mercoledì 25 novembre 2020

Mazda CX-3, piccoli aggiornamenti per il 2021 e un solo motore disponibile


Mazda aggiorna la sua crossover più piccola, ovvero la CX-3 nata nel 2015 e già oggetto di un restyling nel 2018. Lo stile non cambia, se non per i nuovi badge sulla carrozzeria che riprendono lo stile già visto negli ultimi modelli. La maggior parte delle novità sono concentrate sia nell’abitacolo che nelle dotazioni di tecnologia e sicurezza. La prima sono i sedili, che hanno la conformazione introdotta sulla Mazda3 e sulla CX-30; sono stati progettati con l'obiettivo di mantenere il bacino in posizione eretta e conservare la naturale curva a S della colonna vertebrale, contribuendo così alla stabilità della testa, per avere un comfort elevato. Parlando invece di sicurezza, ora la frenata di emergenza in città con riconoscimento dei pedoni (anche notturno) è di serie. Continua su La Stampa

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martedì 24 novembre 2020

Roger Moore, le sue auto hanno tutte una certa classe


Le auto di Roger Moore hanno tutte una certa classe. L'attore britannico, nato a Londra il 14 ottobre del 1927, cioè esattamente 93 anni fa, deve la sua fama internazionale soprattutto alle sue interpretazioni di James Bond. Moore ha vestito i panni dell'agente segreto al servizio di sua Maestà per sette volte, ma non bisogna dimenticare che nella sua carriera ha recitato in circa sessanta film e in più di trenta serie televisive. Tra queste, le due più famose sono sicuramente The Saint - Il Santo, in cui interpretava il ladro gentiluomo Simon Templar, e The Persuaders - Attenti a quei due, dove faceva coppia con Tony Curtis. Le auto di Roger Moore, o meglio quelle che ha usato in molti film, sono entrate subito nella storia del cinema e nell'immaginario collettivo. Prevalentemente supercar, ma non solo, si tratta in tutti i casi di modelli piuttosto particolari. Continua su GQ

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lunedì 23 novembre 2020

Ducati Multistrada V4, la rivoluzione parte dal motore


La quarta generazione della Multistrada è una rivoluzione per il mondo Ducati ed è evidente già dal nome, che riceve la sigla V4. Il cuore della nuova maxi-enduro stradale di Borgo Panigale, infatti, rinuncia per la prima volta alla distribuzione desmodromica - marchio di fabbrica Ducati - in favore della più semplice a molle. Questo per allungare gli intervalli di manutenzione come mai capitato su una moto di serie: il cambio dell’olio è previsto ogni 15.000 km, mentre il controllo e l’eventuale regolazione del gioco valvole è richiesto ogni 60.000 km. Prima di scoprire il nuovo propulsore, vale la pena ricordare che dal 2003 a oggi sono state prodotte oltre 110.000 Multistrada; quella originale era una moto sportiva, principalmente indicata per un utilizzo stradale, mentre quella del 2010 è stata la prima moto al mondo dotata dei Riding Mode, mentre nel 2015 è arrivato il V2 con doppio variatore di fase. Continua su La Stampa

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domenica 22 novembre 2020

La Lexus RX 450h è una di quelle auto da cui fai fatica a scendere


La Lexus RX 450h è una di quelle auto da cui fai fatica a scendere. È un SUV di lusso lungo quasi 5 metri - 489 cm per la precisione - e, come da tradizione del brand giapponese, utilizza un powetrain ibrido. Ed è proprio quest'ultimo a caratterizzare l'esperienza di guida, che sa essere rilassante in maniera unica. Nessuna concorrente con un motore Diesel o benzina può fare la stessa cosa. Questo accade perché le caratteristiche intrinseche del sistema a tre motori invitano a guidare in modo fluido, senza strappi, sfruttando l'energia nel migliore dei modi. Bisogna accelerare con delicatezza e togliere il piede dal gas appena possibile, dando modo al sistema di recuperare l'energia cinetica e convertirla in elettricità da riutilizzare all'accelerazione successiva. In questo modo, oltre a scorrere nel traffico minimizzando lo stress, si raggiungono consumi record per un'auto che pesa 2,3 tonnellate. Continua su GQ

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sabato 21 novembre 2020

Esplode la moda delle minicar: ecco come funzionano le auto che si possono guidare a 14 anni

Le microcar (o minicar) sono un fenomeno prettamente del mercato italiano, che in Europa è secondo solo al mercato francese. La loro diffusione è maggiore soprattutto nelle grandi città, come a Roma dove sono state ribattezzate "macchinette", dove vengono guidate principalmente da adolescenti. Continua su La Stampa

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venerdì 20 novembre 2020

«Giorni di tuono» compie 30 anni, ma non invecchia mai


Giorni di tuono compie 30 anni e ancora oggi è uno dei film sulle corse di auto più avvincenti e spettacolari. Era il 1990 e Tom Cruise arrivava da successi come Il colore dei soldi, Rain Man e Nato il quattro luglio, ma soprattutto da Top Gun, che lo aveva consacrato come star internazionale di altissimo livello. Days of thunder (il titolo originale) cerca in qualche modo di riprendere alcuni concetti già visti proprio nel film dedicato agli assi della marina americana e del resto è stato diretto dallo stesso regista, Tony Scott. Per molti questo è un pregio, ma per altri si tratta di un difetto. La trama è abbastanza semplice: un giovane pilota talentuoso cerca di emergere, ingaggia una sfida con un rivale più grande finché non si scontrano rovinosamente. Dopodiché diventano amici e appare un altro rivale. Continua su GQ

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giovedì 19 novembre 2020

Suzuki Across, la prova - la gemella “alla spina” della RAV4


Nella storia dell'industria automobilistica i rebadge, tranne rarissimi casi, non hanno mai scritto capitoli di successo. Del resto perché qualcuno dovrebbe voler comprare la copia carbone di un'altra auto? Suzuki tenta di dare una risposta positiva con la Across, un SUV che con i suoi 4,63 metri di lunghezza si inserisce nel segmento D - quello della Stelvio per intenderci - e lo fa con un powertrain ibrido plug-in da 306 CV, le quattro ruote motrici e ben 75 km di autonomia a zero emissioni (omologati WLTP) che diventano 98 in città. Una carta di identità molto interessante, uguale identica a quella della Toyota RAV4 plug-in hybrid, che però non è ancora in vendita. La Across, invece, è già disponibile a 47.900 euro, incentivi inclusi. Le due auto sono uguali in tutto tranne che nel disegno del frontale - più garbato sulla Suzuki - e così si ritorna alla questione iniziale: perché vendere due auto uguali con marchi diversi? Continua su La Stampa

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