Con l'inizio dell'autunno il mercato dell'auto si prepara ad affrontare il gran finale degli ultimi mesi dell'anno. Ecco dunque le promozioni auto ottobre 2019. Le offerte sono interessanti, nonostante non raggiungano i picchi di sconti registrati nei mesi scorsi. Questo perché per i ribassi più aggressivi le concessionarie attendono la fine dell'anno, quando devono massimizzare i numeri dei nuovi modelli venduti per raggiungere gli obiettivi. Per tutto il mese, dunque, ci sono diverse promozioni, alcune dedicate a modelli premium che normalmente sono scontati poco o niente. Nello specifico facciamo riferimento a un paio di vetture che, pur essendo arrivate verso la fine del loro ciclo di vita, meritano molta attenzione. A queste si aggiungono diverse auto di volume che vediamo ciclicamente in promozione, soprattutto appartenenti ai segmenti inferiori. Ecco dunque le dieci offerte più interessanti di ottobre 2019. Continua su GQ
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mercoledì 23 ottobre 2019
Land Rover Defender, al Salone di Francoforte la versione moderna del grande classico
Stare lontani dall'asfalto. Osservando la nuova Land Rover Defender, che debutta oggi al Salone di Francoforte, è questo che viene in mente. Le fuoristrada dure e pure sono rimaste in poche in un mondo dominato dai Suv e la nuova off-road britannica fa di tutto per rimarcare questa rarità, già dal suo aspetto. E pensare che proprio lo stile ha fatto slittare il suo arrivo, che sembrava imminente già all'inizio di questa decade. Invece gli inglesi hanno voluto pensarci bene, anche perché sostituire un'auto che è un'icona mondiale, che è stata prodotta ininterrottamente e con pochi aggiornamenti per quasi 70 anni, non è missione che si possa fallire. Il responso, come al solito, lo darà il mercato ma intanto questa Defender sembra avere le carte in regola per provarci, a partire dal look che come dice Gerry McGovern, responsabile del design Land Rover “rispetta il passato ma non ne è prigioniero”. Continua su La Stampa
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martedì 22 ottobre 2019
Come rendere "immortale" l'auto? Basta una connessione
Over the air o OTA è un'espressione che gli appassionati di informatica e soprattutto di smartphone conoscono bene. Vuol dire che un dispositivo è in grado di aggiornarsi senza essere collegato fisicamente a un computer o a qualsiasi altro apparato elettronico. Il device in questione avverte l'utente che è disponibile un nuovo aggiornamento, un pacchetto dati, e chiede l'autorizzazione per scaricarlo e poi per installarlo. Una procedura che gli utenti Android e iPhone conosco bene, allo stesso dei proprietari Tesla. Le elettriche di Elon Musk, infatti, fin dagli inizi hanno fatto degli aggiornamenti over the air un loro marchio di fabbrica e permettono di scegliere se acquistare in seguito (con sovrapprezzo) tecnologie importanti come l'Autopilot. Questo perché l'hardware necessario (telecamere, radar e sensori) è già presente su tutte le versioni. Si tratta quindi di aggiornamenti che riguardano qualsiasi aspetto della vettura, non solo le mappe del navigatore. Continua su Motor1
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lunedì 21 ottobre 2019
Audi RS 6 Avant, la regina è tornata
Se si parla di station wagon ad alte prestazioni, c'è un modello che più di ogni altro ne incarna il paradigma: la Audi RS 6 Avant. La Casa di Ingolstadt ha appena presentato l'ultima versione, spostando piuttosto in alto l'asticella del look. Un'Audi così cattiva non si vedeva dai tempi della RS2, la capostipite di tutte le RennSport che proprio nel 2019 ha compiuto 25 anni. La nuova RS 6 ha un frontale talmente aggressivo che sembra uscito dal sogno di un sedicenne e il posteriore non è da meno. «La RS 6 Avant negli anni ha conquistato lo status di icona e ha una community di fan a livello mondiale. Per questo, per la prima volta la venderemo anche in Nord America», ha spiegato Oliver Hoffmann, il numero uno del reparto Audi Sport, che ha curato direttamente lo sviluppo di questa supercar travestita da station wagon. E, del resto solo le porte anteriori, il tetto e il portellone sono gli stessi delle altre A6, senza contare che le carreggiate sono più larghe di ben 8 cm, come dimostrano i passaruota maggiorati. Continua su GQ
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domenica 20 ottobre 2019
Fiat Punto GT, l’ultimo turbo “vecchia scuola”
Si dice che il posto dove nasciamo influenza tutta la nostra vita, nel bene e nel male, e che noi non possiamo farci niente. Non ce ne vogliano, dunque, le altre piccole “arrabbiate” degli anni Novanta, se la Fiat Punto GT è la nostra preferita. Probabilmente i francesi potrebbero dire lo stesso per la Renault Clio RS (o della più “antica” 5 GT Turbo), i tedeschi potrebbero esaltare la Polo GTI e via dicendo. Bene, benissimo. A ognuno i propri sogni di ragazzo. E chi è troppo giovane per aver vissuto al 100% l’epopea della Uno Turbo, non può che amare la Fiat Punto GT e il suo 1.4 turbo da 136 CV a 5.750 giri. Una potenza che è solo teorica, visto che è più difficile trovare una GT originale piuttosto che una elaborata, anche perché il piccolo motore Fiat accettava di buon grado pressioni di sovralimentazioni barbare, grazie alla cara vecchia ghisa con cui è stato costruito. Pochi lo sanno, ma questo propulsore non appartiene alla serie Fire, ma deriva ancora dal 4 cilindri nato con la 128 tanto che non ha nemmeno la distribuzione a 4 valvole per cilindro. Continua su Autoappassionati
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sabato 19 ottobre 2019
Brembo in MotoGP, una storia di successo
Dopo la pausa estiva di quasi un mese, il prossimo weekend riprende il Campionato di MotoGP, con il weekend di gara di Brno in Repubblica Ceca. Riprenderà così la caccia alla Honda di Marc Marquez, braccato soprattutto dalle due Ducati degli italiani Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci. Le loro motociclette hanno una cosa in comune, condivisa anche con tutte le altre che corrono nella classe regina: l'impianto frenante che è integralmente fornito dall'italiana Brembo che è presente in 500-MotoGP da più di 40 anni: era il 20 agosto 1978 quando Virginio Ferrari, in sella ad una Suzuki RG500 del team Gallina equipaggiata con pinze a 2 pistoni, pompa assiale e dischi in ghisa, conquistava il successo nella classe 500 al GP Germania Ovest sul mitico circuito da 22,835 km del Nürburgring. A fine anni 80 iniziano ad essere utilizzati i dischi in carbonio, ad inizio anni 90 le pinze monoblocco, mentre la pinza monoblocco ad attacco radiale fa il suo esordio con il team Aprilia nel campionato 250, nel 1998 a Suzuka e quella sarà una stagione trionfale per Aprilia: dodici gran premi vinti e le prime tre posizioni nel mondiale 250 firmate Capirossi, Rossi e Harada. Continua su GQ
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venerdì 18 ottobre 2019
Alfa Romeo 6C 3000 CM Superflow IV, cenni di “Duetto”
Di solito il numero di concept car, ma in questo caso sarebbe meglio dire prototipi vista l'età della vettura in questione, realizzate da una Casa automobilistica è direttamente proporzionale alla longevità, ma anche al fascino del marchio. Così, non c'è da stupirsi che l'Alfa Romeo sia specializzata in questa particolare classifica, anche se purtroppo il Biscione è tristemente famoso per non avere dato un seguito produttivo a molti affascinanti prototipi del passato. Ad ogni modo, quello di cui parliamo oggi è un modello un po' meno famoso dei soliti pilastri della produzione di Arese. Il suo nome è Alfa Romeo 6C 3000 CM Superflow IV e, come in tutte le Alfa di quell'epoca, la prima sigla indica il numero dei cilindri, la seconda la cilindrata e la terza sta per “Competizione” Maggiorata”. Il nome “Superflow”, invece, descrive l'intento della carrozzeria, ovvero quello di essere il più aerodinamica possibile. Il numero romano, infine, indica la quarta edizione della vettura. Tutte le Superflow, infatti, sono esemplari unici. Continua su Motor1
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