domenica 30 maggio 2021

“La forma del Futuro” la mostra dedicata a Pininfarina è al Museo dell’Auto di Torino


Si chiama "La Forma del Futuro" la mostra inaugurata lo scorso 20 maggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dedicata a Pininfarina. Consta di sedici auto d'eccezione, che dimostrano la capacità della firma piemontese di immaginare il futuro e dargli forma anticipando i tempi e dettando le tendenze. Una selezione di prototipi di ricerca, dream car e vetture esclusive che testimoniano il genio espresso dall'atelier di design italiano più famosa al mondo nel corso di tre generazioni e oltre novanta anni di storia. Un approccio progettuale che, combinando stile e funzione, ha segnato l’evoluzione dell’automobile. Con le concept car Pininfarina ha mostrato al mondo soluzioni formali e tecniche affascinanti, fantasie a quattro ruote, nate per ammaliare ai saloni automobilistici internazionali, ma portatrici di soluzioni pensate per la mobilità del futuro. Si chiama "La Forma del Futuro" la mostra inaugurata lo scorso 20 maggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dedicata a Pininfarina. Consta di sedici auto d'eccezione, che dimostrano la capacità della firma piemontese di immaginare il futuro e dargli forma anticipando i tempi e dettando le tendenze. Una selezione di prototipi di ricerca, dream car e vetture esclusive che testimoniano il genio espresso dall'atelier di design italiano più famosa al mondo nel corso di tre generazioni e oltre novanta anni di storia. Un approccio progettuale che, combinando stile e funzione, ha segnato l’evoluzione dell’automobile. Con le concept car Pininfarina ha mostrato al mondo soluzioni formali e tecniche affascinanti, fantasie a quattro ruote, nate per ammaliare ai saloni automobilistici internazionali, ma portatrici di soluzioni pensate per la mobilità del futuro. Continua su La Stampa

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sabato 29 maggio 2021

José Mourinho, le sue auto più belle raccontano la sua storia di uomo e allenatore


Le auto di José Mourinho raccontano una storia molto particolare e originale. Il neo-allenatore della Roma è uno dei coach più di successo della storia del calcio, anche se nelle ultime stagioni tra Manchester United e Tottenham non sono state così brillanti. Detto questo, Mourinho ha posseduto diverse auto nel corso degli anni, dalle più popolari a quelle di gran lusso. Tra le auto di José Mourinho non possiamo dimenticare la prima, che è stata una Renault 5, che il padre gli ha regalato quando aveva diciotto anni, da neopatentato. Dopo la piccola utilitaria francese, da studente universitario, il futuro Special One è passato a una Honda Civic, che è stata la prima auto ad aver comprato da solo. Quando invece era assistente allenatore di Sir Bobby Robson, al Barcellona, nel 1996 Mourinho aveva una Suzuki Vitara, con la quale ebbe un incidente: «Sono andato con Bobby Robson a firmare un contratto a Barcellona nel 1996, ma ho guidato per non essere visto negli aeroporti. Era tardi e quando stavo tornando in Portogallo mi sono addormentato. Sono stato davvero fortunato: mi sono rotto alcune costole e avevo dei punti in testa, quindi niente di veramente grande», ha raccontato una volta ai media lo Special One, che più di recente è stato testimonial Jaguar. Continua su GQ

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venerdì 28 maggio 2021

Milano Monza Motor Show 2021, dal 10 al 13 giugno il Salone diffuso debutta in Lombardia


Dopo l'annullamento dell'edizione 2020 a causa della pandemia, il Mimo - Milano Monza Motor Show 2021 andrà in scena dal 10 al 13 giugno. Il Mimo è un Salone non convenzionale, una passeggiata all’aperto nel centro di Milano, tra pedane uguali tra loro. Ognuna di queste racconterà una storia diversa: ci saranno diverse anteprime mondiali, le visioni elettrificate dei grandi costruttori, nuovi brand che si affacciano al mercato europeo, il mondo delle due ruote, e il mondo della micro-mobilità tutta elettrica. Dal Castello Sforzesco a piazza San Babila, attraversando largo Beltrami, via Dante, piazzale Cordusio, via Mercanti, piazza della Scala, piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele, si potranno osservare le installazioni di tantissime Case auto e moto. La lista dei brand coinvolti è davvero lunga: Alfa Romeo, Aprilia, Aston Martin, Audi, Automobili Lamborghini, Bentley, Bmw, Bmw Motorrad, Bugatti, Cadillac, Citroën, Corvette, Cupra, Dallara, DR, DS, Ducati, Enel X, Evo, Ferrari, Fiat, Ford, Garage Italia, Harley Davidson, Helbiz, Hyundai, Honda, Jaguar, Jeep, Kawasaki, Kia, Lancia, Land Rover, Lexus, Mak Wheels, Maserati, Mazda, McLaren, MG, Militem, Mini, Mitsubishi, Mole Automobiles, Moto Guzzi, MV Agusta, Opel, Pagani, Pambuffetti, Peugeot, Pirelli, Porsche, Renault, Seat, Seat Mò, Škoda, Suzuki, Tazzari EV, Toyota, Volkswagen e Zero Motorcycles. Brand che interagiranno con il pubblico attraverso le loro opere, permettendo di apprezzare i simboli di massima espressione tecnologica in termini di sostenibilità, sicurezza e comfort, design e performance. Continua su La Stampa

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giovedì 27 maggio 2021

Peugeot, ecco il nuovo logo del brand (che guarda al futuro)


Peugeot si evolve, con una nuova immagine di brand all'interno del Gruppo Stellantis e con un nuovo logo che attinge alla propria storia, ma allo stesso tempo è proiettato al futuro. Ora ha un'immagine bidimensionale ideale per il mondo digitale in cui viviamo, ma anche perfetta espressione di quella lunghissima storia di successi che solo il più antico marchio automobilistico del mondo oggi in attività può vantare. Un brand che da lungo tempo ha iniziato ad anticipare gli attuali e futuri bisogni del mercato in termini di elettrificazione, digitalizzazione e customer experience. Peugeot ha presentato la nuova immagine di brand martedì 11 maggio al Meet di Milano, dove si è tenuto un panel condotto dal giornalista Nicola Porro e dal Direttore Generale di Peugeot Italia, Salvatore Internullo, che ha visto riuniti attorno ad un tavolo diversi esponenti del mondo dell’editoria, del lusso, del cinema e del turismo. Personaggi che hanno raccontato attraverso le loro esperienze l’importanza del brand e della ricerca dell’eccellenza. «L'evoluzione del brand Peugeot è la perfetta espressione di un profondo cambiamento in atto nel mondo e sul quale abbiamo scommesso da tempo. Profondi cambiamenti che abbracciano un nuovo modo di concepire la mobilità e che Peugeot ha già da tempo fatto vedere con prodotti reali, concreti», ha detto Salvatore Internullo a proposito del marchio francese. Continua su GQ

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mercoledì 26 maggio 2021

Bosch, i risultati del 2020 sono stati migliori delle previsioni


"Bosch ha superato bene il primo anno della pandemia di coronavirus. Siamo fra i vincitori nella transizione verso l'elettrificazione e stiamo significativamente espandendo la nostra attività software integrando l'intelligenza artificiale" con queste parole Volkmar Denner, ad di Bosch, ha aperto la presentazione del rapporto annuale 2020 della multinazionale tedesca. Nel prossimo futuro sarà fondamentale la combinazione tra l'Internet delle cose (IoT) ee l'intelligenza artificiale (IA), senza dimenticare la mobilità elettrica ed elettrificata che porterà nuove opportunità di business. L'elettromobilità è diventata rapidamente centrale nella tecnologia powetrain di Bosche e a questo proposito Denner ha riferito che l'azienda sta investendo molto in questo settore, con ulteriori 700 milioni di euro previsti per il 2021, che si aggiungono ai 5 miliardi di euro stanziati in precedenza. Per avere un'idea dei ritmi di crescita, basti pensare che attualmente il fatturato Bosch relativo ai componenti dei sistemi di propulsione elettrici sta registrando una crescita doppia rispetto al mercato, pari a quasi il 40%. Fatturato che crescerà ancora, di cinque volte, per un totale di circa cinque miliardi di euro entro il 2025. "Ormai da tempo l'elettromobilità ha smesso di essere una scommessa sul futuro. I nostri investimenti anticipati stanno iniziando a dare i loro frutti" ha commentato Denner. Guardando invece all'intero gruppo, nei primi tre mesi dell'anno il fatturato è salito al 17% rispetto all'anno precedente. Un trend che dovrebbe assestarsi nel corso del 2021, con un incremento del 6%, mentre il margine operativo dovrebbe registrare un lieve miglioramento assestandosi al 3% circa. Tuttavia, ci sono alcuni elementi di incertezza come quello legato alla crisi di disponibilità dei semiconduttori, difficile da valutare. Continua su La Stampa

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martedì 25 maggio 2021

Trenta anni fa veniva prodotta l'ultima Trabant, con il motore a 4 tempi Volkswagen


Il 30 aprile del 1991, precisamente alle 14:51, l'ultima Trabant usciva dalle catene di montaggio dello stabilimento di Zwickau. Quella dell'auto simbolo della Germania dell'Est è una storia assai originale, tanto dal punto di vista tecnico e politico-industriale, che da quello culturale. Sono passati trenta anni dalla fine della sua produzione, in un impianto che oggi è di proprietà della Volkswagen, dove si producono i modelli elettrici della nuova generazione. Una specie di salto quantico se si ripensa al vecchio biclindrico due tempi da 600 cc della piccola tedesca. Tuttavia, sotto il cofano delle ultime Trabant non c'era più quel vetusto propulsore, bensì un moderno 4 cilindri in linea da un litro di cilindrata, fornito proprio dalla Volkswagen. E questa è un'altra storia nella storia, che risale perfino all'inizio degli anni Ottanta. Già nel 1983, infatti, iniziarono le trattative tra la Sachsenring - la Casa produttrice della Trabant - e il marchio di Wolfsburg. Ci volle più di un anno per arrivare a un accordo, visto che il governo della DDR non voleva pagare in soldi ma in forza lavoro e poi servirono altri anni per costruire un nuovo stabilimento accanto al vecchio (la produzione della P601 a due tempi continuava) dove impiantare la linea della Trabant 1.1. Allo stesso tempo, sorse anche un impianto a Chemnitz - allora Karl-Marx Stadt - per produrre all'Est i monoblocchi destinati alle Volkswagen. Nel frattempo la storia della DDR volgeva al termine e a novembre del 1990 cadde il Muro di Berlino, appena sei mesi dopo l'inizio della commercializzazione della Trabant 1.1, che non aveva solo un nuovo motore ma altre migliorie tecniche sostanziali: a parte lo spostamento del serbatoio dall'anteriore al posteriore e i freni a disco all'anteriore in luogo dei tamburi, l'avantreno a balestre fu sostituito da un MacPherson, mentre al retrotreno al posto dell'assale oscillante furono installati dei bracci obliqui. Continua su La Stampa

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lunedì 24 maggio 2021

Scooter elettrici 2021, il listino dei prezzi dal più al meno costoso


Gli scooter elettrici sono sempre più popolari nelle città italiane. In questo periodo di pandemia la mobilità privata è stata riscoperta da molti utenti, che hanno individuato negli scooter elettrici mezzi pratici, economici e sfruttabili, senza dimenticare i vari ecoincentivi statali. In questi ultimi due anni i brand storici hanno portato sul mercato diversi prodotti, ma anche le nuove proposte sono spuntate come funghi. E, in generale, gli sconti e le promozioni sono sempre corposi, tanto che sia gli scooter elettrici equivalenti ai 50 sia quelli equiparati ai 125, hanno visto crescere in maniera consistente le vendite alla fine del primo lockdown e praticamente per tutto il 2020. Questo trend è stato confermato anche nel 2021, anche perché, come dicevano, tra bonus e offerte è facile acquistare uno scooter elettrico e pagarlo dal 30 al 50% in meno rispetto al prezzo di listino. Così abbiamo scelto gli scooter elettrici più interessanti della categoria L3e-A1, ovvero quelli equiparabili ai classici 125 e che quindi si possono guidare con la patente A1 a 16 anni oppure con la B. Ma quali parametri bisogna considerare prima di comprare uno scooter elettrico? Intanto, considerato l'uso prettamente cittadino un'autonomia di 80-100 km è più che sufficiente; in questo modo almeno due o tre giorni di commuting urbano sono coperti. Continua su GQ

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