lunedì 14 giugno 2021
Perché questa Ferrari 250 GTO costa la bellezza di 54 milioni di euro
Una Ferrari 250 GTO è in vendita alla stratosferica cifra di 54 milioni di euro, anzi per la precisione 54.111.948 euro. Ma prima di capire il perché di questa cifra da capogiro, bisogna fare alcune premesse. Intanto, negli ultimi anni le quotazioni delle auto storiche sono salite vertiginosamente. Ed è un fenomeno che riguarda le auto più popolari, da 5.000 o 10.000 euro di valore, quanto quelle più di pregio. In molti casi si tratta di veri e propri investimenti, in particolar modo quando si raggiungono cifre da capogiro, come accade spesso nei casi delle Ferrari più rare, quelle che hanno corso nelle celeberrime competizioni a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. In casi come questi sono la rarità (soli 36 esemplari costruiti) e il curriculum sportivo a fare il valore dell'auto. Così non c'è da stupirsi se la favolosa Ferrari 250 GTO del 1962, che grazie al suo 3 litri V12 da 300 CV era in grado di raggiungere i 283 km/h sia in vendita a oltre 54 milioni di euro. A occuparsi della trattativa è la HP Cars di Parma, ma l'auto è anche visibile sul sito dello specialista James Edition. Questo esemplare, peraltro, è famoso già da diverso tempo, perché solo pochi anni fa era passato di mano durante un'asta di RM Sotheby’s per 48 milioni di euro. Si tratta dell'esemplare numero tre delle trentasei 250 GTO costruite dalla Ferrari nel 1962 ed è una delle quattro vetture che fu poi modificata da Scaglietti nel 1964. Continua su GQ
domenica 13 giugno 2021
La Volkswagen Polo si aggiorna con un pieno di tecnologia e sicurezza
sabato 12 giugno 2021
Bentley Continental GT Speed Convertible, l'auto cabrio ideale per chi cerca velocità e lusso
La Bentley Continental GT Speed Convertible è il modo più veloce e lussuoso per viaggiare a cielo aperto. Diventata ormai un classico del panorama delle supercar, la terza generazione della Bentley Continental GT Speed Convertible è spinta dall'ultima evoluzione del mastodontico W12 TSI da 6 litri - costruito completamente a mano - che eroga ben 650 CV e 900 Nm. Grazie alla trazione integrale e al rapido cambio doppia frizione a 8 rapporti, servono solo 3,7 secondi per passare da 0 a 100 Km/h e la velocità massima si attesta a 335 km/h. Progettata e realizzata a mano nell'impianto a emissioni zero di Crewe, la Speed Convertible è equipaggiata con le quattro ruote sterzanti e il differenziale posteriore a controllo elettronico; l'impianto frenante con dischi carboceramici è in opzione mentre i cerchi in lega da 22 pollici sono di serie. Ci sono tre programmi di guida, definiti Bentley, Comfort e Sport. Nell'ultima il sistema di gestione della trazione invia maggiore potenza all'asse posteriore per avere più controllo in curva. La dinamica della grande cabriolet britannica è curata anche dalle sospensioni pneumatiche attive a tre camere con smorzamento adattivo e dal sistema di contrasto del rollio attivo. Questa funzione è più evidente nella modalità Sport, dove il doppio turbocompressore mantiene il motore nella fascia di maggiore potenza più a lungo. In questa configurazione anche il cambio lavora alla massima velocità, che è doppia rispetto alla versione W12 standard. Il tetto in tela si piega a forma di Z e può essere aperto o chiuso in 19 secondi con l'auto in movimento e fino a 50 km/h. Il tetto, con i miglioramenti del sistema di tenuta e i trattamenti acustici, contribuisce a una riduzione di tre decibel dei livelli di rumorosità rispetto al suo predecessore. L'abitacolo è un trionfo di eleganza ed esclusività: il volante è rivestito in Alcantara, i sedili e i pannelli hanno un esclusivo accostamento di pelle e Alcantara e si può scegliere tra 15 opzioni principali e 11 secondarie. Continua su GQ
venerdì 11 giugno 2021
Skoda Enyaq iV, la prova - 100% elettrica, pragmatica e rilassante
Skoda entra dritta nel futuro della mobilità a zero emissioni con la
Enyaq iV, ovvero la sua prima elettrica nativa, sviluppata sulla
piattaforma MEB, cioè la base tecnica del Gruppo Volkswagen per tutte le
vetture a zero emissioni di nuova generazione. Dopo aver rotto il
ghiaccio con la piccola Citigo - anch'essa figlia di un progetto comune
al Gruppo tedesco con le sorelle Seat Mii e Volkswagen Up! - ora il
marchio boemo fa sul serio con la Enyaq iV, che come da tradizione
Skoda, offre tanto a prezzi molto ragionevoli. La prima cosa che salta
all'occhio è il grande spazio interno, visto che le batterie si trovano
nella parte più centrale e bassa del veicolo e che il motore è così
compatto da occupare lo spazio solitamente destinato alla ruota di
scorta. Per ora il propulsore elettrico è solo al retrotreno,
prossimamente pure all'avantreno per le versioni a quattro ruote
motrici. La Enyaq iV integrale arriverà nei prossimi mesi, accompagnata
dalla versione più prestazionale RS. Attualmente si può scegliere tra tre versioni a trazione posteriore con
148, 179 o 204 CV di potenza e batterie rispettivamente da 55 e 82 kWh,
che supportano la ricarica in corrente continua fino a 125 kW e in
alternata fino a 11 kW. Numeri che si traducono in autonomie (omologate
WLTP) che vanno dai 350 ai 520 km, ovviamente a seconda delle condizioni
di utilizzo. Parlando invece di dimensioni, l'elettrica Skoda è un SUV
lungo 4,65 metri e vanta una grande volumetria interna come dimostra il
bagagliaio da 585 litri. Il design utilizza il family feeling del resto
della gamma, ma è leggermente più tagliente e ha un frontale di grande
presenza. A questo proposito, in opzione si può avere la calandra
Crystal Face, ovvero un'illuminazione animata (fatta da 130 led) della
griglia che si attiva quando si sale o si scende dall'auto, in
abbinamento ai fari full LED Matrix. L'abitacolo è molto confortevole,
ben insonorizzato e rifinito con materiali naturali, lavorati in modo
sostenibile e riciclati. Inoltre si può personalizzare con dieci
pacchetti tematici. Continua su La Stampa
giovedì 10 giugno 2021
Toyota GR 86, una coupé da veri gentlemen
La Toyota GR 86 è come una boccata di aria fresca in un deserto automobilistico fatto di SUV, crossover e auto elettriche. È la seconda generazione del progetto nato ormai quasi dieci anni fa con la GT ì86 e con la gemella Subaru BRZ, che ha portato alla nascita di due coupé "vecchia scuola" ovvero con la trazione posteriore e progettate con un solo obiettivo: il piacere di guida. Subaru ci aveva messo il motore, un bel boxer aspirato affamato di giri e Toyota ci aveva costruito la macchina intorno, sviluppando tutti i componenti specificamente, tanto che la condivisione di pezzi con altre auto del brand si fermava al 10%. Oggi è il momento del secondo capitolo di questa storia: la sigla è cambiata, andando a completare la gamma GR, che sta per Gazoo Racing ovvero il reparto corse Toyota, insieme alla GR Supra e alla GR Yaris. Non è cambiato, invece, il numero 86 che è una citazione della mitica Toyota Corolla Levin (codice interno AE86) del 1983. Una coupé leggera, con un motore da 1,6 litri e la trazione posteriore, che ha partecipato pressoché a ogni tipo di gara in Giappone, dove è popolarissima. La nuova Toyota GR 86 è un'evoluzione totale dell'auto da cui discende e si prevede che sarà la coupé a quattro posti più leggera del segmento grazie a una serie di interventi finalizzati al risparmio del peso, come l'utilizzo di alluminio per tetto e pannelli della carrozzeria. La massa a vuoto, infatti, non dovrebbe superare i 1.270 kg, permettendo di esaltare le prestazioni del boxer. Il 4 cilindri a quattro cilindri orizzontali e contrapposti è cresciuto di cilindrata fino a 2,4 litri, aumentando la potenza a 235 CV e la coppia a 250 Nm. Continua su GQ
mercoledì 9 giugno 2021
Audi e-tron GT RS, la prova - le altissime prestazioni diventano elettriche
L'Audi e-tron GT è una vettura molto importante per la Casa di
Ingolstadt, perché è la prima elettrica di nuova generazione a uscire
dal settore dei SUV per entrare in quello delle limousine. Questo
tempismo non è casuale, ma è figlio di una precisa strategia all'interno
del Gruppo Volkswagen. Infatti, mentre Audi debuttava nelle zero
emissioni con la e-tron, i cugini di Porsche facevano altrettanto con la
Taycan, di cui la e-tron GT è parente strettissima. Entrambe le ammiraglie nascono dalla piattaforma J1, che è stata
originariamente sviluppata a Zuffenhausen e poi condivisa. Così, anche
se stilisticamente molto diverse, le due auto condividono le proporzioni
e le misure, nell'intorno dei cinque metri di lunghezza e due di
larghezza. Numeri che portano anche a una massa non trascurabile,
superiore ai 24 quintali in ordine di marcia, ma è il prezzo da pagare
per avere un grande pacco batterie e la trazione integrale configurata
da due motori elettrici separati, uno per ogni asse.La
Audi e-tron GT è disponibile in due varianti, una “tranquilla” da 530
CV e un'altra più prestazionale da 646 CV che è stata sviluppata da Audi
Sport e pertanto guadagna la sigla RS. È un modello di una certa
rilevanza nella storiografia dei Quattro anelli, perché si tratta
dell'auto di serie più potente mai costruita. Di tutto questo non si ha
contezza mentre si procede in autostrada a velocità codice. Contunua su La Stampa
martedì 8 giugno 2021
Le 10 auto più belle di sempre secondo la scienza
Le 10 auto più belle di sempre secondo la scienza sono un argomento da trattare con una certa cautela. Fare classifiche per quanto riguarda le automobili, e in particolare le supercar, è sempre complicato, ovviamente a meno di non prendere come riferimento solo i numeri. Questo perché tutti gli altri valori e le altre peculiarità tendono a essere giudicate molto soggettivamente, secondo le preferenze di ognuno. Ecco perché in questo caso deve essere la scienza a venire in aiuto, nello specifico con il concetto di proporzione aurea, che risale a circa 2.500 anni fa. Si tratta, per chi non lo ricordasse, di un'equazione matematica utilizzata come punto di riferimento per le proporzioni ideali. Storicamente è stato utilizzato da architetti e artisti alla ricerca della perfezione. Michelangelo, per esempio, ha usato il rapporto aureo per dipingere la Creazione di Adamo sul soffitto della Cappella Sistina. Parlando di edifici, invece, l'esempio più famoso è quello che riguarda il Partenone, in Grecia, anche questo realizzato seguendo la regola del quadrato aureo. E per quanto riguarda le auto invece? Beh, i britannici di Carwow hanno provato ad applicare le regole del rapporto auto alle supercar, per vedere quale fosse quella esteticamente più perfetta. Quali sono dunque, le 10 auto più belle secondo la scienza? Continua su GQ