domenica 25 aprile 2021

La Rolls-Royce Cullinan e l'accessorio per gli aperitivi più esclusivi del mondo


Tranne qualche rara eccezione, solitamente il bagagliaio di un'auto è una via di mezzo tra un magazzino e un ripostiglio, colmo di oggetti che rimangono lì per anni e di cui si scorda perfino l'esistenza. Questo per quanto riguarda i comuni mortali, perché per chi guida una La Rolls-Royce Cullinan lo scenario è assai diverso. Del resto, chi può spendere non meno di 350.000 euro per un SUV lungo 5,34 metri, ha sicuramente altri problemi di cui occuparsi. Uno di questi potrebbe essere come organizzare un aperitivo nel bel mezzo della sua tenuta di campagna, da raggiungere senza sforzo a bordo della propria Cullinan, evitando di rompere i preziosi bicchieri o la bottiglia di champagne a tre zeri. Ma qui viene in soccorso Rolls-Royce, che ha pensato anche a questo frangente, creando il Recreation module. Si tratta di uno scomparto attrezzato e motorizzato ,progettato per scomparire all'interno del pavimento del bagagliaio. Si spinge un pulsantino e il vano dedicato si apre scorrendo verso l'esterno, rivelando il prezioso contenuto, sulla cui natura ci si può sbizzarrire. I 48 litri che il Recreation module mette a disposizione, infatti, possono essere personalizzati con alloggiamenti su misura per ogni singolo oggetto, così da garantirne l'integrità anche nei sobbalzi del fuoristrada. Il box stesso può essere rimosso e conservato separatamente, ma se ne può richiedere anche più di uno per ogni diversa attività, dalle tradizionali caccia e pesca fino agli sport estremi più moderni. Tutto questo senza sottrarre spazio al vano bagagli, che mette a disposizione 526 oppure 600 litri a seconda della configurazione scelta per il posteriore tra divano per tre passeggeri o poltrone singole. Continua su La Stampa

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sabato 24 aprile 2021

Skoda Octavia Wagon iV, elettrica quando serve


La Skoda Octavia Wagon iV è una di quelle auto che danno certezze. Comoda, spaziosa e tecnologia, ha uno stile che è il perfetto mix di eleganza e understatement. In altre parole l'alternativa perfetta per chi non vuole cedere al SUV ma ha bisogno di tanta volumetria a bordo. La nuova generazione è sul mercato ormai da un anno e vi abbiamo già raccontato come va nella classica motorizzazione Diesel, che per chi fa tanti chilometri è ancora la soluzione migliore. Stavolta, invece, ci dedichiamo alla versione più futuristica, la ibrida plug-in. Da lontano e da fermo è praticamente impossibile distinguerla dalle altre Octavia, mentre se è in movimento si rimane colpiti da silenzio con cui è in grado di marciare. Si perché la Skoda Octavia Wagon iV - iV è la sigla che distingue le vetture con la spina del brad boemo - abbina un tradizionale motore a benzina, 1.4 turbo da 150 CV, a un altro elettrico da 102 CV che è inserito all'interno nel cambio DSG a 6 rapporti. La potenza complessiva disponibile è di 204 CV, sufficienti per scattare da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi e arrivare fino a 220 km/h. È la nuova frontiera dell'elettrificazione, l'anello di congiunzione tra l'auto del passato e quella del futuro. Ibrida plug-in vuol dire che può essere ricaricata per fare il pieno di elettricità: aprendo lo sportellino vicino alla porta del guidatore, si può collegare a una presa domestica, come se fosse uno smartphone, e in quattro è completamente carica. A questo punto ci si può muovere a emissioni zero, raggiungendo anche i 140 km/h e potendo contare su un'autonomia (omologata WLTP) che arriva a 67 km, grazie alla batteria agli ioni di litio capace di stoccare 13 kWh. Continua su GQ

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venerdì 23 aprile 2021

Il Mini Challenge compie 10 anni e si prepara alla stagione 2021


Il Mini Challenge compie dieci anni o, per essere più precisi, dieci edizioni consecutive ed è pronto a ripartire nel 2021 con un carico di novità. Nonostante le difficoltà dovute al protrarsi dell’emergenza sanitaria che ha colpito duramente il settore automotive e dello sport, Mini Italia ha rinnova il suo impegno nell’organizzare uno dei campionati monomarca più interessanti del panorama nazionale. Un impegno che proseguirà immutato nel prossimo futuro, visto che sono già state ufficializzate le prossime tre stagioni. Intanto, nel 2021, i team si sfideranno nell’ambito di sei appuntamenti, a fronte dei cinque del 2020, all’interno della programmazione ACI Sport, gareggiando a bordo delle Mini John Cooper Works Challenge Pro e delle Mini John Cooper Works Challenge Lite sulle piste dei più celebri circuiti nazionali. Tra i team iscritti ne figurano alcuni già protagonisti delle stagioni passate e nuovi provenienti da altri campionati. A oggi la lista dei partenti non è ancora chiusa, ma in griglia ci dovrebbero essere tra le quindici e le venti auto. A questo proposito, entrambe le vetture sono state sviluppate e curate da Promodrive, partendo dalla Mini John Cooper Works 3 porte. Sono dotate di un allestimento racing specifico che prevede un kit di sicurezza e uno aerodinamico esterno, dopodiché differiscono per il livello di preparazione. Le differenze macroscopiche riguardano il powertrain, la Pro ha 265 CV e il cambio sequenziale a innesti frontali, mentre la Lite mantiene i 231 CV del motore stock, così come la trasmissione manuale a 6 marce. Continua su La Stampa 

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giovedì 22 aprile 2021

Audi Q4 e-tron, perché passare all'auto elettrica adesso è ancora più facile


Le Audi Q4 e-tron e Audi Q4 Sportback e-tron sono pronte a debuttare sul mercato italiano e accedere alla mobilità elettrica non è mai stato così facile. Alla versatilità tecnica, all’abitabilità di due categorie superiori e alle prestazioni della piattaforma modulare elettrica MEB del Gruppo Volkswagen, le Audi Q4 e-tron e Audi Q4 Sportback e-tron, abbinano la flessibilità e la personalizzazione di formule finanziare innovative. Per esempio, con Audi Value noleggio si può salire sulla Q4 40 e-tron - 204 CV e 520 chilometri di autonomia omologati WLTP - con un canone mensile di 499 euro. Questa formula include le soluzioni per la ricarica pubblica e domestica oltre che l’offerta Audi in materia di servizi post vendita, copertura assicurativa e assistenza. Inoltre, c'è la possibilità di rimodulare o uscire anticipatamente a condizioni agevolate dal contratto di locazione. Altro aspetto importante è quello del valore residuo, che nel caso della Audi Q4 e-tron è prossimo al 60% (dopo 3 anni e 45.000 chilometri), consentendo di contenere anticipo e canoni. Chi sceglie una Audi Q4 e-tron, non si occupa dell’infrastruttura di ricarica, grazie all’accesso gratuito per 12 mesi al servizio Audi e-tron Charging Service. Quest'ultimo può contare su oltre 213.000 stazioni di ricarica pubbliche in 26 Paesi, di cui oltre 15.000 in Italia, inclusa la rete HPC di Enel X. Poi ci sono un’unica card e un unico contratto, nonché di tariffe convenzionate per il network ad alta velocità Ionity. In ambito domestico, invece, la wallbox di Enel X è inclusa nell’offerta ed è gestita come un accessorio della vettura. Così l’ansia da ricarica viene risolta a monte, a casa propria – dove avvengono il 90% delle ricariche – sfruttando i momenti in cui l'auto è ferma, come la notte. Continua su GQ

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mercoledì 21 aprile 2021

Audi A6 e-ton concept: è in arrivo la nuova limousine elettrica da 700 km di autonomia



Non è un caso che Audi abbia scelto la cornice del Salone dell’auto di Shanghai per presentare la nuova Audi A6 e-tron concept, ovvero il prototipo che prefigura la prossima limousine completamente elettrica. Quello cinese, infatti, è il mercato che più di tutti apprezza questo genere di vetture, che giocano un ruolo di grande rappresentanza e vengono quasi sempre guidate dagli autisti. Ma La A6 e-tron concept è anche di più, visto che prefigura la prossima generazione di Audi 100% elettriche basate sulla piattaforma PPE (Premium Platform Electric). I primi modelli costruiti su questo pianale verranno svelati entro la fine del 2022: primi apparterranno al segmento "E" - in casa Audi si legge A6 e Q5 - i secondi al segmento D, cioè A4 e Q3. Tornando alla nuova piattaforma PPE, è stata sviluppata in collaborazione con Porsche sotto la direzione Audi. Questo vuol dire che anche la prossima Taycan e il corrispettivo elettrico della Cayenne la utilizzeranno. E, del resto, le prestazioni saranno da riferimento, visto che da Ingolstadt già parlano di autonomie oltre i 700 km e di scatti da 0 a 100 km/h chiusi in meno di 4 secondi, grazie anche alla trazione integrale. Quest'ultima è configurata dalla presenza di due motori elettrici, uno per assale, con una potenza combinata di 476 CV e 800 Nm di coppia. Ci saranno anche versioni a trazione posteriore della A6 e-tron concept, ma la più lenta impiegherà comunque sette scondi nel tradizionale scatto da fermo. Continua su La Stampa

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martedì 20 aprile 2021

Maserati Levante Hybrid, l'efficienza incontra le prestazioni


La Maserati Levante Hybrid è il secondo modello ibrido del Tridente, dopo il debutto della Ghibli con cui condivide il powertrain. L'obiettivo della nuova versione elettrificata del SUV è quello di migliorare le prestazioni senza snaturare i valori del brand, puntando sia alle performance sia alla riduzione dei consumi, sottolineando la vocazione al piacere di guida e al lusso. Il cuore della Maserati Levante Hybrid è il motore 2 litri 4 cilindri turbo benzina, che integra un sistema ibrido basato su impianto elettrico a 48 Volt, sviluppato insieme a Bosch. Grazie all'alternatore-generatore, l'auto recuperare l’energia in decelerazione e in frenata, per poi restituirla in accelerazione, aumentando l'efficienza. Così questa Levante pesa di meno delle versioni a 6 cilindri e ha una migliore distribuzione dei pesi, grazie alla nuova collocazione della batteria agli ioni di litio, che si trova nella zona posteriore, ma senza compromettere la capacità di carico. La potenza del sistema ibrido è di 330 CV, con 450 Nm di coppia già disponibili a 2.250 giri. Anche grazie alla trazione integrale i 100 km/h si raggiungono da fermo in 6 secondi, mentre la velocità massima supera i 240 km/h. Ancora a proposito di tecnologia, anche sulla Levante Hybrid sono di serie i sistemi di assistenza alla guida firmati Bosch, come il cruise control adattivo, la frenata automatica di emergenza, il mantenimento di corsia e il monitoraggio dell'angolo cieco, senza dimenticare il Driving assist che regola velocità, accelerazione, frenata e sterzo del veicolo su ogni tipo di strada, visto che non ha bisogno del segnale GPS. Tutti questi dispositivi funzionano grazie all’azione combinata di componenti chiave come il sensore radar a lungo raggio, il sistema elettronico di stabilità e lo sterzo elettrico. Continua su GQ

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lunedì 19 aprile 2021

Cinquanta anni fa nasceva la Fiat 127, cioè la prima utilitaria moderna italiana


La Fiat 127 è una di quelle auto che hanno fatto la storia della motorizzazione italiana. Il modello originale debuttò nell'aprile del 1971, proprio mezzo secolo fa, compiendo un grande balzo in avanti rispetto alla 850, che del resto era stata concepita alla fine degli anni Cinquanta. Il salto era grande non soltanto nella tecnica ma anche nello stile. Lo schema "tutto avanti" con il motore anteriore trasversale era già stato sperimentato dal Gruppo Fiat sulle Autobianchi Primula e A112 e sulla Fiat 128 che era uscita un paio di anni prima. Ma con la 127 questo schema arrivava per la prima volta su una vettura davvero popolare. A livello di design, invece, la matita di Pio Manzù - figlio dello scultore Giacomo - definì una linea molto moderna, tanto nelle proporzioni quanto in alcuni dettagli estetici piuttosto ricercati. Era talmente avanti rispetto all'epoca, che ispirò molte concorrenti degli anni seguenti. Manzù, invece, fu molto sfortunato perché morì in un incidente stradale proprio mentre si recava alla presentazione della maquette definitiva alla dirigenza Fiat. La 127, in ogni caso, ebbe un successo immediato, anche fuori dall'Italia, tanto che in poco più di tre anni ne vennero prodotte un milione, mentre nel 1972 si aggiudicò il premio di Auto dell'Anno, allora ancora più ambito di oggi, oltre a diversi altri premi nazionali. Nello stesso anno debuttò anche la versione "3 porte" visto che la prima 127 aveva ancora il baule separato dall'abitacolo e non un portellone completo. Con questa modifica, si poteva sfruttare tutto lo spazio interno, aprendo possibilità sconosciute alle vetture con il motore posteriore. A livello meccanico, in ogni caso, la 127 era figlia di un progetto all'avanguardia, a partire dal propulsore che era un'evoluzione di quello della 850 Sport, ovvero il 903 cc ad aste e bilancieri che sarebbe poi arrivato fino al terzo millennio. Continua su La Stampa

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