Probabilmente, quando alla Piaggio hanno visto lo Z-Scooter della Bel & Bel, si sono guardati, hanno sbattuto la mano sulla fronte e hanno esclamato “Ma perché non ci abbiamo pensato noi?”. Sì, perché questa specie di segway a forma di Vespa d’epoca non ha nulla a che vedere con la Casa italiana. Si chiama Z-Scooter ed è prodotto dalla spagnola Bel & Bel sulla base elettrica fornita dalla Nine Bot, una delle aziende leader nel settore di questo tipo di veicoli elettrici. Tecnicamente non è niente di particolare: pesa 30 kg, ha una portata utile di 100 kg è largo 60 cm e si ricarica in 3 o 4 ore a seconda del tipo di rete a disposizione. La velocità massima raggiungibile è di 20 km/h e la carica delle batterie è sufficiente per percorrere un massimo di 35 km/h. Continua su La Stampa
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martedì 14 agosto 2018
lunedì 13 agosto 2018
Porsche 959, l’auto che veniva dal futuro
Tutti gli appassionati conoscono il Gruppo B e le auto leggendarie nate da quella breve, ma intensissima, esperienza. Tolte le vetture da rally, ce ne sono due che più di ogni altre rappresentano questa categoria, ma non solo. Le due vetture in questione rappresentano anche una bella fetta degli anni Ottanta, l’eterna sfida Italia Germania e in particolare quella tra Ferrari e Porsche. Lo avrete già capito, sono la Ferrari F40 e la Porsche 959. Oggi parleremo della seconda, ma non temete, vi racconteremo anche della prima. Porsche negli anni Ottanta non era certo l’azienda florida e vincente che conosciamo oggi, anzi tutt’altro. La carriera della prima generazione di 911 volgeva al termine e ancora non si era deciso se rifarla del tutto, lasciarla morire o continuare ad evolverla, compatibilmente con le norme di omologazione che stavano iniziando a dare qualche grattacapo. Continua su Autoappassionati
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sabato 11 agosto 2018
Seat Leon Cupra ST 300, la prova di GQ
Quanti cavalli servono per divertirsi alla guida di un’auto sportiva? Rispondere non è semplice, perché il piacere che dà un’automobile non è strettamente legato a questi numeri, ma a molte altre cose. In un’epoca in cui anche le citycar sfiorano i 200 CV, la potenza in senso assoluto è sempre meno importante. L’equazione che deve dare come risultato il concetto di “divertimento” è composta anche da altri fattori, soprattutto se si preferisce la strada alla pista, perché non si possono scatenare mandrie di cavalli tra muretti, fossi, incroci e…autovelox. Il segreto, quindi, è nell’equilibrio e la Seat Leon Cupra ST sembrerebbe averlo trovato, senza dimenticare che è una delle poche trazioni anteriori disponibili sul mercato in grado di girare in meno di 8 minuti al Nurbugring ma il suo bilanciamento le permette di essere altrettanto divertente ed efficace su strada, visto che le condizioni che si trovano nel leggendario circuito tedesco, sono molto simili a quelle delle strade di tutti i giorni. Continua su GQ
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venerdì 10 agosto 2018
Hyundai Kona Electric, come va l'anti Tesla Model 3
Aspettavamo di guidarla dal Salone di Ginevra, quando l'avevamo vista sullo stand della Casa coreana. E' la Hyundai Kona Electric, versione a zero emissioni della crossover compatta, che si propone al pubblico europeo (ma anche americano e asiatico) come una concorrente di quei modelli che hanno un'autonomia estesa ma prezzi ancora riconducibili a un mercato popolare. Per fare qualche esempio, la Chevrolet Bolt e la Tesla Model 3. Questo a patto di scegliere la versione con batteria da 64 kWh. La scelta che hanno fatto i coreani riguardo agli accumulatori, infatti, riflette una doppia possibilità d'utilizzo della Kona EV. Più urbana nel caso della batteria da 39,2 kWh, che garantisce comunque 312 km (WLTP) di autonomia reali, e a 360° nel caso della batteria da 64 kWh che promette una percorrenza di 482 km (WLTP). Lo stile? Gioco forza molto simile a quello delle Kona “termiche” ma con una serie di dettagli che ne lasciano intuire lo status di auto elettrica, soprattutto all'anteriore: la calandra è quasi completamente chiusa, con dei piccoli fregi in basso rilievo e le prese d'aria solo nella parte inferiore del paraurti. Dietro, invece, è solo il paraurti a fare la differenza, oltre alla scritta dedicata. Continua su Motor1
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giovedì 9 agosto 2018
Il Marchionne-pensiero, le frasi più celebri da ad di FCA e Ferrari
“La Fiat è tecnicamente fallita. Non stupirti. Noi perdiamo due milioni al giorno, non so se mi spiego. Se fallimento significa non avere i soldi in casa per pagare i debiti, bene, allora noi ci siamo” con questa frase Sergio Marchionne si rivolse a Gianluigi Gabetti, uno degli storici consiglieri della famiglia Agnelli, pochi giorni dopo essere diventato amministratore delegato del Gruppo Fiat. Era il 2004 e la sua avventura nel gruppo torinese era appena iniziata, sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo e nello scetticismo generale. Da quel momento in poi, nei quattordici anni a capo di quella che poi sarebbe diventata FCA, Marchionne si è imposto non solo come abilissimo manager ma anche come grande comunicatore, con uno stile spiazzante e di rottura che non è variato nemmeno quando ha preso la guida della Ferrari. Il primo impatto con la Fiat e con uno stabilimento storico come quello di Mirafiori hanno lasciato un ricordo indelebile nelle memoria di Marchionne. Continua su Motor1
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mercoledì 8 agosto 2018
Pick-up in Italia, come immatricolarli e circolare senza problemi
Dopo avervi mostrato i migliori pick-up sul mercato, ecco una breve guida riassuntiva all’acquisto del pick-up, un mezzo particolare su cui esistono ancora dei falsi miti legati alla circolazione e alla fiscalità. Tutto ha origine dal fatto che fino al 1999 l’uso di un pick-up in Italia era limitato dalla legislazione che prevedeva solamente l’immatricolazione come autocarro leggero, cioè con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate, per utilizzo esclusivamente professionale o al massimo la registrazione come autocarro leggero per “uso promiscuo” inteso come utilizzo misto lavorativo e privato. Ma dal 2000 è cambiato tutto, perché l’Italia ha dovuto adeguarsi alla legislazione europea, istituendo così la categoria dell’autocarro leggero a uso proprio che ha preso il posto di quella precedente a uso promiscuo. Una differenza sostanziale che di fatto cancella tutte le limitazioni a cui i pick-up dovevano precedentemente sottostare. Continua su GQ
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martedì 7 agosto 2018
L’Esercito italiano ha ordinato i primi 10 esemplari della Centauro II prodotta da Iveco
Se non sapete cosa sia un “autoblindo cacciacarri” evidentemente non siete militari né appassionati di questo genere di veicoli che hanno caratteristiche tecniche uniche. La Blindo Armata Centauro II prodotta dalla divisione Defence Vehicles di Iveco è un’ottima rappresentante di questo genere di mezzi militari, che sono nati inizialmente per il contrasto ai carri armati avversari e che negli anni hanno mutato la loro destinazione d’uso. La Centauro II è l’evoluzione del veicolo blindato Centauro, nato dalle esigenze dell’Esercito italiano durante gli anni della Guerra Fredda che richiedevano di dare maggiore mobilità alle brigate italiane schierate in difesa del territorio nazionale. Tuttavia, dopo il crollo del Muro di Berlino, la Centauro ha operato in scenari inimmaginabili durante la sua progettazione: dalle operazioni di mantenimento della pace, alla prevenzione dei conflitti fino a operazioni di carattere umanitario. Continua su La Stampa
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