lunedì 29 marzo 2021

Fiat 500 Elettrica, la prova - il "cinquino" è pronto per il futuro


Quando una delle auto più amate dagli italiani, se non la più amata, viene completamente riprogettata, dotata di un nuovo design - con soluzioni originali come i fari anteriori che proseguono nel cofano - ma soprattutto di un motore elettrico, il livello di attenzione e di stupore delle persone che la vedono cresce esponenzialmente. "Ma che è elettrica?" è la domanda che ci è stata rivolta più di frequente durante le due settimane in cui abbiamo guidato la nuova Fiat 500 in lungo e in largo per le vie di della Capitale. Dalla famigerata ZTL del centro, fino al raccordo (croce e delizia dei romani), a Ostia e a Fiumicino, mettendola alla prova in tutte quelle situazioni di vita quotidiana che preoccupano di più tutti quelli che iniziano ad avvcinarsi all'elettrico. Preoccupazioni che nella maggior parte dei casi non hanno ragione di esistere. Con una batteria agli ioni di litio da 42 kWh - 37,3 kWh realmente utilizzabili - e un'autonomia omologata WLTP di 320 km, la 500 è pronta ad accompagnarvi ovunque in ambito urbano. Anche il Comune di Roma, che è il più esteso di Europa, non è un problema. Purtroppo, però, l'inverno è il periodo peggiore per tutte le auto elettriche, che devono usare parte dell'energia delle batterie per riscaldare l'abitacolo. Così, con gli accumulatori al 100%, abbiamo letto al massimo 260 km sullo strumento di bordo, che in ogni caso sono più che sufficienti per utilizzarla diversi giorni senza doverla ricaricare. Per questa operazione le possibilità sono molteplici. Noi l'abbiamo collegata quasi tutte le sere a un impianto domestico da 3,6 kW di potenza. Immaginando di tornare a casa all'ora di cena e di uscire la mattina seguente, dodici ore bastano per passare dal 50% al 100% e senza limitazioni nell'utilizzo degli elettrodomestici. Ovviamente installando una Wallbox da 7,2 kW i tempi si accorciano, ma non è indispensabile. Se invece si vuole ricaricare lontano da casa, il discorso diventa più articolato: attualmente a Roma ci sono circa 350 colonnine, la maggior parte delle quali hanno una potenza massima di 22 kW, in corrente alternata. Continua su La Stampa

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domenica 28 marzo 2021

L' Audi RS e-tron GT debutta ai Mondiali di sci di Cortina 2021


L' Audi RS e-tron GT farà il suo debutto internazionale in occasione dei Mondiali di sci di Cortina 2021, che andranno in scena dal 7 al 21 febbraio a Cortina d'Ampezzo. L'auto che verrà esposta nella centrale Piazza Roma è ancora la versione prototipo della Audi RS e-tron GT, ma c'è da scommettere che la versione finale sarà molto simile a questa. Per vederla nelle sue forme definitive dovremo attendere la presentazione ufficiale, che avverrà online martedì 9 febbraio dalle ore 19.00 e potrà essere seguito in live streaming. Sviluppata da Audi Sport e prodotta con metodi innovativi e tecnologie sostenibili come il ciclo chiuso dell’alluminio, la Gran Turismo elettrica costituisce l’apice dell’evoluzione sostenibile della sportività dei Quattro anelli. Un percorso iniziato con l’iconica Audi RS 6 Avant che è diventata ibrida e che culminerà con le prestazioni da supercar della Audi e-tron GT: da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi per la variante RS, ricarica rapida fino a 270 kW in DC e sound digitale che “copia” l’erogazione del powertrain. La Audi RS e-tron GT sarà la più potente vettura elettrica mai realizzata dalla Casa di Ingolstadt. La nuova Gran Turismo è prodotta all’Audi Böllinger Höfe, il sito certificato carbon neutral di Heilbronn, dove la tecnologie d'avanguardia si affianca a lavorazioni realizzate con un sapiente lavoro artigianale. Continua su GQ

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sabato 27 marzo 2021

La Moto Guzzi compie 100 anni e si prepara a presentare una naked sportiva inedita


Moto Guzzi compie un secolo e l'Aquila che si trova sul serbatoio grazie a una storia di profonda amicizia continua a volare alto anche cento anni dopo. Risalire alle origine di uno dei più importanti marchi motociclistici italiani vuol dire spostarsi dalle rive del del Lago di Como a quelle del Mediterraneo ligure. Era il 15 marzo 1921 e nello studio del notaio Paolo Cassanello, sito in Corso Aurelio Saffi a Genova, viene fondata la "Società Anonima Moto Guzzi" avente per oggetto "La fabbricazione e la vendita di motociclette e ogni altra attività attinente o collegata all'industria metalmeccanica". I soci snoo l'armatore Emanuele Vittorio Parodi, suo figlio Giorgio e l'amico Carlo Guzzi. Parodi e Guzzi, inoltre, avevano un amico e commilitone nel Servizio Aereo della Regia Marina, con cui avevano combattuto fianco a fianco durante la Prima Guerra Mondiale. Si chiamava Giovanni Ravelli e morì nel 1919 durante un volo di collaudo. L'Aquila che si trova sul serbatoio delle Moto Guzzi è proprio quella del Servizio Aereo della Marina, che legava Ravelli ai suoi amici. Sin dalla fondazione, tutte le Moto Guzzi sono state costruite a Mandello del Lario e progettate in Italia. Motociclette che, soprattutto nel primo Dopoguerra, hanno fatto la storia della motorizzazione italiana ed europea. La prima a uscire dal cancello dell'attuale via Parodi 57 è la Normale, con 8 CV di potenza. Seguono modelli di successo come la Guzzi G.T. del 1928, soprannominata “Norge” per il raid al Circolo Polare Artico, e l’Airone 250 (1939), per oltre 15 anni la “media cilindrata” più diffusa in Italia. Giungono anche le vittorie sportive: la prima è nella Targa Florio nel 1921 che inaugura una serie impressionante di successi. Al momento del ritiro dalle competizioni (1957), la Moto Guzzi conta 14 titoli mondiali velocità e 11 Tourist Trophy. Nel dopoguerra nascono modelli come il Guzzino 65 (“Cardellino”), per oltre dieci anni la moto più venduta in Europa. In seguito arrivano il Galletto (1950) e la Lodola 175 (1956). Continua su La Stampa

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venerdì 26 marzo 2021

Formula E, ecco il nuovo circuito dell'E-Prix di Roma


La Formula E si prepara a partire con la nuova stagione, che debutterà il 26 e 27 febbraio a Diriyah, in Arabia Saudita, dove si correrà per la prima volta in una doppia gara in notturna. A poco meno di dieci settimane dal via è stata svelata la nuova configurazione per il circuito di Roma. Il teatro è sempre quello dell’EUR, che vedrà sfrecciare nel cuore del quartiere capitolino le ventiquattro monoposto elettriche Gen2, per la terza volta dall'esordio della serie nel 2018. Il Rome E-Prix è previsto per il 10 aprile e la nuova pista sarà molto impegnativa: i piloti dovranno affrontare tre nuove curve veloci, un'ulteriore sezione di curve tecniche e i classici sali e scendi caratteristici del vecchio circuito. Il nuovo tracciato metterà in risalto ancora di più il contesto spettacolare che offre il quartiere EUR, passando davanti a Palazzo dei Congressi e poi in Piazzale Marconi. Inoltre, da quest'anno passerà anche di fronte all'iconico Palazzo della Civiltà Italiana, il cosiddetto Colosseo Quadrato e tutto il Parco del Ninfeo sarà incluso all'interno del perimetro della manifestazione. Il layout della nuova pista è nato con la collaborazione dei residenti e delle aziende, con l'obiettivo di ridurre al minimo le interruzioni nella mobilità durante le giornate precedenti e antecedenti alla gara. Il nuovo tracciato, infatti, coinvolgerà in modo superficiale Via Cristoforo Colombo e avrà un impatto minore sul traffico cittadino. Continua su GQ

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giovedì 25 marzo 2021

Auto elettriche e incentivi: che cosa si compra da 15.000 a 45.000 euro


Nel 2020 gli italiani si sono accorti dell'esistenza delle auto elettriche. Lo scorso anno, infatti, sono state immatricolate 32.538 vetture BEV - Battery Electric Vehicle - contro le 10.556 del 2019. Il totale, dunque, si è triplicato ed è arrivato a rappresentare il 2,3% dell'interno mercato. È ancora poco, ma è quello che basta perché molti automobilisti inizino a considerare l'acquisto di una elettrica o perlomeno a parlarne all'interno della propria rete di conoscenze. Tuttavia, esclusi gli appassionati di nuove tecnologie, la maggior parte delle persone ha una conoscenza superficiale della materia, a partire dai prezzi. Infatti uno dei dubbi più classici e frequenti riguarda il prezzo delle auto elettriche. Quindi, proviamo a fare chiarezza e consideriamo già nel prezzo finale i 10.000 euro di incentivi.

Entro i 15.000 euro

Si parte dalla Dacia Spring, per la quale che costa da 9.640 euro. L'elettrica democratica del Gruppo Renault è lunga 3,73 metri, ha un motore da 45 CV e una batteria da 27 kWh che sono sufficienti per farle percorrere 230 km nel ciclo di omologazione misto del WLTP. La Twingo EV è una sua parente stretta, ancora più compatta. La lunghezza si ferma a 3,60 metri, mentre i kWh degli accumulatori sono 22 che bastano per omologare un'autonomia media di 190 km. Tutto ciò al prezzo di 12.950 euro. Le Smart Fortwo e ForFour EQ hanno un legame ancora più stretto con la Twingo, visto che sono tutte figlie dello stesso progetto, per cui Renault e Daimler avevano unito le forze. Nel loro caso, però, la batteria ha solo 18 kWh e garantisce 143 e 138 km di percorrenza, rispettivamente per la due e la quattro porte. I prezzi partono da 15.210 e 18.832 euro. Continua su La Stampa

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mercoledì 24 marzo 2021

Tesla Model S e Model X, il nuovo volante sembra la cloche di un aereo


Tesla ha presentato gli aggiornamenti della Model S e della Model X - i modelli più vecchi della gamma - che cambiano soprattutto all'interno. L'abitacolo è stato praticamente rivoluzionato e il volante è diventato così scenografico che sembra la cloche di un aereo. Ma andiamo con ordine. Tesla ha iniziato il nuovo anno con il vento in poppa, visto che i risultati del 2020 sono stati positivi come non mai. Per la prima volta in 17 anni, infatti, la Casa californiana ha chiuso un bilancio in attivo, con 721 milioni di dollari di utile.

Questo grazie al mezzo milione scarso di auto vendute, che hanno portato il margine operativo lordo al 18,4%, un valore che per la maggior parte delle Case auto è solo un sogno. Numeri che spiegano meglio l'incredibile capitalizzazione Tesla, che da qualche mese si è stabilizzata a 800 miliardi di dollari. Ovviamente per Elon Musk non è abbastanza. «Stiamo aumentando la nostra capacità produttiva il più rapidamente possibile. Nei prossimi anni prevediamo di raggiungere una crescita media annua del 50% nelle vendite. In alcuni anni, come nel 2021, questo dato potrebbe anche salire», ha detto Musk durante la presentazione dei risultati economici. Tornando alle Model S e Model X, la vecchia plancia di derivazione Mercedes è stata sostituita da un nuovo cruscotto con forme orizzontali su cui galleggia il display dell'infotainment orizzontale da 17 pollici, come sulla Model 3. Continua su GQ

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martedì 23 marzo 2021

Maserati Bora, la prima vettura del Tridente a motore centrale compie 50 anni


Ci sono delle vetture che lasciano il segno, vuoi per lo stile oppure per la tecnica. La Maserati Bora è una di queste e nel suo caso sono entrambe le motivazioni a imprimere una traccia nella storia dell'auto. Parlando di design, la matita che ha firmato la Bora è quella di Giorgetto Giugiaro e della Italdesign, a cui Maserati commissionò prima lo studio di "una vettura sportiva con motore posteriore centrale che esaltasse prestazioni, design, comfort e sicurezza" e poi la linea del modello definitivo. L’impostazione era futuristica, il muso si presentava basso e sottile quasi affilato per voler perforare l’aria, mentre la calandra era caratterizzata da due prese d’aria a forma rettangolare con un Tridente al centro. La fiancata, perfettamente liscia, era divisa centralmente da un sottile filetto profilato di gomma nero, mentre il posteriore terminava a coda tronca. 

Parlando invece di caratteristiche tecniche, fu la prima vettura stradale del Tridente ad utilizzare questa configurazione del propulsore, seguendo una tendenza che si era imposta già da qualche anno in Formula 1. In ogni caso, sono trascorsi esattamente cinquanta anni dal marzo del 1971, quando il Salone di Ginevra fece da palcoscenico al debutto del Maserati Bora, che oggi è più attuale che mai, visto che al suo layout si ricollega quello della MC20.


Tornando alla Bora, come molte altre Maserati, anche lei porta il nome di un vento famoso, mentre a spingerla ci pensava il collaudato V8 da 4,7 litri, capace di erogare 310 cavalli a 6.000 giri, montato in posizione longitudinale su un telaietto ausiliario applicato alla scocca portante. Nel 1973 fu affiancato dal più potente 4,9 litri che aveva 335 CV e che poteva spingere la supercar modenese oltre i 280 km/h, con un comfort ammirevole per una vettura di quel genere e di quell'epoca. Continua su La Stampa

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