lunedì 4 febbraio 2019

Viaggi noiosi? Audi trasforma l’abitacolo in un grande videogame

Quando si parla di auto del futuro, autonoma, elettrica e connessa, una delle grandi preoccupazione di qualsiasi Casa automobilistica è che sia anche noiosa. Non per tutti i clienti, certo, ma per alcuni, quelli che vogliono guidare e sentire un bel suono dal cofano. Forse alcuni di questi ultimi, soprattutto appartenenti alle nuove generazioni, potranno consolarsi con forme di intrattenimento impensabili solo fino a pochissimi anni fa. Possibilità che hanno a che fare con il terzo pilastro dell’automobile del futuro, quel “connessa” che non è sempre facile spiegare. Al Consumer Electronic Show di Las Vegas, Audi prova esplorare queste possibilità mostrando la nuova frontiera dell’intrattenimento a bordo. Il brand di Ingolstadt ha presentato un’inedita tecnologia che sincronizza la realtà virtuale con i movimenti della vettura, chiamata Audi Immersive In-Car Entertainment. Continua su La Stampa

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domenica 3 febbraio 2019

Ford S-Max, un'auto dalle qualità uniche

Dare una definizione alla Ford S-Max non è proprio semplicissimo e non è nemmeno facile farlo dal punto di vista commerciale, ora che la parola d'ordine in qualsiasi segmento sembra essere una e una soltanto: SUV. Ad ogni modo, Ford ha una gamma talmente ampia, dove i SUV di certo non mancano, che può permettersi anche di mantenere un modello un po' fuori dagli schemi come la S-Max. E la formula della S-Max è tanto particolare quanto intelligente: ha tutte le caratteristiche di una grande station wagon, con in più la possibilità di avere più spazio e in modo più flessibile. La S-Max ha 5 posti e un bagagliaio da 700 litri, oppure 7 posti e 285 litri, ma quelli della terza fila sono davvero due strapuntini adatti solo ai bambini. Se poi consideriamo uno stile parecchio più dinamico rispetto a quello delle monovolume tradizionali e le prestazioni tutto sommato brillanti, l'unica vera concorrente è la Renault Espace, di cui abbiamo già parlato. Continua su GQ

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sabato 2 febbraio 2019

Harley-Davidson LiveWire, la moto elettrica americana costa 34.200 euro

Spendereste 34.200 euro per una Harley-Davidson elettrica? Dietro le possibili risposte a questa domanda si trovano gli ultimi cinque anni di lavoro della Casa americana che è alle prese con la rivoluzione più grande dei suoi 115 anni di storia. Allo scorso Eicma vi avevamo raccontato dell’imminente arrivo della prima motocicletta a emissioni zero marchiata H-D, di cui però ancora non conoscevamo tutte le caratteristiche tecniche e soprattutto i dati più salienti. Oggi, invece, non ci sono più misteri e sappiamo che la LiveWire sarà commercializzata nel corso del 2019. Per un brand che in oltre un secolo di vita non ha mai cambiato la ricetta di base delle proprie moto si tratta quasi di un salto nel buio, ma è un rischio calcolato, necessario per cercare nuovi clienti, visto che l'età media di chi compra un’Harley è sempre pericolosamente più vicina a quella della pensione. Continua su La Stampa

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venerdì 1 febbraio 2019

Lamborghini Huracan EVO, velocità estrema

Nel settore delle supercar rimanere aggiornati è fondamentali, soprattutto con quei prodotti che costano circa 200.000 euro e che si vendono in qualche migliaia di unità all'anno. Qui la competizione è serrata e i player hanno nomi importanti come Ferrari, Lamborghini e McLaren. Proprio la Casa di Sant'Agata Bolognese ha appena presentato la nuova versione EVO della Huracan, cioè una profonda evoluzione del modello attuale che secondo il numero uno di Lamborghini, Stefano Domenicali, «ha ereditato le doti della Huracán Performante e le ha combinate con i più avanzati sistemi di controllo della dinamica del veicolo per un’esperienza di guida quotidiana amplificata». Esperienza in cui è centrale il motore V10 da 5,2 litri, ultimo aspirato rimasto in un segmento dove il turbo è ormai la regola. Eroga 640 CV a 8.000 giri e 600 Nm di coppia a 6.500 giri, grazie anche ad accorgimenti come le valvole di aspirazione in titanio e l'impianto di scarico dal peso ridotto. Continua su GQ

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giovedì 31 gennaio 2019

Audi quattro, la “mamma” di tutte le sportive a trazione integrale

Se conoscete bene la storia dell’auto, sapete sicuramente che la prima auto stradale di serie con la trazione sulle quattro ruote è la mitica Jensen Interceptor FF del 1968. Se poi la storia la conoscete benissimo, sapete anche che le quattro ruote motrici sulle vetture stradali hanno assunto il ruolo che hanno ora grazie soprattutto a un marchio e a un modello, che, forse, non ha bisogno di presentazioni: Audi quattro. Prodotta dal 1980 al 1991 in circa 11.500 esemplari, costruita praticamente a mano in uno stabilimento dedicato e costosa come una supercar, l’ Audi Quattro è l’automobile che ha fatto sapere al mondo che quattro ruote motrici servono anche per andare veloci e non solo per arrampicarsi sulle montagne. Tralasciando in questa sede la Sport quattro e i suoi successi nel Gruppo B, che meriterebbero un articolo a parte, ci concentriamo sulla berlina stradale. Continua su Autoappassionati

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mercoledì 30 gennaio 2019

Formula E, qui vince chi riesce a gestire velocità ed energia

Dopo avervi raccontato l'atmosfera della Formula E che abbiamo trovato a Marrakech, è il momento di parlare in maniera più approfondita delle monoposto. La quinta stagione del campionato dedicato alle monoposto elettriche ha segnato l'inizio di una nuova era: l'evoluzione tecnologica delle batterie, infatti, ha permesso di eliminare il cambio vettura a metà gara e di coprire tutti i 45 minuti della corsa con una sola automobile. Al campionato partecipano dieci team e venti piloti. L'unica squadra italiana è la Geox Dragon anche se il quartier generale si trova in California e la sede delle operazioni sportive è in Gran Bretagna. Visitando il loro box nel circuito marocchino, ci hanno raccontato che la formula di gara prevede che tutti i piloti abbiano auto e batterie identiche. Tuttavia, i motori, le trasmissioni e le sospensioni sono sviluppati dagli stessi team che ricercano non solo la monoposto più veloce ma anche quella più efficiente. Continua su GQ

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martedì 29 gennaio 2019

Formula E, il futuro è già arrivato

Il primo impatto con la Formula E è abbastanza spiazzante. È difficile spiegarsi la totale assenza di rumore in una gara di motorsport. Auto o moto, non importa, in qualsiasi circuito il latrato dei motori da competizione sovrasta ogni altra cosa. Qui invece no, perché le monoposto che corrono in questo campionato sono completamente elettriche ed è tutta un'altra cosa. Non sono esattamente silenziose, visto che il suono dei loro motori raggiunge gli 80 decibel, ma sentendolo è molto più facile associarlo a un'astronave di un film di fantascienza piuttosto che a un'automobile da corsa. Superata la sorpresa iniziale ci si rende conto che manca anche la puzza di benzina e quella dell'olio bruciato, ma questo è un problema solo per i veri fanatici del motorsport. E la Formula E non si rivolge tanto a loro, quanto a tutte le altre persone, anche quelle che non hai mai visto una gara nella loro vita. Continua su GQ

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