Jaguar era uno dei pochi brand a non avere ancora creato una vettura virtuale per il popolarissimo videogame Gran Turismo Sport. Ora, con la nuova Vision Gran Turismo Coupé ha colmato il distacco, andandosi ad aggiungere a un lunghissimo elenco di marchi che va da dai generalisti ai più blasonati. E' stata progettata guardando alle competizioni sportive del passato, traendo ispirazione, in particolare, dalla C-Type e dalla D-Type, entrambe vincitrici della 24 Ore di Le Mans. Continua su La Stampa
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mercoledì 13 novembre 2019
martedì 12 novembre 2019
Porsche 911 Carrera RS 2.7, la coda d’anatra più famosa del mondo
Quando un’auto sportiva è prodotta ininterrottamente per quasi 60 anni, quando diventa un’icona globale, quando ha un’infinità di declinazioni e quando primeggia nelle piste di tutto il mondo, è molto difficile scegliere quale sia la sua versione definitiva. Ovviamente stiamo parlando della Porsche 911, che per molti è semplicemente la regina delle auto sportive. Ma dal 1963 a oggi, quale è quella più iconica? E’ impossibile stabilirlo con certezza, ma se dicessimo la 911 Carrera RS 2.7, non sarebbero in tanti a essere in disaccordo con noi. Posto che le sue linee sono immortali e che non sono state intaccate dalla plastica o dalla modernità, come nelle successive 964 e 993, la RS 2.7 rappresenta l’essenza stessa della sportività. In lei le parole renn sport (da cui RS) che letteralmente vuol dire “da corsa” trovano pienamente significato. Basti pensare che con i suoi 6,1 secondi per passare da 0 a 100 km/h, oggi un tempo che fa quasi sorridere per una sportiva di razza, è stata la 911 più scattante per diverso tempo, soprattutto grazie a una leggerezza intrinseca. Continua su Autoappassionati
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lunedì 11 novembre 2019
LEVC LCV, il nuovo furgone elettrico anglo-cinese
Al Salone di Francoforte, tra i brand più blasonati e i veicoli più famosi, ha fatto capolino anche un piccolo furgone che potrebbe lasciare più di qualche segno sul mercato. Per ora è solo un prototipo e la sua sigla non potrebbe essere più banale: LCV, come Light Commercial Vehicle. Lo ha realizzato la London EV Company (LEVC), ovvero la società che produce i famosi taxi inglesi i cui proprietari sono i cinesi di Geely. E in effetti la somiglianza con il "cab" britannico è piuttosto evidente, tanto nelle proporzioni quanto nel frontale. "Lo scenario del trasporto urbano sta cambiando rapidamente e abbiamo una opportunità imperdibile di portare qualcosa di innovativo e dirompente - ha spiegato Joerg Hofmann durante il Salone di Francoforte - C'è una forte domanda di veicoli da lavoro di medie dimensioni e a emissioni zero e il nostro LCV è la riposta perfetta". Continua su Omnifurgone
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domenica 10 novembre 2019
BMW si dirige (di nuovo) verso l'auto a idrogeno
Quella tra BMW e l'idrogeno è una storia lunga e tormentata, proprio come alcune storie tra amanti che si lasciano e si riprendono. Iniziata negli anni Duemila con il prototipo H2R e con la Hydrogen 7, che bruciava l'idrogeno direttamente nei cilindri al posto della benzina (ma aveva solo 200 km di autonomia oltre a costare tantissimo), è proseguita nella decade seguente con altri tre veicoli laboratorio dotati di fuel cell: una Serie 1 (2010), una i8 (2012) e una Serie 5 GT (2015). Tutte automobili rimaste allo stadio prototipale, a cui non è mai stato dato un seguito produttivo. Poi, dopo qualche anno di silenzio e la ridefinizione della strategia globale, al Salone di Francoforte BMW ha annunciato il ritorno alle fuel cell in grande stile, con la i Hydrogen NEXT, dichiarando che “può essere una soluzione reale, soprattutto per le lunghe distanze”. A questo si aggiunge che la Casa bavarese ritiene che la domanda per questo tipo di tecnologia possa crescere nella seconda metà degli anni Venti. Continua su Motor1
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sabato 9 novembre 2019
Yamaha TMAX 560, l'onere della corona. Prezzo e caratteristiche
Il nuovo Yamaha TMAX 560 debutta a Eicma 2016, alzando ancora l'asticella nel segmento dei maxi-scooter. Le praticità di uno scooter con le prestazioni di una moto, senza tutte quelle caratteristiche che sono imprescindibili o insopportabili a seconda dei gusti. E' stata questa la ricetta vincente del TMAX, fin dall'arrivo del modello originale nel 2001. Da allora è stato costantemente sviluppato e le 275.000 unità vendute finora in tutta Europa ne certificano il successo cristallino. Ma essere al vertice è tanto un onore quanto un onere e quindi per il 2020 Yamaha ha preparato il nuovo TMAX 560: il motore è più potente, il design ha guadagnato dinamismo e la tecnologia è progredita. Inoltre, per la prima volta è declinato in due versioni, “base” e Tech MAX, che ha una dotazione di serie molto più ricca. Il bicilindrico parallelo è cresciuto fino a 560 cc, aumentando la potenza del 3,5% e la coppia del 6%, ma guadagnando anche l'omologazione Euro5 e un sound più piacevole. Altra novità sono le due mappature D-Mode, che modificano il carattere del motore addomesticandolo per la la guida urbana o rendendolo più aggressivo per quella impegnata tra le curve. Continua su GQ
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Al Salone di Francoforte è sfilata di SUV ibridi plug-in
Nonostante le defezioni di molti costruttori, il Salone di Francoforte 2019 è comunque colmo di novità e tra queste spiccano i SUV e in particolare quelli ibridi plug-in, che sono presenti in una altissima concentrazione. Molto più alta di quello che abbiamo visto nei Saloni precedenti. Il motivo di questa “esplosione” di powetrain train ibridi plug-in non è certo un mistero ed è legato ai limiti delle emissioni di CO2 che tutti i costruttori che vendono auto in Europa devono rispettare entro il 2020. Sono calcolati su tutta la gamma, che dovrà avere un valore medio di CO2 inferiore ai 95 g/km, pena multe salatissime. E questo genere di ibrido, per la sua stessa natura, viene omologato con valori bassissimi che, tuttavia, per essere replicati nella vita reale necessitano di un utilizzo a batteria sempre carica. Continua su Motor1
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venerdì 8 novembre 2019
Le Mans 66 - La grande sfida: la lotta fra Ford e Ferrari vista con gli occhi dei protagonisti
C'è stato un tempo in cui i piloti erano eroi veri. Persone che davano alla vita un valore relativo, che si misurava attraverso il coraggio o la follia, a seconda del modo di vedere le cose. C'è stato un tempo in cui l'industria dell'auto dava un valore diverso al motorsport e operava in un mondo dove la sicurezza era un concetto secondario e la velocità un desiderio primario. Un tempo che è fotografato in modo incredibile da Le Mans 66 - La grande sfida, l'ultimo film di James Mangold che uscirà nelle sale il prossimo 14 di novembre. Continua su La Stampa
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