mercoledì 20 marzo 2019

Chevrolet Camaro Cabrio, sognando la California

Alzi la mano chi non ha mai pensato, nemmeno per un secondo, di voler fare una vacanza negli Stati Uniti, noleggiare una cabrio e correre sulla Pacific Coast Highway con il vento tra i capelli. Per chi lo ha fatto o ha in programma di farlo la Chevrolet Camaro in versione scoperta sarebbe l'auto perfetta, ma se la California è troppo lontana se ne può comprare una anche in Italia e in questo caso lo specialista è Cavauto di Monza. La nostra prova è iniziata da qua, in una fredda giornata di inverno, con la capote abbassata sprezzanti delle intemperie. Sotto il cofano non c'è il classico V8 da 6.2 litri, che da noi vuol dire spendere in superbollo la stessa cifra con cui si potrebbe comprare un motorino elettrico, bensì il più furbo due litri benzina. E' lo stesso 4 cilindri turbo già visto sulle ultime Cadillac, capace di erogare 275 CV e 400 Nm di coppia massima, cioè qualcuno in più dei 386 Nm del vecchio 3.6 V6 da 330 CV al cambio manuale a 6 rapporti preferiamo la trasmissione automatica Hydra-Matic a 8 rapporti. Continua su GQ

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martedì 19 marzo 2019

John DeLorean, una storia incredibile tra arresti, droga e auto volanti

Il 19 marzo saranno passati quattordici anni dalla morte di John DeLorean. Nel caso ve lo siate chiesti, sì, è proprio a lui che si deve la creazione di una delle auto più leggendarie della storia del cinema e forse della storia in generale, la mitica DeLorean DMC-12 protagonista della trilogia di Ritorno al Futuro. Le 88 miglia orarie, il flusso canalizzatore e le frasi mitiche come «Strade? Dove andiamo noi non ci servono strade» hanno contribuito a creare un’aura quasi mistica intorno all'auto che non sarebbe mai stata giustificata solo dalle caratteristiche tecniche. Continua su GQ

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Ferrari Enzo, l’ultima supercar di Maranello della vecchia scuola

Non so come la pensiate voi, ma per me il nome di un’auto è molto importante. Pensate se la “Panda” si fosse chiamata “Nutria”…secondo voi avrebbe avuto lo stesso successo? Nel caso della Ferrari Enzo il discorso è diverso, perché le richieste furono talmente tante che la produzione venne aumentata da 349 a 399 esemplari, più uno speciale donato al Papa e poi messo all’asta per beneficenza e battuto alla stratosferica cifra di 6 milioni di dollari. No, qui il problema del nome è concettuale. Se chiami un’auto con il nome del fondatore della Casa che la produce, che cosa potrai mai fare dopo? Ecco, purtroppo in questo caso abbiamo anche la risposta. Questione di gusti, per carità, ma in molti avrebbero preferito una bella sigla che speriamo ritorni con la prossima hypercar. In ogni caso, nome a parte, la Enzo è un vero gioiello. Il suo V12 da 6 litri con le bancate a 65° eroga 660 CV (657 Nm di coppia) e urla a oltre 8.000 giri senza l’ausilio di turbocompressori o sistemi ibridi. Continua su Autoappassionati

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lunedì 18 marzo 2019

Hyundai i30 Fastback N, due anime un solo stile

Sapete qual è il primo motivo di acquisto per ogni nuova auto venduta in Europa? Non è il prezzo o il brand e nemmeno la potenza oppure i consumi. Quello che conta più di tutti quando ci si appresta ad acquistare una vettura ancora immacolata è il design. In altre parole l'aspetto esteriore. E un'automobile non deve essere solo bella, ma deve avere dei tratti stilistici riconoscibili e associabili al marchio e poi deve stimolare delle sensazioni che siano coerenti sia con quello che promette che con quello che alla fine realmente offre. Per questo anche una Casa come Hyundai che ha nella qualità, nella tecnologia e nel «value for money» i suoi pilastri, non può prescindere dal design, a maggior ragione su un modello particolare come la i 30 Fastback in versione N, ovvero quella più prestazionale all'interno della gamma. È una berlina due volumi con una linea molto personale, in particolar modo al posteriore, dove il taglio netto della i30 hatchback lascia il posto al padiglione discendete e rastremato, come ci ha illustrato il designer Rubén Vela che lavora al Technical Center Hyundai. Qui hanno deciso di chiamarla «fastback», ma qualcun altro l'avrebbe chiamata coupé a quattro porte oppure, più freddamente, due volumi e mezzo. Continua su GQ

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domenica 17 marzo 2019

Huracan Power Guià, la “moto-bike” elettrica da corsa, per il fuoristrada o la pista

Pochi settori in questo periodo stanno vivendo un fermento come quello delle e-bike. La disponibilità di sempre più componenti a prezzi concorrenziali e l'attenzione da parte del pubblico stanno portando a una moltiplicazione di prodotti, da quelli più semplici dedicati al commuting a quelli più prestazionali e particolari, come la Guià. È prodotta dalla trevigiana Huracan Power fondata da Franco Moro, un'azienda già attiva da diversi anni nel campo della nautica, diretta da un imprenditore che ha sempre gravitato nell'orbita delle due ruote, come con il progetto della Moto2 di qualche anno fa. La Guià è quella che di definisce una “moto-bike” elettrica, ovvero una via di mezzo tra una bici a pedalata assistita e una motocicletta, in questo caso declinata in due versioni: da fuoristrada e stradale. Continua su La Stampa

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sabato 16 marzo 2019

Karl Abarth, storia di un genio dell'automobilismo

«C’è gusto ad umiliare, con una modesta utilitaria, vetture di classe e prezzo superiori» è la frase più famosa pronunciata da Karl Abarth, quella che racchiude tutta la sua visione dei motori e delle automobili. Quest'anno l'azienda fondata dall'ingegnere austriaco, poi naturalizzato italiano, compie settanta anni, un periodo in cui ha avuto alti e bassi e alterne fortune. Ma prima di parlare della Abarth vale la pena concentrarsi sul suo fondatore, che nacque a Vienna il 15 novembre 1908 e fin da piccolo manifestò una grande passione per la velocità e la tecnica. A sedici anni iniziò a lavorare in diverse aziende meccaniche e quattro anni più tardi realizzò un telaio motociclistico. Negli anni Venti partecipò alle prime gare come pilota di moto, ottenendo diversi successi ma essendo costretto a ritirarsi presto, già nel 1930, a causa di un incidente con cui si fece male gravemente a un ginocchio. Continua su GQ

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venerdì 15 marzo 2019

Sciare con il drone

Negli ultimi anni i droni si sono diffusi in maniera esponenziale nel settore delle attività ricreative. Con l’evoluzione della tecnologia e l’abbassamento dei prezzi, acquistare un drone in grado di fare riprese e registrare video è ormai alla portata di tanti e non solo più appannaggio dei professionisti. Se nel campo dei video professionali utilizzare i droni è un “must have” tanto nel settore sportivo, quanto in quello cinematografico e nell’entertainment, l’utilizzo amatoriale è tutto da inventare e da scoprire. Questo perché un drone, per la sua stessa natura, può alzarsi in volo praticamente ovunque e riprendere quasi qualsiasi cosa. Dunque tutte le attività all’aria aperta possono finire in un bel video a 4K e anche quelle al chiuso, a patto che il tetto dell’edifico sia abbastanza alto. Ma uno degli usi più interessanti è quello sulla neve. A quale sciatore non piacerebbe essere ripreso durante una bella discesa sulle piste? Continua su Boggi

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