All'ora di pranzo il termometro segna 38 °C e i condizionatori ce la mettono tutta per rendere l'atmosfera vivibile all'interno dell'hospitality della Lamborghini Squadra Corse, dove si ritrovano piloti, tecnici, membri dei team e ospiti di vario genere. Ci troviamo a Misano Adriatico, nel paddock del circuito intitolato a Marco Simoncelli, per assistere al weekend di gara italiano del Blancpain GT Series, ovvero il massimo campionato riservato alle vetture GT3. Tre le tante categorie in cui si può omologare un'auto da competizione, questa è una tra le più competitive e combattute. Nella GT3 si sfidano auto molto diverse tra loro di dieci marchi diversi; una varietà resa possibile dal “Balance of performance”, sistema che livella le prestazioni agendo sul peso, sulla portata dell'aria del motore e sull'altezza da terra. Continua su La Stampa
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domenica 7 luglio 2019
Torna la mitica auto Isetta e sarà elettrica
C'era una volta l'auto Isetta, una microvettura che è stata molto popolare nel Dopoguerra, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Una piccola automobile unica nel suo genere che in tempi in cui nessuno parlava di consumi si accontentava di 3 litri per percorrere 100 chilometri. E inoltre è tutt'ora l'auto con motore monocilndrico più venduto nella storia. Ma questo è il passato. Il presente, invece, si chiama Microlino ed è l'erede spirituale della Isetta di cui riprende le forme esterne. Sotto la carrozzeria, però, c'è un motore elettrico da 11 kW che la spinge fino a 90 km/h, mentre la batteria agli ioni di litio è disponibile in due tagli a cui corrisponde un'autonomia di 125 o 200 km. Un valore ottimo, considerando l'uso prettamente cittadino per cui è pensato questo mezzo che pesa poco più di 500 kg. Continua su GQ
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sabato 6 luglio 2019
Ian Callum lascia la Jaguar dopo 20 anni. E dopo averne rivoluzionato il design
Ritirarsi da campioni è sempre una buona idea e, anche se nell'industria automobilistica non si assegnano tre punti per la vittoria e non c'è nessun tabellone a cui arrivare in fondo, Ian Callum può senza ombra di dubbio meritarsi questo titolo. Negli ultimi venti anni è stato a capo del design Jaguar ed è riuscito in quella che forse è l'impresa più ardua che si possa immaginare in questo settore: creare un nuovo linguaggio stilistico per un brand di lusso saldamente ancorato nella tradizione. Dal 1999, anno di insediamento di Callum, a oggi, il Giaguaro si è trasformato ed è tornato a graffiare. Ci sono voluti alcuni anni di rodaggio per arrivare al prodotto della svolta, cioè la XF del 2008. Prima di lei a Coventry erano ancora prigionieri del passato, con la S-Type e la X-Type che cercavano di riproporre in chiave moderna i canoni storici. Del resto, anche Ian Callum appena adolescente rimaneva a bocca aperta osservando una XJ attraverso la vetrina di una concessionaria e promettendo a sé stesso che sarebbe stato quello il lavoro della sua vita: disegnare automobili. Continua su La Stampa
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venerdì 5 luglio 2019
Ford GT40, l'americana che sconfisse le Ferrari
Ford vs Ferrari, una sfida eterna. Ci è bastato un trailer e già non vediamo l'ora che arrivi il prossimo 14 novembre, quando nelle sale cinematografiche italiane debutterà Le Mans 66 – La Grande Sfida, un film che racconta una delle vicende più affascinanti del motorsport mondiale, ovvero il duello tra Ferrari e Ford nella corsa più famosa del mondo. In attesa di accomodarci su una poltrona e di farci rapire dalla pellicola, vediamo perché questa vicenda è così speciale, partendo dall'auto che è diventata immortale, ovvero la Ford GT40 che era nata con un solo e unico scopo: andare più veloce di quella Ferrari che proprio la Ford stava per comprare per farne il suo reparto corse. A Maranello, però, alla fine preferirono la Fiat, la quale al contrario dell'azienda americana, avrebbe lasciato agli emiliani carta bianca nella gestione delle attività sportive e della produzione stradale. Continua su GQ
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giovedì 4 luglio 2019
Scarabée d’Or, è “come nuovo” l’autocingolato centenario che conquistò il Sahara
Ci vuole molta classe per dare a un autocingolato lo stesso nome di un film muto, peraltro uno dei migliori realizzati con la tecnica della pellicola colorata a mano. Ma non c'è da stupirsi visto che parliamo di una Casa francese e in particolare di Citroën, che ha fatto dell'originalità e dello charme una delle sue caratteristiche fondanti. Il mezzo in questione è un Citroën-Kégresse K1, meglio noto come “Scarabée d’Or”. La sua doppia denominazione è dovuta al tecnico francese Adolphe Kégresse, che nei primi anni del secolo inventò un cingolo che si poteva adattare ai semiassi delle automobili e allo schema di trasmissione in voga in quegli anni, che prevedeva il motore anteriore e la trazione posteriore. Una soluzione semplice ma efficace, che durò per oltre venti anni e che permetteva una mobilità allora impensabile sui terreni accidentati. Continua su La Stampa
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mercoledì 3 luglio 2019
Citroen, 100 anni da leonessa
Un secolo fa, un certo André Citroën presentava la prima automobile che portava il suo nome. L'omonima casa automobilistica era stata già fondata qualche mese prima, ma il 4 giugno del 1919 fu il giorno in cui molti parigini riempirono la salle d’exposition Alda, che si trovava agli Champs Élysées, per osservare la Type A, che oltre a essere stata pubblicizzata come la prima vera auto di serie francese - veniva venduta completa e non con il telaio e il motore separati dalla carrozzeria - aveva un prezzo molto competitivo per l'epoca, pari a 7.250 franchi. Da quel momento in poi il marchio francese si è guadagnato il suo posto d'onore nel grande libro della storia dell'auto, con modelli innovativi che hanno rivoluzionato la tecnica automobilistica. Vediamo insieme i cinque più significativi. Continua su GQ
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martedì 2 luglio 2019
BMW Concept R18, ritorno al passato pensando al futuro
Bmw ha scelto la suggestiva cornice del Concorso d'Eleganza Villa d’Este per presentare la Concept R18, una cruiser con uno stile completamente fuori dagli schemi rispetto alla produzione odierna della Casa bavarese, ispirato a un passato piuttosto remoto. Il senso di questa motocicletta si trova nelle parole del numero uno di Bmw Motorrad, Markus Schramm: “Questa è la nostra visione per il mercato delle grandi cruiser”. Una dichiarazione che non lascia spazio a molti dubbi rispetto ai piani per il prossimo futuro e del resto Bmw presidia già la quasi totalità dei segmenti delle due ruote. E quello delle cruiser è un settore che offre una ottima marginalità - l'impegno tecnologico è piuttosto limitato - e soprattutto è frequentato da clienti disposti a spendere cifre ragguardevoli. Continua su La Stampa
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