declinata in diverse varianti, ha anche fatto il suo ingresso nell'universo dei customizzatori. Quei personaggi un po' artigiani e un po' artisti che con il loro tocco unico sono in grado di modificare le sembianze e il carattere di una motocicletta, rendendola un'opera unica. Così, dopo aver lasciato la R 18 nelle mani di Roland Sands e Dirk Oehlerking, la Casa bavarese ha ripetuto la stessa operazione anche con il giapponese Shinya Kimura. Kimura è il padre della cosiddetta moto "Zero Style" e ha iniziato la sua carriera come customizer in Giappone a inizio anni Novanta, raggiungendo poi la fama internazionale creando la sua Harley-Davidson personalizzata "Samurai Chopper”. Continua su La Stampa
domenica 14 novembre 2021
Valentino Rossi, tutte le moto con cui ha vinto i mondiali
Valentino Rossi si appresta a correre l'ultima gara della sua carriera nel motomondiale, che è durata un quarto di secolo. Dal 31 marzo del 1996 in Malesia a domenica 14 novembre 2021 a Valencia, sono passati più di 25 anni. Un periodo in cui Valentino Rossi ha vinto ben nove titoli mondiali (e ne ha mancati altri due per una manciata di punti), disputando 431 gare, vincendone 115 e andando 235 volte a podio. Ma ora, a 42 anni, è arrivato il momento di appendere la tuta di pelle al chiodo e di raccogliere nuove sfide nelle quattro ruote. «In questi anni in cui sono sceso in pista tanta gente si è interessata al motociclismo per me, e questo sport è diventato più famoso e seguito. Tra noi piloti si parla della gara, ma essere stato un'icona è quel che mi resta di più bello delle mia carriera», ha detto Rossi durante l'ultima conferenza prima dell'inizio del GP di Valencia. «Per il futuro non ho un sogno particolare. Il mio era diventare campione del mondo della MotoGP e l'ho realizzato. Sarebbe stato importante vincere il decimo titolo, sarebbe stato come chiudere il cerchio, ma è andata così. Non mi lamento, ho fatto una carriera molto lunga, già lottare per la vittoria è sempre un enorme divertimento», ha aggiunto Rossi, prima di concludere: «Il momento più brutto è stato quando ho deciso di smettere. Verso giugno è stata dura, se fossi stato più competitivo avrei anche continuato invece ho dovuto smettere. Ora mi sento abbastanza bene, cerco di restare concentrato sulla gara, dare il massimo». Continua su GQ
sabato 13 novembre 2021
La Ferrari BR20 è fatta su misura per te
La Ferrari BR20 è l'ultimo pezzo della collezione one-off del Cavallino Rampante, cioè quei modelli unici che vengono realizzati partendo dalle richieste di un singolo cliente e disegnati secondo i suoi desideri. La Ferrari BR20 è una coupé V12 a due posti sviluppata a partire dalla GTC4Lusso, che per filosofia e approccio stilistico rimanda alle coupé di Maranello degli anni Cinquanta e Sessanta senza però cedere alla nostalgia. L'intento è quello di coniugare eleganza senza tempo e sportività discreta. Le proporzioni e le linee rimandano a quelle di alcune tra le dodici cilindri più iconiche della storia Ferrari, tra cui la 410 SA e la 500 Superfast. Rispetto alla GTC4Lusso sono state rimosse le due sedute posteriori per ottenere una linea più dinamica dall’effetto fastback. Così la BR20 è circa sette centimetri più lunga della vettura di partenza, grazie al trattamento dello sbalzo posteriore; inoltre uno dei punti cardine del processo di design della BR20 è stata la variazione radicale del volume dell’abitacolo. L'effetto che ne consegue è simile a quello di una coppia di archi che percorre l'interno in senso longitudinale, dal montante A fino allo spoiler posteriore. Infine, per alleggerire visivamente l’abitacolo la colorazione nera del tetto collega il parabrezza al lunotto, sollevato rispetto alla superficie del portellone posteriore come ad accompagnare il flusso dell’aria. Continua su GQ
Iscriviti a:
Post (Atom)