Per chi ancora non lo sapesse, la Smart come la conosciamo oggi è destinata a sparire. Entro il 2020, infatti, le piccole auto tedesche abbandoneranno per sempre il motore a combustione interna, convertendosi interamente alla propulsione elettrica. Sebbene i numeri in gioco non siano giganteschi, si tratta di una svolta epocale e, per certi versi, di una scommessa cui solo il tempo potrà svelare i risultati. Per di più, dal 2022 la Smart sarà prodotta in Cina da una joint-venture fra Daimler e Geely. Nel frattempo, Daimler ha deciso celebrare la “pensione” della Smart a benzina con un'ultima serie speciale che sarà prodotta in soli 21 esemplari destinati ai veri appassionati del marchio. E' stata disegnata da Konstantin Grcic, un artista poliedrico le cui opere sono esposte anche al MoMA di New York, e iene presentata questo weekend a all'Autodromo di Modena durante i Motor1Days. Il prezzo di 51.578 euro è abbastanza alto, ma giustificato dalle pochissime unità che verranno prodotte. Continua su La Stampa
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martedì 18 giugno 2019
lunedì 17 giugno 2019
24 Ore di Le Mans, la gara più bella e dura del mondo
Le Mans è una cittadina francese come molte altre. Se non fosse per quel piccolo particolare che la rende uno dei luoghi più famosi del mondo: la 24 Ore di Le Mans. Una gara che si disputa una volta all'anno e che dal 1923 a oggi si è svolta quasi senza soluzione di continuità. Quella che prenderà via il 15 giugno alle ore 15, per finire domenica 16 giugno alla stessa ora, è l'edizione numero 87 che quest'anno segna il record per il numero di vetture in pista, ben 62 e per i piloti ammessi, che sono 186. Per chi fosse interessato, si vede su Eurosport. È una corsa ricca di storia, che richiama quasi 300 mila spettatori, che non si può paragonare a nessun'altra nel mondo e ha caratteristiche assai peculiari. Sui 13,7 chilometri del circuito semipermanente de La Sarthe - caratterizzato da frenate impegnative, soprattutto in prossimità delle due chicane che dividono il lungo rettilineo (3 km) di Mulsanne - convivono auto appartenenti a due grandi categorie, i prototipi (LMP1 e LMP2) e le GT che hanno livelli prestazionali così diversi tra loro che una delle maggiori difficoltà che i piloti devono gestire sono i sorpassi ai colleghi più lenti e più veloci. Continua su GQ
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Tutti i numeri della 24 Ore di Le Mans, la gara più impegnativa del mondo
Sessantadue vetture al via, suddivise in 4 classi differenti partecipano in queste ore all’87esima edizione della classica 24 Ore di Le Mans, la più prestigiosa gara endurance al mondo. A contendersi la vittoria assoluta saranno soprattutto i prototipi, suddivisi nelle categorie LMP1 (dei team ufficiali) e LMP2 (di team non ufficiali). Leggermente meno performanti, ma non per questo non competitive, sono le Grand Touring Endurance (GTE), vetture derivate dalla serie, che a loro volta si ripartiscono in LM GTE Pro (dei team ufficiali) e LM GTE Am (“amatori”). Ecco qualche numero che forse non sapevate. Continua su La Stampa
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Volkswagen Polo GTI, la virtù dell'equilibro
Di tutte le sigle che compongono l'universo dell'automobile, alcune meritano più rispetto di altre. Una di queste è GT, scritto con le tre maiuscole. Significa Gran Turismo Injection e se oggi la terza parola fa quasi sorridere, nel 1976, quando apparve sul portellone della Golf, aveva tutto un altro significato. Da oltre quaranta anni, dunque, queste tre letterine magiche identificano un modo ben preciso di rendere sportiva un'auto da famiglia. Un concetto che ha avuto così tanto successo da essere stato condiviso con molti altri modelli. Uno di questi è la nuova Polo GTI, che è diventata così matura da potere permettersi di insidiare anche la sorella maggiore. Tra le due «hot hatch», infatti, ballano solo una ventina di centimetri di lunghezza, un quintale di peso e una quarantina di cavalli, visto che il 2.0 TSI è condiviso. Ovviamente la Golf va un po' più forte, ma non è detto che questo basti a giustificare i 10.000 euro in più che servono per portarsela a casa. Continua su GQ
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domenica 16 giugno 2019
La Peugeot 403 “Familiale” di Aldo Moro in mostra a Torino
La foto di Aldo Moro, e della Renault 4 in cui è stato ritrovato il suo corpo, rimarrà per sempre nella memoria collettiva italiana. Del resto la potenza delle immagini è spesso superiore a quella delle parole. «Noi invece vogliamo ricordarlo in vita, in un momento famigliare» dice Mariella Mengozzi, direttore del Museo dell’automobile di Torino. Fino al 12 maggio il Mauto ospita infatti la Peugeot 403 “Familiale” color blu mare della famiglia Moro, una macchina a cui lo statista era legatissimo, scelta per fare viaggiare in comodità i quattro figli. L’aveva acquistata nel 1960 per uso privato e spesso veniva guidata dalla moglie Eleonora. Era una vettura spaziosa - una delle poche disponibili in quegli anni a poter ospitare otto persone - e di basso profilo, come amava essere lo statista pugliese. Continua su La Stampa
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sabato 15 giugno 2019
Vespa Sei Giorni II Edition, carattere e stile
Nel 1951 la Squadra Corse Piaggio strabiliò il mondo delle competizioni trionfando con un piccola Vespa contro vere moto off-road in una delle gare più dure e prestigiose. Nel dopoguerra le gare di regolarità vivevano il loro momento di gloria: prove massacranti, su percorsi durissimi, lunghi centinaia di chilometri. Un banco di prova straordinario per uomini e mezzi. La competizione più prestigiosa era la Sei Giorni Internazionale che si svolgeva a Varese. Le dieci Vespa al via furono accolte dallo scetticismo generale: cosa avrebbero potuto contro vere moto pensate per le competizioni? Invece il modello realizzato proprio per quella gara, partendo dalla versione Sport, dominò conquistando ben 9 medaglie d’oro individuali. La Vespa “Sei Giorni”, che da quella vittoria prese il nome è in assoluto uno dei più leggendari nella storia dello scooter Piaggio: oggi è ricercatissimo dai collezionisti e vale tantissimo visto che è stata prodotta in solo 300 esemplari. Continua su GQ
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venerdì 14 giugno 2019
Triumph Rocket 3 TFC, la cruiser costruita intorno a l motore più grande del mondo
In un'epoca in cui il downsizing è una specie di imperativo, una motocicletta come la Triumph Rocket 3 TFC è veramente una perla rara. La sigla sta per Triumph Factory Custom e sta a indicare sia la particolare cura posta nell'allestimento, sia la natura limitata di questa edizione: solo 750 esemplari. Ma, seppur ben marcata, non è l'esclusività la caratteristica principale di questa moto, bensì il suo “motorone”. Tre cilindri, 2,5 litri di cilindrata, 170 CV e soprattutto 221 Nm di coppia. Quest'ultimo dato rende la Rocket la moto di serie con più newtonmetri di tutte. Sempre a proposito di record, questa è la Triumph più potente di sempre e la sua cilindrata non è mai stata raggiunta da nessun’altra moto normalmente in vendita. Continua su La Stampa
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