giovedì 22 luglio 2021
Audi RS 3, nuova generazione: il drifting è il suo mestiere
La nuova Audi RS 3 alza decisamente l'asticella delle prestazioni nella nicchia delle cosiddette “hot hatch”. Rispetto alla generazione precedente la potenza massima non cambia, ma tutto il resto sì, a partire dal sistema di trazione integrale quattro. Ma andiamo con ordine e vediamo la carta di identità della nuova Audi RS 3. Scatta da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi, vola fino a 290 km/h di velocità massima - con pacchetto Dynamic RS e freni carboceramici -, ha pneumatici semi-slick (Pirelli P Zero Trofeo R) e soprattutto il nuovo RS Torque Splitter, chiamato a gestire i 400 CV e i 500 Nm erogati dal 2,5 litri 5 cilindri turbobenzina. Questa architettura è quella dei successi nel motorsport degli anni Ottanta e della mitica RS 2 Avant del 1994. In ogni caso, con questi numeri, la RS 3 è il nuovo riferimento della categoria, grazie anche alla trasmissione a doppia frizione S tronic a 7 marce, che ha una spaziatura dei rapporti più sportiva. Tornando alla vera chicca di quest'auto, cioè il Torque Splitter, il suo compito è quello di ripartire attivamente la coppia tra le ruote posteriori e in modo totalmente variabile, definendo un comportamento sovrasterzante, all'occorrenza anche in eccesso. In altre parole, con la nuova Audi si possono eseguire dei drift perfetti, soprattutto selezionando la modalità dedicata. Infatti, il controllo della dinamica di marcia Audi drive select permette di scegliere tra sette programmi, dei quali tre totalmente inediti. Continua su GQ
mercoledì 21 luglio 2021
Audi Q4 e-tron, la prova - il SUV compatto 100% elettrico secondo Ingolstadt
Viaggiare a emissioni zero ma senza ansie da ricarica. Questo vuol dire mobilità premium sostenibile secondo Audi, che con la Q4 e-tron si posiziona nella parte più alta del segmento C-SUV e prova a trasformare la teoria in pratica. L'occasione è una gita fuori porta alpina, da Verona a Pinzolo. Circa 300 km, tra andata e ritorno, che si possono affrontare serenamente con un solo "pieno" senza dover ricaricare a tutti i costi. Una possibilità consentita dalla piattaforma modulare MEB - comune a tutto il Gruppo VW - che Audi ha utilizzato per la prima volta per debuttare nel segmento dei SUV medi. Una base tecnica nata per l'elettrico, con gli accumulatori in basso tra i due assi che libera spazio per l'abitacolo. Con 4,58 metri di lunghezza, 1,86 di larghezza, 1,63 di altezza e 2,76 di passo, la nuova Audi si posiziona nella parte più alta del segmento C-SUV, dove la concorrenza è massima anche a livello globale. La volumetria interna è generosa, paragonabile a quella della ben più grande Q7, e c'è un bagagliaio da 535 litri. Continua su La Stampa
martedì 20 luglio 2021
Lorenzo Insigne, la sua Lamborghini è una supercar da amore a prima vista
La Lamborghini di Lorenzo Insigne è una Huracan Evo. L'attaccante del Napoli e della Nazionale, con cui ha appena vinto il Campionato Europeo, l'ha ricevuta in regalo poco più di un anno fa, in occasione del suo compleanno. Il 4 giugno del 2020, l'attaccante partenopeo si è trovato la supercar di Sant'Agata Bolognese parcheggiata sotto casa con un bel fiocco rosso. A regalargliela, organizzando la sorpresa, è stata la moglie Jenny. I due sono sposati dal 2012 e hanno due figli. Chissà che il prossimo anno, per i primi dieci anni di matrimonio, Insigne non possa ricevere un'altra auto speciale in dono. Non sarebbe una brutta idea, visto che l'autore del fantastico gol contro il Belgio, è un'appassionato di vetture estreme, come dimostra la presenza nel suo garage di una Mercedes GT 63S da 639 cavalli e di una Ferrari 458 Italia da 570 CV. La Lamborghini di Insigne, invece, di cavalli ne ha 640. Quanto al prezzo, ci vogliono non meno di 200.000 euro per portarsela a casa, al netto di personalizzazioni e accessori. Dietro le spalle del pilota ruggisce il motore V10 da 5,2 litri, ultimo aspirato rimasto in una nicchia dove le concorrenti sono tutte turbo. La sua potenza massima arriva a 8.000 giri e i 600 Nm di coppia a 6.500 giri, grazie anche ad accorgimenti come le valvole di aspirazione in titanio e l'impianto di scarico dal peso ridotto. Un propulsore, dunque, che ama girare in alto, molto in alto. Continua su GQ
lunedì 19 luglio 2021
L'Europa vuole vietare le vendite di auto a benzina, diesel e ibride dal 2035
L'Europa vuole vietare le vendite di benzina, diesel e ibride dal 2035. Una rivoluzione che era nell'aria da tempo e che ieri è stata ufficializzata dalla Commissione Europea. Infatti, lo stop alle vendite di auto endotermiche - anche tutte le ibride e le bi-fuel a metano o a gpl - è una delle novità più discusse e importanti dell'imponente pacchetto di misure “Fit-for-55” che riguarda il clima. Pacchetto che è stato presentato ieri e che è scaturito dopo una lunga serie di trattative con le Ong ambientaliste da un lato e e l'industria automotive dall'altro. L'auto, così, rilancia il suo ruolo di apripista globale nella lotta ai cambiamenti climatici e si proietta verso le emissioni zero al 2050. L'Europa vuole vietare le vendite di benzina, diesel e ibride dal 2035 e ha già esplicitato come intende farlo, attraverso una serie di proposte legislative messe nero su bianco. «L'economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti, è necessario un nuovo modello che andrà anche a vantaggio dei cittadini riducendo i costi energetici e migliorando la qualità dell'aria», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ricordando che l'Ue vuole arrivare al 2030 con il 55% di emissioni di CO2 in meno rispetto al 1990. E vuole farlo con una visione completa che comprende anche la proposta di ridurre le emissioni di CO2 delle nuove auto a zero dal 2035. Lo stop alle vendite di veicoli a benzina e diesel a favore dei motori elettrici è solo una conseguenza. Continua su GQ
domenica 18 luglio 2021
Ford F-150 Shelby, un cobra che beve solo (tanta) benzina
Non è un mistero che gli Stati Uniti siano assai lontano dall'Europa
quanto a cultura motoristica. È così da sempre e probabilmente questa
distanza peggiorerà, perché dall'altro lato dell'Atlantico la corsa
all'elettrificazione procede molto più lentamente che da noi. Mentre nel
Vecchio Continente i motori perdono cilindri e guadagnano batterie, le
auto sportive popolari si estinguono e l'ibrido si espande a macchia
d'olio, negli USA i cari vecchi V8 a benzina continuano a far cantare i
loro cilindri grossi come bottiglie di Coca-Cola. Nel caso del nuovo
F-150 Shelby, anche con particolare violenza. Gli appassionati sanno che
quando il cognome del mitico Carroll segue quello del leggendario
Henry, succede sempre qualcosa di interessante. In questo caso ci
troviamo di fronte al pick-up di serie più potente e veloce di tutti. La
ricetta non è per niente innovativa, ma è semplice, riesce bene e
garantisce risultati sicuri. Si prende un classico V8 5 litri e gli si fa fare conoscenza con un
compressore volumetrico, lavorando poi sui componenti secondari. Il
risultato sono 775 cavalli selvaggi che spostano rapidamente 27 quintali
di acciaio . Shelby American, che produce e vende direttamente questo
pick-up - perde il nome Ford dalla denominazione ufficiale - non ha
dichiarato il dato della coppia massima, ma dovremmo essere ampiamente
sopra gli 800 Nm. Non sono specificate nemmeno le prestazioni, ma con i
potenti mezzi del web (e degli appasionati a stelle e strisce) non ci si
mette molto a scoprire che dovrebbe bruciare lo 0-100 km/h in 3,5
secondi, arrestando poi la sua corsa contro un muro d'aria verso i 250
km/h. Ovviamente tutto questo ha un prezzo, che in USA parte da 115.000
dollari, ovvero quasi il quadruplo di un F-150 base che viene venduto in
centinaia di migliaia di esemplari all'anno. Di questo F-150 Shelby,
invece, ne verranno costruiti solo 600 e forse qualche esemplare
arriverà in Europa e poi in Italia, in quest'ultimo caso tramite il
Gruppo Cavauto. Continua su La Stampa
sabato 17 luglio 2021
Land Rover Defender 90, la nostra prova del grande classico reinventato
La Land Rover Defender 90 è una di quelle auto che non ti stanchi mai di guardare. Le sue proporzioni cubiche, le lamiere lisce unite ai dettagli stilistici disegnati con tagli netto, la rendono un oggetto di design a sé stante. Quello che si definisce un istant classic e in questo caso non è un termine abusato. La Defender 90 è la versione a tre porte e passo corto, che rispetto alla 110 perde 44 centimetri di lunghezza, totalizzando 4,36 metri che la rendono perfetta sia per l'uso cittadino che per il fuoristrada estremo. Del vecchio modello - rimasto quasi invariato per 70 anni di carriera - non è rimasto più nulla, nemmeno una vite. La differenza è come passare dal giorno alla notte, perché la nuova Land Rover Defender 90 ha anche qualità stradali che la rendono utilizzabile senza alcun limite anche in autostrada o su strade tortuose. In effetti, un grande merito che va dato ai tecnici inglesi è quello di riuscire a unire in un'auto sola una serie di qualità molto diverse tra loro. Ce ne siamo accorti portandola in off-road vero, non in un percorso tecnico creato appositamente per esaltarne le caratteristiche, ma in un castagneto selvaggio e collinare, senza sentieri o passaggi segnati, fidandoci solo delle nostre capacità e di quelle della nuova Land Rover. L'altezza massima da terra è di quasi 30 cm con angoli caratteristici di 38°, 28° e 40° e una capacità di guado di ben 90 cm. Il tetto, poi, può sopportare 300 kg e si possono trainare fino a 3.500 kg. Insomma, chi vuole può pure utilizzarla in maniera “pesante”. Continua su GQ
venerdì 16 luglio 2021
Mercedes Classe C, la prova - stile classico, tecnologia da avanguardia
Nella storia ultracentenaria della Mercedes-Benz la Classe C è probabilmente il modello più importante. I numeri non mentono e la Casa tedesca ha festeggiato da poco i 50 milioni di auto prodotte; di queste, ben 10,5 milioni sono rappresentate dalla somma delle quattro generazioni di "C" - quella che proviamo qui è la quinta - a cui va aggiunta la storica 190 nata nel 1982 dalla matita dell'italiano Bruno Sacco. Era la prima volta che la Stella finiva sul cofano di una berlina così compatta - non a caso subito soprannominata "baby benz" - inaugurando una tendenza che non si sarebbe arrestata fino ai giorni nostri. In questi quarant'anni, infatti, Mercedes ha allargato il suo raggio d'azione, fino ai segmenti più bassi, dapprima con la Classe A e poi con la Smart. Nonostante l'ampliamento della gamma, la Classe C - ormai cresciuta fino a 4,75 metri di lunghezza - rimane uno dei pilastri del "made in Germany" anche se questa definizione non è più del tutto esatta. La Classe C, infatti, viene prodotta in tre continenti diversi, per la precisione a Brema, a Beijing e a East London in Sud Africa, dove vengono assemblate le vetture destinate agli Stati Uniti. Ma se in Nord America forse nessuno ha mai visto una "C" Diesel, in Europa questo motore rimane ancora fondamentale nei gusti degli automobilisti. Così a Stoccarda hanno rinnovato l'offerta di propulsori a gasolio con una inedita famiglia di quattro cilindri, tutti elettrificati a diversi livelli. Si va dai mild hybrid ai plug-in hybrid - i secondi saranno disponibili nei prossimi mesi - seguendo la regola non scritta che vede tutti i costruttori tedeschi refrattari al full hybrid. C'è anche un MHEV a benzina che però sembra destinato a pesare solo per una piccolissima percentuale delle vendite. La parte del leone la faranno le 220d e 300d, sigle ormai scollegate dalla cilindrata, a cui corrispondono 200 e 265 CV di potenza (440 e 550 Nm di coppia), a cui si sommano altri 20 CV e 180 Nm di boost forniti dall'alternatore-generatore che sfrutta un impianto elettrico a 48 Volt. Continua su La Stampa