giovedì 10 maggio 2018
Volkswagen 411 e 412, 50 anni fa nascevano le ultime discendenti del Maggiolino
Nel 1968, mentre i giovani e gli operai di mezza Europa pretendevano rinnovamento, Volkswagen confermava il rispetto delle sue tradizioni presentando la Tipo 4, ultima evoluzione dello schema tecnico nato con il Maggiolino oltre trenta anni prima. Le 411 e 412 sono dunque le ultime discendenti di una stirpe di modelli con motore posteriore raffreddato ad aria che affondava la sue origini ancora prima della Seconda Guerra Mondiale. Dopo di loro sarebbero arrivate la K70 e la Passat, entrambe con il nuovo layout a motore longitudinale (raffreddato a liquido) e trazione anteriore ereditato dalla NSU che era stata assorbita nel 1969 poco prima del fallimento, e che insieme alla Auto Union avrebbe dato i natali al marchio Audi. La Tipo 4 doveva rappresentare il top di gamma della Volkswagen dell'epoca, allargando il numero dei potenziali clienti oltre all'inossidabile Maggiolino e alla più compatta Tipo 3, anche nota come “1500”. Continua su La Stampa
mercoledì 9 maggio 2018
Nuuk e Schwalbe, i due piccoli scooter elettrici motorizzati Bosch
La mobilità elettrica non riguarda solo le auto e in generale i veicoli a quattro ruote, ma anche i mezzi a due ruote, dove però argomenti come peso e prestazioni diventano centrali. Attualmente il settore delle moto elettriche è praticamente inesistente e sebbene Harley-Davidson abbia detto che saranno parte del suo futuro, è molto più facile trovare sul mercato degli scooter elettrici. In questa categoria il piacere di guida è molto meno importante e la propulsione elettrica può portare vantaggi sostanziali anche in termini di accessibilità delle aree più centrali delle grandi città. Proprio per soddisfare le esigenze di questo genere di mercato, Bosch ha sviluppato un sistema integrato che fornisce la base di partenza a qualunque azienda voglia sviluppare una moto o uno scooter elettrico di dimensioni contenute. La Nuuk è una di queste e abbiamo avuto occasione di vederla a Renningen, sede del più grande centro ricerca e sviluppo di Bosch. Continua su La Stampa
martedì 8 maggio 2018
Che cosa sono gli “Adas” e perché i sistemi di assistenza avanzata alla guida ci salveranno la vita
Uno sguardo di troppo al cellulare oppure una semplice distrazione e la frittata è fatta. In un paio di secondi di disattenzione del guidatore l'auto percorre decine di metri ed è questione di un attimo trovarsi a un palmo di distanza dal veicolo che precede o a un due metri dal pedone che sta attraversando. A quel punto si può essere bravi e fortunati, oppure può andare tutto male. Ma anche senza evocare scenari funerei, basta pensare alla classica “toccatina” in coda al semaforo per rovinarsi la giornata e fare un danno migliaia di euro di danni. Quella appena descritta è una delle situazioni classiche in cui i sistemi di assistenza avanzata alla guida (Adas) possono dare una grossa mano.
Ecco nel dettaglio i più diffusi "sistemi avanzati di assistenza" alla guida. Continua su La Stampa
Ecco nel dettaglio i più diffusi "sistemi avanzati di assistenza" alla guida. Continua su La Stampa
lunedì 7 maggio 2018
Bosch “L'intelligenza artificiale sarà fondamentale per la guida autonoma”
Abbiamo chiesto a Volkmar Denner, CEO della Bosch, il suo punto di vista sulla guida autonoma, iniziando da un'opinione sulla discrepanza tra quello che sostengono le Case automobilistiche, che dichiarano il 2021/22 come tempo di commercializzazione delle prime auto di livello 3, e quello che ha detto la Commissione Europea, che reputa il 2050 come più realistico.“L'obiettivo di Bosch è quello di portare sul mercato le tecnologie che supportino la guida autonoma di livello 4 e di livello 5 entro l'inizio del prossimo decennio - ha precisato Denner -. Per questo stiamo lavorando in stretta collaborazione con il Gruppo Daimler. Certamente ci sono ancora molte sfide da vincere dal punto di vista ingegneristico. Il problema più grande è quello della cosiddetta convalida, ovvero la certezza che l'auto si comporti esattamente come abbiamo previsto e progettato in tutte le situazioni che si troverà ad affrontare. L'incertezza sui tempi necessari per definire questa convalida è quella che porta ad avere differenti opinioni su quando la guida completamente autonoma sarà pronta per arrivare sulle strade. Per arrivare a questo risultato sarà fondamentale l'apporto dell'intelligenza artificiale che dovrà sovrintendere al comportamento dell'auto”. Continua su Motor1
venerdì 4 maggio 2018
Blockchain, la tecnologia del futuro, anche dell'auto
Tra poco più di sei mesi la tecnologia blockchain compirà 10 anni e molte persone non sanno ancora di che cosa si tratta, oppure la confondono con i Bitcoin. Sono due cose diverse e la seconda dipende dalla prima, perché la criptovaluta utilizza la “catena di blocchi” come una sorta di libro mastro pubblico di tutte le transazioni. Ma le potenzialità delle blockchain sono tantissime e vanno ben oltre la finanza, andando a toccare diversi settori tra cui quello dell'industria automobilistica che però è solo uno dei tanti. Per fare un esempio diametralmente opposto, sapevate che esiste un'app che sfrutta le blockchain per tracciare il vino? Tramite un QR code si può conoscere tutta la storia di quello che si sta bevendo, risalendo fino alla vite senza timore di contraffazioni o frodi, più in generale di alterazione dei dati. Continua su Motor1.com
giovedì 3 maggio 2018
Honda Monkey, rinasce la piccola moto-giocattolo degli Anni 70
Probabilmente ne avrete vista una attaccata dietro un camper oppure in giro per qualche porticciolo turistico, a meno che non abbiate visitato un parco divertimenti giapponese negli Anni 60. Sì, perché la Honda Monkey era stata sviluppata in origine come moto giocattolo da 49 cc per un parco divertimenti di Tokyo (Tama Tech), ma diventò talmente popolare che ne fu realizzata una versione da strada, esportata inizialmente in America e in Europa nel 1963. Il primo modello aveva il serbatoio cromato, il manubrio pieghevole e le ruote da 5 pollici senza sospensioni. Il design originalissimo, le dimensioni ridotte e il peso ultra leggero, permettevano davvero a chiunque di guidarla facilmente per le strade delle città. Continua su La Stampa
mercoledì 2 maggio 2018
Quale sarà il futuro del motore a benzina?
Dopo avervi raccontato le innovazioni che Bosch ha sviluppato e presentato per il motore Diesel, con gli stupefacenti risultati in termini di emissioni di ossidi di azoto, ci concentriamo sul motore a Ciclo Otto, di cui abbiamo parlato con Rolf Bulander che oltre a essere uno dei membri del CdA della multinazionale tedesca è anche il responsabile del settore mobilità e dei powertrain. Ma prima di entrare nel vivo è bene ricordare che i motori a benzina non hanno avuto la stessa impennata di evoluzione tecnica che invece ha riguardato i Diesel negli ultimi anni, a partire dal common rail inventato ormai più di 20 anni. I tre macro-trend a cui abbiamo assistito nelle ultime due decadi sono stati sostanzialmente il downsizing, il dilagare dei turbocompressori e la diffusione dell'iniezione diretta. Tutte soluzioni efficaci ma non particolarmente innovative. Dunque abbiamo chiesto a Bulander un parere su invenzioni come quelle di Mazda e Infiniti che negli ultimi mesi hanno presentato rispettivamente un motore a benzina dove l'accensione non ha bisogno della candela e un motore a benzina a rapporto di compressione variabile stravolgendo i tradizionali concetti di biella e manovella. Continua su Motor1.comhttps://it.motor1.com/news/240594/futuro-motori-benzina/
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