Le auto appassionano George Clooney in maniera piuttosto atipica. Il suo garage non trabocca di fuoriserie, di modelli scontati o pacchiani, ma il suo gusto è più specifico, oltre che più variegato. L'attore americano è diventato famoso nel 1994 per il ruolo del Dottor Doug Ross nella serie tv E.R. e poi consacratosi con la trilogia di Ocean's e con altri blockbuster. Noto anche per il suo impegno nel sociale, ha una coscienza che si riflette anche nella scelta delle sue auto, che spesso sono green. Insomma, le auto di George Clooney sono piuttosto pittoresche e vale la pena scoprirle una a una. In verità, Clooney è anche un grande appassionato di due ruote, ma ha smesso di utilizzarle dopo l'incidente che gli è capitato nell'estate del 2018 in Sardegna, mentre si stava recando sul set di Catch 22. È stato colpito da un'auto mentre andava a 110 km/h, è stato sbalzato in aria e ha sfondato il parabrezza rompendo il casco in due. Ma fortunatamente se l'è cavata solo con qualche bernoccolo, ma la moglie Amal gli ha proibito di tornare in moto. Continua su GQ
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martedì 19 maggio 2020
lunedì 18 maggio 2020
Porsche, 70 anni fa il primo ritiro in fabbrica: per gli appassionati è diventato un rito
Per molte persone l'auto è un elettrodomestico o poco più, basta che funzioni. Ma per molti appassionati è un oggetto di culto e più sale l'esclusività più l'automobile si apre a scenari sconosciuti alle masse. Uno di questi è il ritiro dell'auto nuova direttamente in fabbrica, evitando tutta la trafila del trasporto e dei tempi di attesa in concessionaria. Da qualche anno è ormai un "must" per i brand più sportivi e lussuosi, ma c'è anche chi lo fa per dare lustro alla propria storia e al proprio nome, come Volkswagen. Continua su La Stampa
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domenica 17 maggio 2020
Motor Valley Fest Digital, l'automotive riparte da qui
La Motor Valley Fest Digital è il primo grande appuntamento dell'industria automobilistica italiana dopo quasi due mesi di lockdown con l’analisi dell'impatto sui trend tecnologici e di mercato, ma anche con uno sguardo alle professioni del futuro. L’appuntamento per la Motor Valley Fest Digital è per giovedì 14 maggio sul web in diretta streaming con gli eventi della giornata inaugurale: convegni, tavole rotonde, incontri tra aziende e studenti. Il convegno di apertura, previsto dalle ore 9:30, sarà incentrato sull’evoluzione del nuovo scenario che si sta delineando per il settore delle auto sportive e della filiera, ma anche dell'impatto del coronavirus sul mondo delle due e quattro ruote, con un focus sui temi più innovativi e dirompenti: mobilità elettrica autonoma e connessa, digitalizzazione, sharing. L’incontro prenderà spunto da un’analisi realizzata dalla McKinsey, rappresentata dal senior partner Gianluca Camplone e con la testimonianza di due grandi leader tecnologici e di mercato: Markus Heyn, membro del Consiglio di amministrazione Bosch e Christian Richter, Direttore Global Automotive Google. Continua su GQ
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sabato 16 maggio 2020
Torq Grand Prix, una monoposto “green” col motore a idrogeno e il telaio in canapa
Rivoluzionare il mondo dell'auto partendo da quello delle corse, che con la passione che lo contraddistingue può fare da catalizzatore per innovazione altrimenti troppo dirompenti per arrivare sul mercato. È questo il fine ultimo di Thomas Bleiner, cinquantunenne austriaco ex-pilota e da anni innovatore nell'automotive. Bleiner oggi è responsabile dell'innovazione presso la ED Excellence Design di Torino e insieme a Davide Pizzorno, fondatore e Direttore del design, lancia l'idea di un nuovo campionato con monoposto green, la Torq Grand Prix. Continua su La Stampa
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venerdì 15 maggio 2020
La storia del nome Mercedes
La storia del nome Mercedes è una delle più particolari di tutto l'universo automotive e si intreccia indissolubilmente con quella del marchio tedesco. Questa ultima è ancora più complessa, lunga e sfaccettata. Si perde alla fine dell'Ottocento quando Gottlieb Daimler e il suo geniale collaboratore Wilhelm Maybach diedero vita alla Daimler-Motoren-Gesellschaft. Se il cognome del primo dei due ingegneri tedeschi vi rammenta qualcosa, è corretto, perché è in effetti il nome del Gruppo di cui fa parte ancora oggi il marchio Mercedes. Ad ogni modo, per giungere alla denominazione e alla società odierna, è necessario ripartire dagli eventi del 1926, con la fusione tra la suddetta Daimler e la Benz & Cie, due aziende pionieristiche dell'allora neonato mondo dell'auto che erano entrate entrambe in crisi a causa della Grande Guerra. Ma a noi interessa la storia del nome Mercedes e della sua scelta, che è molto più romantica ed è datata 2 aprile 1900. Intanto il nome Mercedes deriva dallo spagnolo e significa pietà. In quegli anni si chiamava così Mercédès Jellinek, figlia di quell'Emil Jellinek che pilotava le auto Daimler nelle corse dell'epoca anni e aveva anche iniziato a venderle con successo in Costa Azzurra, a Nizza. Continua su GQ
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giovedì 14 maggio 2020
Mini John Cooper Works GP, solo due posti e prestazioni estreme
Solo 150 esemplari per il mercato italiano, dei 3.000 previsti per quello globale. Sarà questa la tiratura limitata con cui verrà costruita la nuova Mini John Cooper Works GP, che in Italia costerà 45.900 euro. Un prezzo piuttosto alto, ma giustificato dai contenuti tecnici e dalle prestazioni, che poco o nulla hanno a che fare con il segmento B cui la Mini appartiene. Continua su La Stampa
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mercoledì 13 maggio 2020
Tech e Auto Il design Jaguar, perfezione e purezza
Il design Jaguar ha un nuovo boss. Si chiama Julian Thomson e dopo diciannove anni con la Casa di Conventry, lo scorso anno è stato nominato Design Director. Una grande responsabilità ma anche un grande onore, visto che tutte le Jaguar dei prossimi anni porteranno la sua firma. Lo abbiamo intervistato per capire come si sta evolvendo il mondo dell'auto e che cosa possiamo aspettarci dalle auto di Coventry di domani. «Il mondo cambia velocemente. Prima del virus avevamo una serie di input. I clienti più giovani avevano visioni diverse rispetto a quelli più vecchi. Avevamo la guida autonoma. Ma dopo questa crisi dovremo ripensare un pò tutto. Jaguar ha sempre fatto auto bellissime e continueranno a esserlo, ma dobbiamo tenere contro del nuovo scenario» racconta Thomson che poi prosegue parlando della nuova XJ, ovvero l'ammiraglia Jaguar che per la prima volta sarà 100% elettrica. «Il Coronavirus ha spostato molto l'attenzione sulla salute e anche sull'inquinamento. Noi crediamo che l'elettrico sia la soluzione per migliorare la qualità dell'aria e credo che il design della XJ, soprattutto negli interni, sia molto rilassante e dia un senso di pace». Continua su GQ
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