martedì 5 giugno 2018

Mazda MX-5 Cherry Edition, la prova di GQ.it

Solitamente l’industria automobilistica segue schemi di fredda razionalità, anche se ogni tanto qualcosa o qualcuno sparigliano le carte prendendosi un pezzetto di storia, come nel caso della Mazda MX-5. La piccola due posti giapponese è semplicemente la spider più venduta nella storia. Dal 1989 a oggi è stata venduta in oltre un milione di esemplari – traguardo raggiunto il 25 aprile del 2016 – lungo quattro generazioni succedutesi degli anni. La quarta e attuale è arrivata sul mercato nel 2015 ed è stata sviluppata secondo la filosofia ‘jinba-ittai’ che in giapponese significa unità totale tra cavallo e cavaliere, in questo caso tra auto e pilota. Disponibile con due motorizzazioni aspirate a benzina, da 1.5 e 2 litri di cilindrata, la MX-5 costa come un crossover compatto, rispetto a cui è molto più scomoda ma infinitamente più fascinosa. Se al tempo della sua genesi i giapponesi si erano ispirati alle spider inglesi e italiane degli anni Sessanta, l’ultima generazione ha uno stile che più orientale non potrebbe essere. Il layout è quello classico, sempre più raro nella produzione odierna che tutto sacrifica sull’altare dei costi: motore anteriore longitudinale e trazione posteriore. Continua su GQ

lunedì 4 giugno 2018

All’asta l’Harley-Davidson di Terminator 2, ma per ora nessuna offerta

Nei primi anni Novanta l'utilizzo di effetti speciali cinematografici era ancora piuttosto limitato, soprattutto per gli inseguimenti tra auto e qualsiasi altro veicolo. Per questo una scena come quella di Terminator 2, in cui Arnold Schwarzenegger salva il giovane John Connor dalle ire del T1000, sradicandolo con un braccio dalla sua motina da cross e issandolo per direttissima sulla gigantesca Harley-Davidson è diventata immortale. Era tutto maledettamente vero e la moto in questione era una fiammante Fat Boy,lanciata sul mercato solo un anno prima. Quando si dice la tempistica perfetta del product placement... Ad ogni modo, oggi è in vendita una delle moto utilizzata nelle riprese – un altro esemplare è di proprietà del museo H-D – che si può comprare attraverso un'asta pubblica sul sito icollector.com. C'è tempo per altri 15 giorni ma attualmente non è stata fatta nessuna offerta. Continua su La Stampa

sabato 2 giugno 2018

Goodyear Eagle F1 Asymmetric 3 SUV, i test su asciutto e bagnato

Dopo avervi parlato dei nuovi pneumatici Goodyear Eagle F1 Asymmetric 3 specifici per i SUV ad alte prestazioni e avervi spiegato nel dettaglio le loro caratteristiche, è ora di raccontarvi i quattro test in pista a cui li abbiamo sottoposti. Le auto che abbiamo avuto a disposizione erano tutte Range Rover Velar, ma con motorizzazioni diverse: siamo passati dalla top di gamma con il 3.0 V6 a benzina da 380 CV alle due diesel più potenti, la 2 litri 4 cilindri da 240 CV e la 3 litri V6 da 300 CV. Ecco come è andata. Continua su Motor1.

venerdì 1 giugno 2018

Goodyear Eagle F1 Asymmetric 3 SUV, il grip è il suo mestiere

Gli pneumatici sono uno di quei componenti che si tendono a dare per scontati, a cui si dà poca importanza. Si compra l'auto con quelli di primo equipaggiamento e quando è ora di cambiarli ci si affida ai consigli del gommista, si cerca qualche offerta nella grande distribuzione o su internet, oppure (peggio ancora) si percorrono strade “low cost” che però non portano mai a nulla di buono. Ogni auto, invece, avrebbe bisogno del pneumatico più adatto a lei, ovviamente in buone condizioni e gonfiato alla pressione corretta. Per questo Goodyear ha sviluppato una versione dedicata ai SUV più prestazionali del suo pneumatico top di gamma, l'Eagle F1 Asymmetric 3. Questo genere di auto, infatti, ha caratteristiche peculiari, come la massa elevata e il baricentro alto, che influenzano fortemente il modo in cui le gomme mantengono il contatto con l'asfalto. Continua su Motor1

giovedì 31 maggio 2018

Addio alla Fiat Punto, l’ultima utilitaria torinese esce di produzione e non verrà sostituita

L’ufficialità arriverà solo domani quando Sergio Marchionne presenterà il nuovo piano industriale di FCA, ma le indiscrezioni sulla fine nella produzione della Fiat Punto possono essere prese per buone al 99,9%. Le linee dello stabilimento di Melfi si fermeranno nella prima metà del prossimo mese di agosto, chiudendo la storia dell’ultima “segmento B” torinese che non verrà sostituita. I motivi sono arcinoti e riguardano principalmente i costi: sviluppare, produrre e vendere questo genere di auto dove la scelta dei clienti si basa quasi unicamente sul prezzo e gli sconti sono altissimi non è più conveniente, a meno di non poter dividere lo sforzo con un altro costruttore. Inoltre, i numeri dicono che gli automobilisti preferiscono sempre di più i Suv, anche nei segmenti inferiori e dunque non vale più la pena impiegare risorse su quelle “utilitarie” che fino a qualche anno fa erano la spina dorsale del mercato italiano e in molti casi anche di quello europeo. Continua su La Stampa

Guida all’acquisto Smart EQ: prezzi, versioni…

La storia della Smart elettrica non è  parallela a quella delle altre motorizzazioni: è iniziata solo nel 2009, con la seconda generazione. Dal quel momento in poi la piccola due posti tedesca ha trovato la sua nicchia di estimatori in vari mercati, anche negli Stati Uniti. Ma pure nei momenti migliori le sue vendite a livello globale non hanno superato qualche migliaia di unità all’anno. Dall’inizio del 2018, tuttavia, è l’elettrica più venduta in Italia e dal 2020 le Smart EQ con motore elettrico saranno le uniche disponibili sul mercato. Niente più Benina. Alcuni mesi fa, infatti, Daimler-Mercedes ha annunciato di voler trasformare il suo marchio più giovane in “full electric” entro due anni. Scopriamo dunque la gamma italiana della Smart EQ, che è declinata su tre carrozzerie: fortwo, cabrio e forfour. Gli allestimenti disponibili sono quattro e i prezzi partono da 23.920 euro. Inclusi il caricatore di bordo e la garanzia di 8 anni o 100.000 km sulla batteria. Continua su Vaielettrico

mercoledì 30 maggio 2018

BMW Serie 2 Active Tourer, evoluzione ragionata

Al Salone di Ginevra 2014 BMW presentava una pietra miliare della propria storia, ovvero la sua prima auto a trazione anteriore che portava anche al debutto la nuova piattaforma modulare sviluppata per tutte le auto a motore trasversale del gruppo, Mini incluse. Ora la monovolume tedesca si aggiorna con un restyling che non ne snatura le caratteristiche di base ma la avvicina maggiormente al mondo della Casa bavarese, soprattutto in termini di sportività. Ovviamente gli aggiornamenti riguardano anche una serie di equipaggiamenti che si sono evoluti negli ultimi anni, a partire dall'infotainment. Le dimensioni esterne non sono cresciute e sono quelle tipiche del segmento C: 4,35 metri di lunghezza, 1,55 m di altezza, 1,80 m di larghezza e per 2,67 metri di passo. Dal punto di vista stilistico non ci sono particolari rivoluzioni, gli stilemi rimangono quelli della produzione bavarese. Ma sebbene la Active Tourer sia un prodotto rivolto perlopiù a coppie di circa 50/60 anni amanti delle attività outdoor, gli aspetti legati al dinamismo sono stati tenuti maggiormente in considerazione, come dimostrano i nuovi paraurti più aggressivi, la griglia anteriore di maggiori dimensioni e il doppio scarico posteriore sui motori 4 cilindri. Continua su Motor1