sabato 12 dicembre 2020

Gymkhana 2020, il nuovo episodio della serie cult è senza Ken Block


Il nuovo episodio di Gymkhana, l'undicesimo della serie, è stato pubblicato poche ore fa su YouTube. Si intitola semplicemente Gymkhana 2020 e la grande novità è che al volante non c'è Ken Block ma Travis Pastrana. Per chi non conosce la saga, il primo è il pilota di rally creatore e protagonista di questa serie di video che negli anni ha totalizzato un miliardo di visualizzazioni, mentre il secondo è un suo amico, che peraltro ha già partecipato a Gymkhana 5 nel 2012. Ma Travis Pastrana non è semplicemente un compare di Block, ma uno dei piloti di motocross più vincenti e talentuosi d'America. Continua su La Stampa

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venerdì 11 dicembre 2020

Elon Musk vuole vendere tutto per colonizzare Marte


Elon Musk ha deciso di vendere tutto. Obiettivo: avere ancora più risorse a disposizione per inseguire il sogno di fondare una nuova civiltà su Marte. Ne ha parlato durante un'intervista rilasciata alla testata tedesca Die Welt. «Penso che sia importante che l'umanità evolva in una civiltà spaziale, in una specie multiplanetaria. Ci vorranno enormi risorse per costruire una città su Marte e voglio essere in grado di contribuire il più possibile», ha esordito Elon Musk, per poi entrare nello specifico. «Ho venduto la mia residenza principale a Los Angeles qualche mese fa, e adesso stiamo vendendo le mie altre case; non avrò quasi nessuna proprietà di grande valore oltre alle azioni delle società. Ho bisogno di una casa solo per i miei figli, e posso comunque affittarne una». Continua su GQ

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giovedì 10 dicembre 2020

Lamborghini Jarama GT, l'ultima "Lambo" col motore anteriore compie 50 anni


Esattamente mezzo secolo fa, al Salone di Ginevra del 1970, Lamborghini presentava la Jarama GT, il Jarama, il cui nome deriva da una zona collocata a nord di Madrid famosa per i suoi allevamenti di tori da combattimento. Si tratta dell'ultima evoluzione del concetto di berlinetta granturismo 2+2, con il motore anteriore V12, in questo caso da 4 litri. Dal punto di vista tecnico, deriva dalle precedenti 400 GT e Islero, di cui mantiene la stessa impostazione meccanica. La firma del progetto, però, non è più di Gianpaolo Dallara, ma del suo ex braccio destro, Paolo Stanzani, che nel frattempo era diventato ingegnere capo. La linea, invece, è opera di Marcello Gandini - a quell'epoca in forza alla Bertone - ed è fatta di linee tese e angolari, come era di moda negli anni Settanta. Continua su La Stampa

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mercoledì 9 dicembre 2020

Le auto di «The Crown» sono un inno all'orgoglio britannico


Le auto di The Crown sono una specie di museo viaggiante della tradizione automobilistica britannica. Nelle quarto stagioni della serie televisiva prodotta dalla Left Bank Pictures e dalla Sony Pictures Television per Netflix compaiono svariati modelli di grande bellezza e classe, alcuni dei quali hanno fatto la storia dell'automobile. Se nelle prime stagioni abbiamo visto vetture degli anni Cinquanta e Sessanta, nella quarta stagione abbiamo potuto apprezzare modelli più recenti, in particolare alcune Jaguar che hanno caratterizzato gli anni Ottanta e Novanta. Continua su GQ

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martedì 8 dicembre 2020

La Defender rinasce grazie a Bowler: avrà 575 CV e costerà 200.000 sterline


Da veicolo prettamente agricolo, pensato per le campagne inglesi e l'esercito di Sua Maestà, a costosa supercar a tiratura limitata. È la parabola di una delle fuoristrada più famose del mondo, nata come Land Rover Serie I nel 1948, defunta come Defender nel 2016 e pronta a rinascere sotto l'effige della Bowler. Quest'ultima è una factory britannica fondata nel 1985 dall'omonimo Drew Bowler e specializzatasi negli anni nella preparazione di fuoristrada ad alte prestazioni, principalmente per impiego agonistico, basati su modelli Land Rover e Range Rover. Nel 2019 la Bowler è stata acquistata da Jaguar Land Rover per inserirla nel contesto del reparto Special Vehicle Operations, che si occupa dei modelli speciali di entrambi i brand. Così, anche se formalmente Bowler e JLR hanno firmato un contratto di licenza, nella pratica rimane tutto in famiglia. Continua su La Stampa

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lunedì 7 dicembre 2020

Joe Biden e la sua Corvette, una grande storia d'amore


La Corvette di Joe Biden ha una storia molto particolare, ma prima di raccontarla vale la pena allargare lo scenario e capire che persona sia il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti. La passione di Joe Biden per le auto viene da lontano. Intanto, la sua passione per i motori viene da lontano, così come il suo rapporto con le auto, visto che suo padre Joseph era direttore vendite di una grande concessionaria Chevrolet di Wilmington nel Delaware. Così, già da ragazzo, Biden iniziò a stare a contatto con le automobili; erano gli anni in cui frequentava l'università e oggi fa sorridere che le regole dell'epoca - siamo negli anni Cinquanta - non concedessero agli studenti di possedere una vettura. Ma Biden era più fortunato di altri, perché nei weekend poteva prendere in prestito sempre un'auto diversa dalla concessionaria dove lavorava il padre. La Corvette di Joe Biden, invece, era un regalo di matrimonio fatto proprio da suo padre; si tratta, in particolare, di una Stingray del 1967. Il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti ha raccontato questa storia nel 2016, durante un'intervista a Jay Leno, che è un altro grande appassionato di auto: «Non dovrei dirlo, ma mi piace la velocità», disse al tempo Biden, che probabilmente non potrà più mettersi al volante per un bel pezzo, visto che il protocollo di sicurezza della Casa Bianca gli vieta di guidare su strade aperte al traffico; una limitazione che Biden ha dovuto già rispettare durante gli otto anni come vice di Obama, in cui si è concesso solo una manciata di eccezioni. Continua su GQ

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domenica 6 dicembre 2020

Mercedes GLA 45 S 4Matic+ AMG, la prova - una supercar in incognito


Negli ultimi anni Mercedes ha avuto il merito di riportare l'attenzione sui motori ad alte prestazioni. In un'epoca in cui i temi principali sono l'abbattimento delle emissioni, la mobilità elettrica e connessa, e la guida autonoma, a Stoccarda hanno ricordato a tutto il mondo automobilistico che i cavalli possono scalpitare ancora e in modo più selvaggio che mai. Così, chi pensa che la Formula 1 attuale sia staccata dalla realtà e che le sue tecnologie non abbiano nulla a che vedere con le auto di serie, dovrebbe affondare il pedale del gas collegato al 2 litri benzina, ovviamente turbo, sviluppato da Mercedes-AMG, ovvero il reparto sportivo della Stella che ha sede ad Affartelbach. La spinta poderosa dei suoi 421 CV e 550 Nm, gli farebbero sorgere più di un dubbio. Sono cifre che su queste cilindrate solitamente appartengono all'universo del tuning, dove le remore circa l'affidabilità e il rispetto delle omologazioni sono priorità (per così dire) secondarie. Continua su La Stampa

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