lunedì 1 ottobre 2018

Pirelli P Zero World, l’eccellenza dei pneumatici abita qui

Il nuovo P Zero World si trova a pochi metri dalla curva Virage du Portier, quella che le Formula 1 percorrono in prima marcia a 80 km/h per poi imboccare il leggendario tunnel del GP di Monaco. È il terzo flagship store nel mondo – dopo Los Angeles e Monaco di Baviera – che prende il nome dalla gamma di pneumatici più sportivi di Pirelli. Si chiamano P Zero™, infatti, sia le gomme per le auto stradali più veloci sia quelle per le monoposto della massima serie. Il P Zero World è il luogo dedicato alla clientela più esigente, a quei proprietari di vetture sportive o di lusso che cercano i prodotti più avanzati, progettati specificamente per le proprie auto, ma anche un servizio all’altezza della qualità di quelle vetture, in un contesto accogliente e curato. Continua su GQ

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Suzuki Swift Sport, la prova di GQ

Qual è il modo più semplice per aumentare globalmente le prestazioni di un’auto? Se  avete pensato ad aumentare la potenza del motore, avete sbagliato. La risposta giusta è diminuire il peso, come insegnava il mitico Colin Chapman fondatore della Lotus e teorico integralista della leggerezza a tutti i costi. Se più cavalli migliorano la velocità, se pneumatici più grandi aumentano la tenuta di strada e se freni più potenti diminuiscono lo spazio di frenata, abbassare il peso porta tutti questi benefici insieme. Insomma, per tornare a Colin Chapman: “Less is more”, cioè di meno è meglio. Ora, non sappiamo se gli ingegneri giapponesi si siano ricordati del geniale britannico durante la progettazione della Swift Sport, ma quest’auto sembra scaturita dai suoi insegnamenti. Venendo ai numeri, la bilancia dice 975 kg di peso a secco, che nella produzione attuale è un piccolo record, visto che le concorrenti del segmento B pesano almeno 150-200 kg di più. Continua su GQ

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sabato 29 settembre 2018

Ducati Scrambler Icon, più bella e più sicura

A quattro anni dal lancio, forte di un successo fatto di oltre 55.000 unità vendute, Ducati rinnova la Scrambler e in particolare la versione Icon. La gamma Scrambler rappresenta la porta d’accesso alle motociclette di Borgo Panigale, un ruolo che qualche anno fa apparteneva alla Monster che dal 2014 ha “passato le consegne” a una moto più adatta all esigenze del mercato attuale. L’aggiornamento è incentrato sul miglioramento del comfort e della sicurezza, senza tralasciare una rinfrescata al lato estetico. La ricetta è semplice e si basa sulla essenza più pura del concetto del motociclismo: due ruote, un manubrio largo, un motore semplice e tanto divertimento. Dal lato tecnico spicca l’adozione nuovo ABS Cornering Bosch che aumenta di molto la sicurezza attiva in frenata, perché interviene anche a moto piegata, laddove gli ABS tradizionali non sono in grado di dare il loro apporto. Continua su GQ

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venerdì 28 settembre 2018

“Ehi” è la parola magica per parlare con i robot: anche BMW presenta il suo assistente personale

Chi ha l'età giusta per ricordarsi Happy Days e Fonzie non potrà fare a meno di sorridere quando si troverà a dire “Ehi...” per attivare l’assistente-robot del telefono o della macchina. Per parlare con l’iPhone, infatti, basta dire “Ehi Siri”. La stessa parola magica è stata scelta anche da Mercedes, che ha già implementato il sistema Mbux su modelli anche piccoli come la nuova Classe A, e ora anche da BMW, che renderà disponibile il suo BMW Intelligent Personal Assistant da marzo 2019.  Continua su La Stampa

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giovedì 27 settembre 2018

Nuova BMW Z4, ritorno alle origini e alla capote in tela

Per sapere tutto sulla nuova BMW Z4 bisognerà aspettare il prossimo Salone di Parigi in programma a inizio a ottobre, ma intanto la Casa bavarese ha presentato la Z4 M40i First Edition, snocciolando le informazioni che bastano a farci capire di che pasta sia fatta l’auto. Ma prima di parlare della nuova spider dell’Elica bisogna fare una premessa riguardo alla sua genesi. Quella svelata al Concorso di Eleganza di Pebble Beach è la terza generazione della Z4 e sostituisce la precedente datata 2009. Un gap di quasi dieci anni che è ampio anche per un modello di nicchia, giacché di solito il ciclo di vita di un’auto dura sei o al massimo sette anni. Il motivo di questo ritardo è dato dai dubbi sulla fattibilità di questo progetto, soprattutto a livello di margini di profitto e dalla conseguente ricerca del partner industriale con cui condividere i costi di sviluppo. Continua su GQ

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mercoledì 26 settembre 2018

Ducati Panigale V4, le prestazioni prima di tutto

Qualche volta è necessario cambiare, magari invertendo la rotta rispetto alla propria storia e andando oltre dogmi che sembrano incrollabili. Succede nella vita e pure nell’industria dei motori, che abbiano intorno due o quattro ruote. Provate a chiedere alla Porsche che ancora riceve lamentele dagli appassionati per aver abbandonato il raffreddamento ad aria sulla 911, oppure alla Harley-Davidson che a un certo punto ha dovuto per forza ridurre le famose quanto fastidiose “good vibrations”. Dopodiché salite su una Ducati Panigale V4 e chiedetevi come mai a Borgo Panigale abbiano abbandonato uno dei principali marchi di fabbrica delle proprie moto, per passare a una soluzione utilizzata a fasi alterne da più o meno tutti i costruttori. Continua su Boggi

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martedì 25 settembre 2018

Lancia Delta Futurista, il ritorno del mito (per pochi)

Quando nel 1995 le ultime Lancia Delta Integrale sono uscite dalla linea di montaggio si è chiusa definitivamente un’epoca e la Deltona è entrata immediatamente nell’empireo delle auto più leggendarie di sempre. La produzione era di fatto già terminata nel 1993, ma la fame di Delta era così tanta che venne approntata un’ultima serie speciale; 173 esemplari per una Dealer’s Collection che ha fatto fare affari d’oro alle concessionarie Lancia. Poi la fine, l’oblio e una mai sopita speranza che a Torino tornassero sui propri passi, ridando nuova vita alla Integrale. E invece nulla di fatto. La Delta seconda serie era così distante dalla prima che persino la terza degli anni Duemila aveva più senso, pur non avendo nulla in comune con la mitica “Evo”. Un progetto così perfetto che è durato quasi venti anni, considerando che la prima Delta è nata nel 1979, e che ha spadroneggiato per quasi un decennio nel mondiale rally. Continua su GQ

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