venerdì 16 ottobre 2020

Citroen C3 e C5 Aircross, la qualità della vita è tutto


Le Citroen C3 e C5 Aircross sono due facce della stessa medaglia. Nonostante appartengano a segmenti diversi, nonostante abbiano dimensioni e prezzi non paragonabili, guidandole è immediato riscontrare la stessa filosofia che è alla base del progetto, ovvero l'attenzione al comfort. La C3 che abbiamo guidato sulle rive del lago di Como è il restyling della terza generazione della piccola francese, arrivata sul mercato nel 2016, mentre la C5 Aicross è la variante ibrida plug-in del SUV medio uscito nel 2019. Quest'ultimo è uno dei frutti del matrimonio tra PSA e Opel: la piattaforma su cui è basato è infatti la stessa della Peugeot 3008, della Opel Grandland X e della DS 7 Crossback con cui condivide anche motori e trasmissioni. Al contrario delle due cugine, tuttavia, la Citroen punta principalmente sul comfort e sulla versatilità, senza rinunciare a uno stile molto personale e dal family feeling piuttosto marcato. Le dimensioni sono quelle tipiche del segmento C-SUV, con 4,5 metri di lunghezza, 1,84 di larghezza e 1,67 di altezza. Dal punto di vista tecnico, invece, la peculiarità più importante sono le sospensioni, che utilizzano gli smorzatori idraulici brevettati dalla Casa francese. Tutte le sconnessioni vengono filtrate completamente e anche quando si incontrano le buche più profonde, l'auto le sorvola senza alcun problema. Il comfort a bordo ne guadagna e i sedili fanno la loro parte, con una comodità che ha davvero pochi rivali in questo segmento. E qui ritroviamo un concetto comune alle Citroen C3 e C5 Aircross, cioè l'Advanced Comfort. Continua su GQ

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giovedì 15 ottobre 2020

Con "Radici nel futuro", Mazda porta le querce da sughero nel cuore di Roma


L'arrivo di un'auto elettrica sul mercato porta spesso con sé l'attivazione di qualche iniziativa votata alla sostenibilità, proprio per sottolinearne le caratteristiche "green". Solitamente si tratta dell'installazione di qualche colonnina di ricarica, oppure del sostegno a un progetto di compensazione delle emissioni. Mazda, invece, per sottolineare l'inizio della commercializzazione della MX-30 e celebrare al tempo stesso il centesimo anniversario della fondazione, ha scelto un modo più originale: all'interno del Parco Regionale dell’Appia Antica verrà realizzato il Bosco Mazda di querce da sughero, che verranno piantumate all’interno ,nell’area della Farnesiana. Con la collaborazione dell’Ente Parco regionale appia antica, verranno piantati settantotto alberi, ognuno a rappresentate i settantasette concessionari e riparatori autorizzati italiani, più uno per Mazda Italia. Continua su La Stampa

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mercoledì 14 ottobre 2020

Tom Cruise semina il panico a Roma con la sua BMW M5


Tom Cruise è a Roma per girare il nuovo capitolo di Mission: Impossible, la saga che l'ha reso famoso in tutto il mondo. Non che prima non lo fosse, ma i sei capitoli del franchise di azione hanno ulteriormente contribuito. Le riprese del settimo film, il cui titolo preciso è Mission: Impossible - Lybra, sono appena iniziate e Tom Cruise è a Roma proprio in questi giorni. Nelle scene che sono state girate finora, è stata impegnata una BMW M5, che appare senza tutte e quattro le portiere, che sicuramente nel film verranno abbattute in qualche «autoscontro» con il cattivo di turno. Il nuovo Mission: Impossible - Lybra è diretto da Christopher McQuarrie e sarà girato in diverse strade del centro storico tra cui via della Tribuna Campitelli, Corrado Riccie e i Fori imperiali. Il Campidoglio ha spiegato che nei primi giorni le riprese interesseranno prevalentemente il Rione Sant'Angelo e il rione Monti per poi spostarsi in diverse vie del centro. l tutto avviene adottando scrupolose misure di prevenzione della diffusione del virus, con test giornalieri per l'intera troupe e cast e disinfezioni degli ambienti e attrezzature. Secondo i dati forniti dalla produzione - curata dalla Lotus Production srl - dei circa 35 milioni di costi della produzione in Italia si prevede che oltre 18 milioni saranno spesi a Roma. Continua su GQ

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martedì 13 ottobre 2020

Bimota Tesi H2, rinasce la moto sportiva anticonformista per eccellenza


La storia della Bimota Tesi è così lunga e articolata che non basterebbe un libro per esaurirla. Il primissimo progetto nacque nel 1983, proprio come tesi di laurea in ingegneria degli studenti Pierluigi Marconi e Roberto Ugolini. Da lì in poi ne sono state sviluppate tre generazioni e, al loro interno, diverse versioni, di cui molte con motore diverso, come da tradizione della Casa riminese. La Bimota, infatti, è da sempre specializzata nello sviluppare moto all'avanguardia della tecnica, sia come scelte ingegneristiche che di materiali, ma sfruttando i motori di altri costruttori; solitamente dei quattro giapponesi, più BMW e Ducati. Un concetto aziendale molto particolare e del resto, nella sua storia, la Bimota ha vissuto molti alti e bassi. Nel 2019, però, il 49,9% dell'azienda è stata comprata dalla Kawasaki, mentre il restante 50,1% è rimasto nelle mani degli imprenditori svizzeri Marco Chiancianesi e Daniele Longoni che nel 2013 la salvarono dal fallimento. Oggi, invece, parliamo dell'incredibile Tesi H2. Continua su La Stampa

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lunedì 12 ottobre 2020

DS 7 Crossback Louvre, arte in movimento


La DS 7 Crossback Louvre porta l'arte del leggendario museo francese all'interno di una vettura. A bordo della crossover parigina si può vivere un'esperienza artistica immersiva, scoprendo le opere più emblematiche del museo che sono mostrate sul display da 12 pollici del sistema di infotainment. Quando si mette in moto la DS 7 Crossback Louvre si può ascoltare un podcast di quattro minuti per ognuna delle centottantadue opere selezionate dai team del museo del Louvre, per rappresentare l’insieme delle collezioni e dei dipartimenti del museo. La Vittoria di Samotracia, il ritratto della Monna Lisa di Leonardo da Vinci, Le Nozze di Cana del Veronese, l'Incoronazione dell'Imperatore Napoleone I di Jacques-Louis David, la Zattera della Medusa di Théodore Géricault, La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix o la statua egiziana dello scriba accovacciato sono tra le opere proposte. Possono essere visualizzate settimanalmente o scoperte tramite un motore di ricerca e la massima raffinatezza consiste nel poter viaggiare con un'opera d’arte - pittura o scultura - visualizzata proprio sullo schermo centrale. Continua su GQ

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domenica 11 ottobre 2020

Aston Martin DBX, la prova - prestazioni ed eleganza in stile british


Di mattina presto l'autobahn che costeggia il circuito nel Nurburgring è deserta. È il momento migliore per provare la velocità massima di un'auto, perché c'è poco traffico e l'aria fresca è carica di ossigeno. Il tachimetro indica 297 km/h e i due turbo soffiano da sotto il cofano come due draghi nelle fiabe medievali. Siamo al volante della Aston Martin DBX e abbiamo già superato la punta massima dichiarata di 5 km/h, anche se ovviamente lo strumento è leggermente ottimista. Ma quello che impressiona di più, non è la velocità - i 550 CV del 4 litri V8 bi-turbo fanno il loro lavoro - ma la facilità con cui la SUV di Gaydon si conduce, anche a un andatura prossima ai 300 orari. Non ci sono dubbi che il comportamento su strada sia nel podio dei pregi di quest'auto. Ma prima di scoprire gli altri due vale la pena di ricordare che la DBX è una delle auto più attese sul mercato e ora finalmente è arrivata. I motivi di questa trepidazione sono molteplici: Aston Martin ha diffuso le prime foto quasi due anni fa, ma nel frattempo, la sua situazione finanziaria è peggiorata e la proprietà ha vissuto diverse vicende. Continua su La Stampa

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sabato 10 ottobre 2020

Arturo Vidal, il suo SUV fa tremare anche i palazzi


Il SUV di Arturo Vidal è un mezzo molto particolare, cioè una Brabus 800 Widestar che ha un prezzo di partenza di 350.000 euro. Se le sue forme vi ricordano qualche altra auto, non vi state sbagliando, perché sono quelle della Mercedes Classe G. È tutto normale, perché Brabus è l'azienda di tuning più grande al mondo e si dedica in maniera esclusiva alle auto di Stoccarda sin dal giorno della sua fondazione, nel 1977. In tutti questi anni la G è stata reinterpretata molte volte e questa 800 Widestar è una delle più recenti. La ricetta del tuning firmato Brabus è semplice: ottenere le massime performance, abbinate a una dotazione d’eccellenza. Tutto ciò ha costi altissimi, ma il motto dell'azienda tedesca è sempre stato «se devi chiedere quanto costa, vuol dire che non te lo puoi permettere». Evidentemente il nuovo centrocampista dell'Inter non ha di questi problemi. Continua su GQ

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