Nonostante le defezioni di molti costruttori, il Salone di Francoforte 2019 è comunque colmo di novità e tra queste spiccano i SUV e in particolare quelli ibridi plug-in, che sono presenti in una altissima concentrazione. Molto più alta di quello che abbiamo visto nei Saloni precedenti. Il motivo di questa “esplosione” di powetrain train ibridi plug-in non è certo un mistero ed è legato ai limiti delle emissioni di CO2 che tutti i costruttori che vendono auto in Europa devono rispettare entro il 2020. Sono calcolati su tutta la gamma, che dovrà avere un valore medio di CO2 inferiore ai 95 g/km, pena multe salatissime. E questo genere di ibrido, per la sua stessa natura, viene omologato con valori bassissimi che, tuttavia, per essere replicati nella vita reale necessitano di un utilizzo a batteria sempre carica. Continua su Motor1
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lunedì 18 novembre 2019
domenica 17 novembre 2019
Con Honda ti senti Marquez tutti i giorni
La nuova Honda CBR1000RR-R Fireblade SP, è la «mille» quattro cilindri di serie più potente di sempre. Un'arma affilata progettata per la guida in pista senza compromessi, con un motore in grado di erogare 217 CV a 14.500 giri e di esprimere una coppia di 113 Nm a 12.500 giri. Non bisogna essere ingegneri per capire che la nuova CBR ama girare in alto come mai prima d'ora e che per esplorare la zona a cinque cifre del contagiri ci voglia un certo fegato. È una motocicletta che dà il suo massimo nella guida in circuito ed è facile immaginare che con lei la Casa giapponese voglia tornare ai vertici del Campionato Mondiale Superbike. Nella progettazione, infatti, è stato coinvolto sin dal principio il reparto Honda Racing Corporation, che ha messo a disposizione le esperienze fatte in MotoGP con un certo Marc Marquez. E non è un modo di dire, perché la nuova Honda CBR1000RR-R Fireblade SP utilizza le combustione e le tecnologie a basso attrito della RC213V-S (la versione stradale costosissima della moto di Marquez) con cui condivide anche le misure di alesaggio e corsa. Insomma, il guanto di sfida alle altre concorrenti europee e del Sol Levante è stato lanciato. Continua su GQ
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sabato 16 novembre 2019
Porsche Taycan Turbo S, la prova - “Velocità warp” ed emissioni zero
Spendereste oltre 200.000 euro per una supercar elettrica? Alla fine, ogni pensiero sulla Porsche Taycan si riduce essenzialmente a questa domanda. Con i suoi quasi 5 metri di lunghezza potrebbe essere considerata una limousine, ma la ridotta altezza del tetto (1,37 metri), unita al pavimento rialzato per ospitare la batterie, configurano un abitacolo realmente comodo solo per chi sta davanti e una capacità di carico bagagli appena sufficiente (360 litri al posteriore e 81 all'anteriore). Quindi un uso di servizio e rappresentanza, per quanto di alto livello, sarebbe piuttosto limitato. Continua su La Stampa
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venerdì 15 novembre 2019
Mercedes GLC 300 e 4MATIC, l'ibrido plug-in di terza generazione
Mercedes prosegue nel percorso di elettrificazione della sua gamma, che arriverà ad avere dieci modelli ibridi plug-in entro la fine del 2019, presentando la nuova GLC 300 e 4MATIC, che porta anche al debutto a Francoforte la terza generazione di powertrain ibrido di Stoccarda, in questo caso specifico in configurazione ibrida plug-in. Il motore 2 litri turbo benzina da 211 CV e 350 Nm di coppia è supportato da un'unità elettrica da 90 kW e 400 Nm. Insieme configurano una potenza di sistema di 320 CV e una coppia di 700 Nm, sufficienti per accelerare da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi - grazie anche alla trazione integrale - e superare i 230 km/h. In modalità full electric, invece, si arriva a 130 km/h e l'autonomia è di circa 40 km - l'omologazione WLTP è ancora in corso - grazie a una batteria da 13,5 kWh. A livello di consumi ed emissioni siamo a 2,5-2,2 l/100 km e 57-51 g/km di CO2, ovviamente misurati con il plus della batteria piena. Continua su Motor1
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giovedì 14 novembre 2019
Ken Miles, chi era il pilota interpretato da Christian Bale «Le Mans 66 - La Grande Sfida»
Ken Miles, interpretato da Christian Bale in Le Mans 66 - La Grande Sfida, era un uomo come non ce ne sono più. Era un ingegnere e un meccanico, ma anche un pilota velocissimo, solo che interpretava le corse come un passatempo, un hobby si direbbe oggi, anche perché nella sua epoca correre per lavoro era molto diverso rispetto a oggi: i soldi erano pochi, le gare tante e le possibilità di morire ancora di più. Ma Ken Miles è stato anche uno degli uomini che ha portato la Ford a vincere la 24 Ore di Le Mans. Lui e Carroll Shelby hanno preso un prototipo inglese, ci hanno infilato dentro un mastodontico V8 americano e lo hanno trasformato in una perfetta auto da corsa, passata alla leggenda come Ford GT 40. Ken Miles è nato durante l'ultimo anno della Prima Guerra Mondiale, da giovane ha corso in motocicletta e poi è diventato un comandante di carri armati durante la Seconda Guerra Mondiale, combattendo per l'esercito britannico e vedendo la morte in faccia diverse volte. Continua su GQ
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mercoledì 13 novembre 2019
Jaguar Vision Gran Turismo Coupé, il “Giaguaro” per la Play Station
Jaguar era uno dei pochi brand a non avere ancora creato una vettura virtuale per il popolarissimo videogame Gran Turismo Sport. Ora, con la nuova Vision Gran Turismo Coupé ha colmato il distacco, andandosi ad aggiungere a un lunghissimo elenco di marchi che va da dai generalisti ai più blasonati. E' stata progettata guardando alle competizioni sportive del passato, traendo ispirazione, in particolare, dalla C-Type e dalla D-Type, entrambe vincitrici della 24 Ore di Le Mans. Continua su La Stampa
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martedì 12 novembre 2019
Porsche 911 Carrera RS 2.7, la coda d’anatra più famosa del mondo
Quando un’auto sportiva è prodotta ininterrottamente per quasi 60 anni, quando diventa un’icona globale, quando ha un’infinità di declinazioni e quando primeggia nelle piste di tutto il mondo, è molto difficile scegliere quale sia la sua versione definitiva. Ovviamente stiamo parlando della Porsche 911, che per molti è semplicemente la regina delle auto sportive. Ma dal 1963 a oggi, quale è quella più iconica? E’ impossibile stabilirlo con certezza, ma se dicessimo la 911 Carrera RS 2.7, non sarebbero in tanti a essere in disaccordo con noi. Posto che le sue linee sono immortali e che non sono state intaccate dalla plastica o dalla modernità, come nelle successive 964 e 993, la RS 2.7 rappresenta l’essenza stessa della sportività. In lei le parole renn sport (da cui RS) che letteralmente vuol dire “da corsa” trovano pienamente significato. Basti pensare che con i suoi 6,1 secondi per passare da 0 a 100 km/h, oggi un tempo che fa quasi sorridere per una sportiva di razza, è stata la 911 più scattante per diverso tempo, soprattutto grazie a una leggerezza intrinseca. Continua su Autoappassionati
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