La Ferrari Pinin ha una storia praticamente unica nel grande universo dell'automobile. Inizia nel 1980, anno in cui viene presentata come prototipo al Salone di Torino. Doveva celebrare i cinquanta anni dell'attività della Pininfarina - storica carrozzeria torinese che ha legato più di tutti il suo nome a quello della Ferrari - rendendo omaggio al fondatore Battista, detto Pinin. Ma in tutta la sua storia, la Ferrari non ha mai prodotto una vettura a quattro porte e in quegli anni le berline sportive si contavano sulle dita di una mano. Proprio per questo, gli uomini della Pininfarina avevano pensato che avrebbe potuto avere un grande successo commerciale. E in effetti fu subito apprezzata dal pubblico e dalla stampa, ma quando fu sottoposta a Enzo Ferrari e ai massimi dirigenti dell'epoca, la risposta fu negativa. L'azienda di Maranello in quegli anni non era attrezzata per produrre un'auto del genere: la Ferrari Pinin era una limousine lunga 4,8 che avrebbe dovuto avere caratteristiche di comfort lontane da quelle delle auto sportive, anche se sotto il cofano aveva comunque un motore da 365 CV, il 5 litri V12 della 512BB. Continua su GQ
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sabato 28 marzo 2020
venerdì 27 marzo 2020
#InsiemePerRipartire, parola di Alex Zanardi
#InsiemePerRipartire è il messaggio che BMW Italia ha lanciato a tutta l'Italia per esprimere la sua vicinanza al Paese in questo momento di grande difficoltà e, allo stesso tempo, per trasmettere tensione positiva verso il futuro da affrontare insieme. La campagna #InsiemePerRipartire ha coinvolto tutti i brand (BMW, BMW Motorrad e MINI) e tutte le divisioni dell’azienda, mentre l’iniziativa “Noi ci siamo. Anche a distanza di sicurezza” declinata su tutti i marchi del Gruppo, BMW Italia e la rete dei concessionari ha espresso chiaramente la volontà di rimanere vicina ai propri clienti attraverso l'universo digitale. “Avendo la fortuna di avere un brand ambassador come Alex Zanardi – ha dichiarato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e A.D. di BMW Italia – abbiamo chiesto a lui di dar voce ai nostri valori e alle nostre speranze, per parlare alle famiglie, ai cittadini, ai clienti, ai concessionari e a tutti coloro che seguono con passione i nostri marchi”. Alessandro Zanardi è una persona eccezionale, un campione nello sport e nella vita, che ha saputo affrontare e vincere battaglie durissime, senza mai perdere il sorriso e l'umiltà che contraddistingue i grandi. Continua su GQ
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giovedì 26 marzo 2020
Mazda MX-30, l'alternativa made in Japan
La Mazda MX-30 è la prima auto elettrica del brand giapponese. È lunga 4,4 metri e una batteria da 35,5 kWh, che sono sufficienti per circa 200 km di autonomia. C'è una certa dissonanza, dunque, tra l'utilizzo squisitamente urbano che suggerisce la capacità degli accumulatori e le dimensioni da C-SUV. Produrre batterie più piccole riduce le emissioni di CO2, ma non di sola coscienza ecologica vive l'uomo. Così la Mazda MX-30 sembra proporsi come prodotto di nicchia, perlomeno in attesa della versione dotata di range extender, cioè un piccolo propulsore termico adibito solo a generare elettricità e scollegato dalle ruote. Sarà un motore rotativo, una tecnologia in cui a Hiroshima non hanno mai smesso di credere, ma non arriverà prima del 2021. Alla fine di agosto, invece, arriverà la MX-30 “liscia” che è stata sviluppata partendo da una base nota - quella della CX-30 - modificata per le esigenze dell'elettrico, condita con un'estetica molto originale e rifinita con una messa a punto coerente con la filosofia del brand. Un'auto piena di stile, pensata per la città ma da guidare con soddisfazione. Noi l'abbiamo fatto, anche se quello che abbiamo stretto tra le mani era il volante di un prototipo ibrido, con le fattezze di una CX-30 e la sostanza della MX-30 che verrà, un'auto che ha l'ambizione di usare una parte del nome della MX-5, cioè la Mazda più famosa nel mondo. Continua su GQ
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mercoledì 25 marzo 2020
Harley-Davidson XR750, il mezzo secolo della regina del “Flat Track”
Che la cultura motoristica americana sia anni luce lontana da quella europea non è certo un mistero. Pick-up, mastodontici motori V8 a benzina, muscle car, circuiti ovali, mezzi personalizzati al massimo, offroad estremi, cabrio e spider a profusione su east e west coast. Tutto questo senza contare le motociclette e qui la parola d'ordine è una sola: Harley-Davidson. Un brand che in Europa è legato esclusivamente al mondo custom e cruiser, ma negli Stati Uniti è impegnato da sempre anche nelle competizioni. Una di queste è il "Flat Track", disciplina che si corre su circuiti ovali e piatti, con fondo sterrato. Le moto sono sempre di traverso e il controllo è tutto. Non a caso tanti piloti provenienti da questo genere di gare sono poi passati sull'asfalto e diversi di loro sono diventati famosi anche nel motomondiale. Continua su La Stampa
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martedì 24 marzo 2020
Il Volkswagen Bulli diventa elettrico
Il Volkswagen Bulli diventa elettrico e non si tratta di un esercizio di stile, ma di un modello vero e proprio che si potrà comprare nelle concessionarie. Anche se il prezzo non sarà proprio super popolare: si parte da 64.900 euro, a cui vanno aggiunti i costi del veicolo di partenza. Quella che trasforma il Volkswagen Bulli in e-Bulli, infatti, è una operazione cosiddetta di conversione che, anche se non porterà a grandi numeri, farà felici tutti quei proprietari di uno storico Transporter, in versione Bulli, Kombi o Microbus, che vorrebbero poterlo guidare rispettando l'ambiente e senza incorrere nelle limitazioni che sempre più Paesi europei pongono anche ai veicoli storici. Quello che vediamo nelle foto è un «Samba Bus» prodotto nel 1966, esportato a Los Angeles e successivamente riportato in Europa. Se l'aspetto è quello del pulmino che abbiamo imparato a conoscere in moltissimi film, simbolo degli hippy e del tempo spensierato che fu, la sostanza è quella di un veicolo elettrico con componenti di ultima generazione. Questo progetto prevede non solo l'installazione del motore elettrico e della batteria necessaria ad alimentarlo, ma anche una rivisitazione del telaio e di altri componenti fondamentali, come le sospensioni, per aumentare la sicurezza. Continua su GQ
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lunedì 23 marzo 2020
Audi A3 Sportback, anima hi-tech
La Audi A3 Sportback si rinnova completamente e arriva alla quarta generazione. Nel 1996, quella che allora era la piccola di Ingolstadt, inventò il segmento delle compatte e da allora è stata venduta nel mondo in oltre cinque milioni di esemplari. La nuova Audi A3 Sportback è caratterizzata da un design sportivo come non mai, perché le fiancate svasate, dall’andamento concavo, introducono un elemento stilistico inedito per il design dei quattro anelli. L'abitabilità è superiore rispetto alla precedente generazione grazie alla larghezza aumentata di 3 centimetri, ma il vero plus è nella digitalizzazione. La plancia s’ispira ai modelli Audi di categoria superiore con il look black panel e il display da 10,1 pollici di serie sin dalla variante d’ingresso. La piattaforma d’infotainment MIB 3 ha una potenza di calcolo dieci volte superiore rispetto alla precedente e debutta il comando vocale intelligente. Anche la strumentazione digitale con il display da 10,25 pollici è di serie, mentre l’app myAudi è la chiave d’accesso all’ecosistema digitale del Marchio e collega senza soluzione di continuità lo smartphone del proprietario all'auto. Diviene così possibile bloccare o sbloccare da remoto le portiere, individuare la zona di sosta per essere condotti alla vettura e attivare il riscaldamento autonomo a motore spento (optional). Continua su GQ
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domenica 22 marzo 2020
Opel Manta, la coupé per famiglie compie 50 anni
Osservare oggi la storia della Opel Manta vuol dire fare un salto indietro nel tempo e non solo per i 50 anni che sono passati dal suo debutto sul mercato. La sportiva tedesca appartiene proprio a un'altra epoca. Un mondo in cui un'auto stava sul mercato, solo con lievi aggiornamenti, per quasi venti anni. Uno scenario in cui esistevano le coupé "popolari", che popolavano i desideri degli stessi trentenni che oggi comprano un crossover. Continua su La Stampa
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