I monopattini elettrici (anche segway, hoverboard, monowheel) hanno finalmente delle regole definitive, sia per quanto riguarda l'omologazione che per la circolazione. Questo, dopo che negli scorsi mesi la situazione è cambiata non una, ma due volte. In linea generale sono stati equiparati alle biciclette, ma questo non vuol dire che si può fare tutto quello che si vuole, visto che ci sono anche delle sanzioni in caso di uso scorretto. Ma andiamo con ordine. Le nuove regole sono state ufficializzate nella circolare esplicativa del Servizio della Polizia Stradale del 9 marzo 2020. Ci troviamo sempre all'interno della sperimentazione definita dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, che ha convertito con modificazioni il decreto-legge cosiddetto «decreto milleproroghe», ma i termini sono stati prolungati fino al 27 luglio 2022. Quindi, per almeno un paio d'anni, le regole dovrebbero rimanere queste. Continua su GQ
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domenica 24 maggio 2020
sabato 23 maggio 2020
Tornare in moto dopo il lockdown, le regole da seguire per il giro della domenica
Con l'inizio della Fase 2 e la scomparsa dell'autocertificazione per gli spostamenti all'interno della propria regione - rimane per quelli extra-regionali - si può anche tornare in moto, per motivi che non siano strettamente necessari, come andare a fare la spesa. Insomma, il classico "giro della domenica" è di nuovo consentito, pur con alcune limitazioni e indicazioni da tenere a mente, vediamo quali. Continua su La Stampa
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venerdì 22 maggio 2020
La mobilità del futuro secondo Bosch
La mobilità del futuro, secondo Bosch, è una sfida tutta da affrontare. Secondo il Forum Internazionale dei Trasporti, la circolazione delle persone aumenterà di circa il 50% a livello globale, considerando il periodo tra il 2015 e il 2030. Entro il 2050 poi, oltre 6 miliardi di persone vivranno nelle megalopoli e il traffico, è destinato a triplicarsi. A questo va aggiunto l'aumento delle consegne dovute al commercio online che alimenterà ulteriormente la congestione nei centri delle città. In altre parole, più traffico e maggiore densità della popolazione comporteranno un peggioramento della qualità dell'aria. E proprio l'attenzione all'inquinamento è una priorità di Bosch, che ogni anno investe circa 400 milioni di euro nella mobilità a zero emissioni. «Il percorso che porterà a una mobilità priva di emissioni deve essere neutrale dal punto di vista tecnologico. È l’unico modo per rendere la mobilità sostenibile e accessibile al grande pubblico», è il pensiero di Volkmar Denner, CEO di Bosch. La mobilità del futuro secondo Bosch, dunque, è fatta da un mix di tecnologie: nel 2030, tre quarti dei nuovi veicoli saranno ancora dotati di motore tradizionale, alcuni supportati dal sistema a 48 volt o un ibrido plug-in. Continua su GQ
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giovedì 21 maggio 2020
Porsche 911 Targa, unica e inimitabile
La nuova Porsche 911 Targa è pronta al debutto e con lei l'offerta di carrozzerie disponibili sulla coupé si Zuffenhausen sarà tripla. Ma prima di parlare della nuova arrivata vale la pena fare un piccolo passo in dietro. La carrozzeria Targa, infatti, è una prerogativa della 911 sin dal 1965, quando uscì la prima versione che la Casa stessa presentava come una «cabriolet sicura grazie al roll-bar». In effetti, con i materiali di quell'epoca le auto senza tetto non erano così rigide e protettive, men che mai in caso di ribaltamento. In ogni caso la soluzione piacque moltissimo, tanto che per lunghi anni fu l'unica alternativa per avere una 911 da guidare a cielo aperto. La prima Carrera Cabrio, infatti, arrivò sul mercato solo nel 1982. Nel frattempo le fortune delle 911 Targa continuarono fino al grande salto generazionale della 996 - quella con il motore raffreddato a liquido e i fari a forma di uovo al tegamino - con cui l'opzione Targa si trasformò solo in un tetto apribile panoramico. Fortuna che dalla serie 991 in poi i tedeschi hanno deciso di investire seriamente su questa opzione, inventando un nuovo meccanismo tanto bello quanto spettacolare, che è arrivato con le dovute evoluzioni anche sulla nuova Porsche 911 Targa. Continua su GQ
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mercoledì 20 maggio 2020
Volkswagen Golf GTI, l’ottava generazione diventa più sportiva
Un po' più sportiva, ma sempre centrata intorno all’equilibrio che la distingue da sempre. È questa la carta di identità della nuova Golf GTI, a cui ovviamente si aggiungono tutte le altre novità della Golf di ottava generazione, a partire dall'architettura elettronica inedita che porta con sé la strumentazione digitale con display da 10,25 pollici e il sistema di infotainment con diagonale da 8 pollici con integrati i servizi mobili online e funzioni come We Connect e We Connect Plus. Continua su La Stampa
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martedì 19 maggio 2020
George Clooney, le auto e le moto più belle del suo garage
Le auto appassionano George Clooney in maniera piuttosto atipica. Il suo garage non trabocca di fuoriserie, di modelli scontati o pacchiani, ma il suo gusto è più specifico, oltre che più variegato. L'attore americano è diventato famoso nel 1994 per il ruolo del Dottor Doug Ross nella serie tv E.R. e poi consacratosi con la trilogia di Ocean's e con altri blockbuster. Noto anche per il suo impegno nel sociale, ha una coscienza che si riflette anche nella scelta delle sue auto, che spesso sono green. Insomma, le auto di George Clooney sono piuttosto pittoresche e vale la pena scoprirle una a una. In verità, Clooney è anche un grande appassionato di due ruote, ma ha smesso di utilizzarle dopo l'incidente che gli è capitato nell'estate del 2018 in Sardegna, mentre si stava recando sul set di Catch 22. È stato colpito da un'auto mentre andava a 110 km/h, è stato sbalzato in aria e ha sfondato il parabrezza rompendo il casco in due. Ma fortunatamente se l'è cavata solo con qualche bernoccolo, ma la moglie Amal gli ha proibito di tornare in moto. Continua su GQ
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lunedì 18 maggio 2020
Porsche, 70 anni fa il primo ritiro in fabbrica: per gli appassionati è diventato un rito
Per molte persone l'auto è un elettrodomestico o poco più, basta che funzioni. Ma per molti appassionati è un oggetto di culto e più sale l'esclusività più l'automobile si apre a scenari sconosciuti alle masse. Uno di questi è il ritiro dell'auto nuova direttamente in fabbrica, evitando tutta la trafila del trasporto e dei tempi di attesa in concessionaria. Da qualche anno è ormai un "must" per i brand più sportivi e lussuosi, ma c'è anche chi lo fa per dare lustro alla propria storia e al proprio nome, come Volkswagen. Continua su La Stampa
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