mercoledì 9 dicembre 2020

Le auto di «The Crown» sono un inno all'orgoglio britannico


Le auto di The Crown sono una specie di museo viaggiante della tradizione automobilistica britannica. Nelle quarto stagioni della serie televisiva prodotta dalla Left Bank Pictures e dalla Sony Pictures Television per Netflix compaiono svariati modelli di grande bellezza e classe, alcuni dei quali hanno fatto la storia dell'automobile. Se nelle prime stagioni abbiamo visto vetture degli anni Cinquanta e Sessanta, nella quarta stagione abbiamo potuto apprezzare modelli più recenti, in particolare alcune Jaguar che hanno caratterizzato gli anni Ottanta e Novanta. Continua su GQ

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martedì 8 dicembre 2020

La Defender rinasce grazie a Bowler: avrà 575 CV e costerà 200.000 sterline


Da veicolo prettamente agricolo, pensato per le campagne inglesi e l'esercito di Sua Maestà, a costosa supercar a tiratura limitata. È la parabola di una delle fuoristrada più famose del mondo, nata come Land Rover Serie I nel 1948, defunta come Defender nel 2016 e pronta a rinascere sotto l'effige della Bowler. Quest'ultima è una factory britannica fondata nel 1985 dall'omonimo Drew Bowler e specializzatasi negli anni nella preparazione di fuoristrada ad alte prestazioni, principalmente per impiego agonistico, basati su modelli Land Rover e Range Rover. Nel 2019 la Bowler è stata acquistata da Jaguar Land Rover per inserirla nel contesto del reparto Special Vehicle Operations, che si occupa dei modelli speciali di entrambi i brand. Così, anche se formalmente Bowler e JLR hanno firmato un contratto di licenza, nella pratica rimane tutto in famiglia. Continua su La Stampa

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lunedì 7 dicembre 2020

Joe Biden e la sua Corvette, una grande storia d'amore


La Corvette di Joe Biden ha una storia molto particolare, ma prima di raccontarla vale la pena allargare lo scenario e capire che persona sia il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti. La passione di Joe Biden per le auto viene da lontano. Intanto, la sua passione per i motori viene da lontano, così come il suo rapporto con le auto, visto che suo padre Joseph era direttore vendite di una grande concessionaria Chevrolet di Wilmington nel Delaware. Così, già da ragazzo, Biden iniziò a stare a contatto con le automobili; erano gli anni in cui frequentava l'università e oggi fa sorridere che le regole dell'epoca - siamo negli anni Cinquanta - non concedessero agli studenti di possedere una vettura. Ma Biden era più fortunato di altri, perché nei weekend poteva prendere in prestito sempre un'auto diversa dalla concessionaria dove lavorava il padre. La Corvette di Joe Biden, invece, era un regalo di matrimonio fatto proprio da suo padre; si tratta, in particolare, di una Stingray del 1967. Il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti ha raccontato questa storia nel 2016, durante un'intervista a Jay Leno, che è un altro grande appassionato di auto: «Non dovrei dirlo, ma mi piace la velocità», disse al tempo Biden, che probabilmente non potrà più mettersi al volante per un bel pezzo, visto che il protocollo di sicurezza della Casa Bianca gli vieta di guidare su strade aperte al traffico; una limitazione che Biden ha dovuto già rispettare durante gli otto anni come vice di Obama, in cui si è concesso solo una manciata di eccezioni. Continua su GQ

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domenica 6 dicembre 2020

Mercedes GLA 45 S 4Matic+ AMG, la prova - una supercar in incognito


Negli ultimi anni Mercedes ha avuto il merito di riportare l'attenzione sui motori ad alte prestazioni. In un'epoca in cui i temi principali sono l'abbattimento delle emissioni, la mobilità elettrica e connessa, e la guida autonoma, a Stoccarda hanno ricordato a tutto il mondo automobilistico che i cavalli possono scalpitare ancora e in modo più selvaggio che mai. Così, chi pensa che la Formula 1 attuale sia staccata dalla realtà e che le sue tecnologie non abbiano nulla a che vedere con le auto di serie, dovrebbe affondare il pedale del gas collegato al 2 litri benzina, ovviamente turbo, sviluppato da Mercedes-AMG, ovvero il reparto sportivo della Stella che ha sede ad Affartelbach. La spinta poderosa dei suoi 421 CV e 550 Nm, gli farebbero sorgere più di un dubbio. Sono cifre che su queste cilindrate solitamente appartengono all'universo del tuning, dove le remore circa l'affidabilità e il rispetto delle omologazioni sono priorità (per così dire) secondarie. Continua su La Stampa

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sabato 5 dicembre 2020

Le moto BMW che ci faranno sognare nel 2021


Le moto BMW per il 2021 sono davvero tante. Una sfilza di novità e di aggiornamenti che normalmente in questo periodo avremmo visto dal vero nei padiglioni dell'EICMA di Milano, ma che invece ci dobbiamo accontentare di osservare attraverso uno schermo, in attesa di poter salire in sella e provarle, magari all'inizio della prossima primavera, quando la situazione sarà migliore. Le moto BMW per il 2021, dunque, spaziano in ogni segmento, dalle piccole cilindrate fino alle maxi e in tutti i tipi di utilizzo: urbano, adventure, cruiser, sportivo e perfino racing. Continua su GQ

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venerdì 4 dicembre 2020

Audi A3 Sportback 40 TFSIe - LA PROVA: alla ricerca della massima efficienza


Non sono molte le ibride plug-in che possono vantare di essere già alla seconda generazione, perché si tratta di una tecnologia giovane, su cui molti costruttori stanno puntando solo ora. La Audi A3 Sportback 40 TFSIe è una di queste. A novembre 2014, infatti, arrivava sul mercato la A3 Sportback e-tron, basata sulla terza serie della compatta di Ingolstadt. In sei anni è cambiato molto, a partire del nome, visto che ora la sigla "e-tron" è riservata esclusivamente alle elettriche. La piattaforma è sempre la MQB, ma nella versione Evo, e tutto il progetto rappresenta un salto in avanti rispetto al precedente, soprattutto a livello di tecnologia, tanto quella che si vede a bordo quanto quella dormiente, che però ti salva al momento giusto. Il powertrain è stato aggiornato ma non stravolto, soprattutto nella parte elettrica, mentre quella termica è sempre demandata al 1.4 TFSI che eroga 150 CV e 250 Nm di coppia. Continua su La Stampa

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giovedì 3 dicembre 2020

Mazda MX-30, anche il design è sostenibile


Per Mazda l'auto elettrica non è soltanto un prodotto che guarda al futuro della mobilità, ma anche una dimostrazione di filosofia industriale. Lo ha spiegato e raccontato Jo Stenuit, Responsabile del design di Mazda Motor Europe durante un talk alla Dutch Design Week 2020. Jo Stenuit appassionato di auto da sempre e laureato al Royal College of Art di Londra, lavora in Mazda da 22 anni, avendo ricoperto numerosi incarichi nel centro di stile europeo della Casa giapponese, che ha sede a Oberursel, in Germania. Stenuit, inoltre, ha trascorso due anni nell’headquarter di Mazda a Hiroshima. Un designer che quindi conosce a fondo lo spirito e la filosofia giapponese, che è il punto cardine di ogni progetto Mazda, come la nuova MX-30, cioè la prima vettura 100% elettrica del brand. Proprio la MX-30 (qui la nostra prova) per scelte progettuali e soluzioni tecnologiche, tiene conto dell’impatto ambientale del prodotto nel suo intero ciclo di vita «L’elettrificazione per Mazda farà parte del futuro, ma il design sarà parte di questo progetto. Quest'auto è il risultato di un percorso durato ventidue anni. In particolare, per quanto riguarda gli interni ci sono stati grandi cambiamenti rispetto al passato, ispirati dall’interior design. All’interno scopriamo il mondo giapponese, uno spazio pieno di relax, con il focus sulla guida ovviamente» ha raccontato Stenuit, che poi ha proseguito entrando nei dettagli «Abbiamo usato le plastiche tradizionali il meno possibile, dando precedenza ai materiali riciclati». Continua su GQ

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