giovedì 28 giugno 2018
3.000 Vespa hanno “invaso” Belfast per il raduno annuale
E’ uno dei veicoli made in Italy più famosi nel mondo e non ha quattro ruote, bensì due. Stiamo parlando della Vespa che dal 1946 è diventata una vera e propria icona globale, riuscendo a creare intorno a sé un universo di appassionati. I primi Vespa Club, infatti, si costituirono appena dopo l’inizio delle vendite dello scooter inventato dalla Piaggio. Oggi i Vespa Club nazionali sono diventanti cinquatatre, in rappresentanza di altrettanti Paesi e sono tutti associati al Vespa World Club. A questi si aggiungono altre centinaia di Vespa Club locali ufficialmente censiti, per oltre 120.000 soci iscritti in tutto il mondo. Ogni anno i più appassionati si raduno per dare vita ai Vespa World Days e ieri si è chiusa a Belfast l’edizione 2018. Continua su GQ
mercoledì 27 giugno 2018
Sedric, un giro sulla Volkswagen elettrica senza volante
Quando al Salone di Ginevra dello scorso anno Volkswagen ha presentato la Sedric e i servizi per cui era stata progettata, il pensiero comune degli addetti ai lavori è stato più o meno “Molto interessante ma non la vedremo per strada prima di dieci anni”. E' un giudizio piuttosto ricorrente quando si parla di prototipi con in questo caso “l'aggravante” dell'ecosistema che la Sedric avrebbe dovuto creare per poi esserne protagonista. Oggi, a poco più di un anno di distanza da quel giorno, la Sedric è su strada anche se per ora è quella privata e ultra-controllata del centro prove del Gruppo Volkswagen di Ehra-Lessien. I tecnici tedeschi hanno organizzato una dimostrazione per trasformare una visione in una sensazione reale, per quanto filtrata dai confortevoli confini di un centro ricerca. Per cui eccomi qua, poco lontano dal quartier generale di Wolfsburg, pronto a salire per la prima volta nella mia vita su un veicolo senza posto guida e senza volante, dove l'abitacolo è costituito da uno spazioso salotto e le forme sono molto più simili a quelle dei film di fantascienza che a quelle di una Golf o di una Passat. Continua su Motor1
martedì 26 giugno 2018
Future Center, qui nascono le Volkswagen del Futuro
Per avere una visione innovativa e flessibile del futuro non basta riempirsi la bocca di parole complicate o dichiarare obiettivi irrealizzabili. Guardare al futuro vuol dire immaginare nuove soluzioni, sperimentare tecnologie ancora allo stato embrionale o provare nuove applicazioni di quelle esistenti, ma vuol dire anche definire approcci originali alla soluzione dei problemi. I tre Future Center che il Gruppo Volkswagen ha aperto in altrettanti continenti si occupano esattamente di questo. Sono tre centri di ricerca focalizzati sui temi che caratterizzeranno e influenzeranno la mobilità nei prossimi anni e si trovano a Potsdam (Germania), Belmont (California, USA) e Pechino (Cina). Località scelte per le loro posizioni strategiche, da dove poter comprendere le diverse esigenze di ogni area geografica e riuscire ad attrarre i migliori talenti in circolazione. Ovviamente in California la Silicon Valley ha una certa influenza e i progetti si concentrano sull'esperienza digitale dell'utente, sui software UX e su soluzioni di mobilità accessibili. In Europa il focus è sullo sviluppo di prototipi a guida autonoma come SEDRIC – di cui vi racconteremo a breve - e sul design globale dei veicoli. Le attività del Future Center di Pechino, invece, si indirizzano verso la progettazione di concept specifiche per la Cina e i mercati asiatici. Continua su Motor1
lunedì 25 giugno 2018
Volkswagen, il design dell'auto elettrica come sfida per il futuro
“Il design sarà uno degli elementi fondamentali nel determinare quali brand sopravviveranno in futuro e quali no. Il mondo sta cambiando a una velocità mai vista prima d'ora e così anche il concetto di mobilità che si baserà su aspettative, parametri e possibilità differenti”. Sono le parole con cui Michael Mauer, il numero uno del Design di tutto il Gruppo Volkswagen che abbiamo incontrato al Future Center Europe di Potsdam, spiega perché per ogni marchio sarà sempre più difficile differenziarsi dagli altri. Per farlo sarà necessario cambiare i propri valori di riferimento: finora nell'industria automobilistica il tema più importante era legato all'ottimizzazione delle procedure e delle tecnologie ma nel prossimo futuro l'innovazione andrà oltre la tecnologia così come la conosciamo oggi. Per un'azienda come il Gruppo Volkswagen, proprietaria di molti marchi diversissimi tra loro, l'attenzione verso il futuro è altrettanto importante di quella al presente. Può sembrare strano, ma mentre una parte del Gruppo è impegnata nelle complesse omologazioni per il ciclo WLTP ce n'è un'altra che si relaziona con quello che succederà nei prossimi due lustri. Continua su Motor1
sabato 23 giugno 2018
Volvo V60 Polestar, la supercar che si crede station wagon
Dopo averle dato una rapida occhiata i più distratti vedono solo una Volvo station wagon, mentre chi ha un minimo di attenzione in più capisce che si tratta di una supercar travestita da familiare. È la V60 Polestar, l’unica auto di serie ad avere le sospensioni Ohlins regolabili manualmente. Anzi no, non è l’unica, perché condivide questo primato con un altro modello, la Lamborghini Aventador. Un dettaglio del genere potrebbe bastare per definire quest’auto, visto che non è un vezzo del marketing ma un set di componenti di altissimo livello pensati per la vera guida sportiva, anche in pista. Questa Polestar, del resto, è un’auto a sé, difficile da inquadrare e anche da mettere in concorrenza con altri modelli. Il motore, per esempio, è un 2 litri 4 cilindri a benzina, che non contento di avere il turbocompressore ha pure un compressore volumetrico, una soluzione inventata dalla Lancia negli anni Ottanta e ripresa una manciata di volte da altri costruttori nel corso degli anni. Continua su GQ
venerdì 22 giugno 2018
Federclub Mini Meeting, un weekend immersi nella passione
Quando a fine anni Novanta BMW ha rilevato il marchio Mini e ha iniziato a progettare la sua rinascita, sapeva bene di poter contare anche sulla lunga storia del brand e su un’ampia schiera di appassionati della piccola berlina britannica. Per conoscere da vicino questa realtà abbiamo partecipato all’ultimo raduno Federclub Mini Meeting, ecco com’è andata. Anche se la Mini rinata nel 2001 non ha nemmeno un bullone in comune con quella originale concepita nel 1959 e poi evolutasi nel corso degli anni, c’è un fil rouge che collega entrambe a livello di stile e personalità. Continua su Autoappassionati
Omologazione emissioni, ecco che cosa cambia fra il vecchio ciclo Nedc e il nuovo Wltp
Diversi costruttori tedeschi, fra cui la Porsche e la Volkswagen, hanno dovuto sospendere la vendita in Europa di alcuni modelli per le difficoltà legate all’adeguamento alle nuove procedure di omologazione, che ora sono legate al famigerato ciclo Wltp che sta per Worldwide Harmonized Light Duty Vehicles Test Procedure. Il ciclo Wltp è stato definito dopo studi e trattative congiunti tra Unione Europea, Giappone e India - gli Stati Uniti mantengono i propri standard Epa - iniziati alla fine del 2013 (dunque due anni prima dello scoppio del Dieselgate) e terminati a giugno del 2016 con l’approvazione finale del Consiglio Ue. Il Wltp prende il posto dell’obsoleto ciclo Nedc - New European Driving Cycle - dove la prima parola indica l’aggiornamento datato 1997 rispetto ai canoni del 1990. Continua su La Stampa
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