Fernando Alonso torna a Imola, 20 anni dopo la sua prima volta, al volante di una Alpine. La prima volta che il pilota spagnolo corse all'autodromo Enzo e Dino Ferrari su una Formula 1, infatti, era esattamente il 15 aprile 2001. L'auto in questione era una Minardi e quell'anno Alonso era il terzo più giovane esordiente della storia della F1. Da quel giorno ne è passata di acqua sotto i ponti: Fernando Alonso ha vinto due mondiali con la Renault e ne ha sfiorati altri due con la Ferrari, perdendoli per quattro punti nel 2010 e per tre punti nel 2012. In tutto ha corso per cinque stagioni con la scuderia di Maranello, prima di approdare alla McLaren dove però non è mai andato oltre il decimo posto in classifica. Poi il ritiro del 2018 e l'impegno spostato su altre discipline molto impegnative, come il mondiale endurance. In questo periodo sono arrivate le due vittorie alla 24 di Le Mans e l'assalto alla 500 miglia di Indianapolis, che però non è riuscito. E proprio di questo gli abbiamo chiesto nella nostra intervista.
Sei vicinissimo alla cosiddetta Triple Crown (mondiale F1, Le Mans e 500 miglia di Indianapolis), ci riproverai?
«Non so se ci riproverò, è difficile rispondere adesso. Di certo è un obiettivo che mi attrae ancora e ha sicuramente il suo fascino. Ma ora sono focalizzato al 100% sulla Formula 1 ed è difficile guardare oltre. Non so che cosa farò dopo, la sfida di questo ritorno è già immensa. In ogni caso la 500 miglia di Indianapolis resta una gara magica».
A Imola sei stato protagonista di grandi duelli con Michael Schumacher, che ricordi hai?
«Ho un bellissimo ricordo delle battaglie con Michael.
Una grande emozione. Io arrivavo in F1 in quegli anni e lui era un
riferimento, un campione da cui imparare tanto. Duellare con lui era
speciale e quello che abbiamo fatto qui a Imola è rimasto
nell'immaginario collettivo. Riguardo alla sua situazione attuale,
rispetto la sua privacy, come tutti, ma ho sempre la speranza che
arrivino buone notizie». Continua su GQ
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