giovedì 15 marzo 2018
Il meglio del tuning mondiale al Salone di Ginevra
Anche se al Salone di Ginevra sono le Case auto a fare la parte del leone, sarebbe un peccato non dedicare un po' di tempo alle proposte dei tuner, che rappresentano quanto di più costoso, potente, lussuoso ed eccessivo possa concepire la mente umana in fatto di automobili. E non stiamo parlando di piccole aziende che “taroccano” le auto, ma di vere e proprie “factory” che intervengono così radicalmente da poter cambiare il nome ai modelli di partenza. In questo contesto, la ABT che è da sempre specializzata nel tuning delle Audi opera in maniera piuttosto lieve, se così si può dire. A Ginevra ha portato la RS4-R (qui sotto) e la RS5-R. Su entrambe le auto il 2.9 V6 è stato preparato per erogare 80 CV e 90 Nm in più, arrivando al totale di 530 CV e 690 Nm. Insomma, giusto un po' di pepe in più. Continua su La Stampa
mercoledì 14 marzo 2018
Guida a Ginevra 2018: è l’elettrico a…far rumore
Mai come quest’anno il Salone di Ginevra è stato caratterizzato dalla presenza di auto elettriche. L’edizione numero 88 di quella che rimane la più importante fiera mondiale dedicata all’automobile vede il debutto della Jaguar I-Pace (prima vettura elettrica di Coventry), ma è anche colma di concept car a zero emissioni firmate dalle principali Case automobilistiche. Tra queste, molto ammirato, il secondo prototipo elettrico di Porsche, a conferma di quanto a Zuffenhausen hanno preso sul serio la sfida alla Tesla. E poi Ginevra mette in mostra progetti molto originali sviluppati da aziende più piccole. Per la prima volta, dunque, le auto elettriche hanno fatto più “rumore” delle supercar e dei modelli tradizionali, premium o generalisti, destinati a essere venduti in centinaia di migliaia di unità. E infine una chicca: in anteprima europea si può ammirare il Tesla Model 3, esposto non dalla Casa di Elon Musk, ma da Caresoft, un’azienda di software che l’ha acquistato e ‘brandizzato’. Continua su Vaielettrico
martedì 13 marzo 2018
Salone di Ginevra 2018, tutte le auto ibride
Se le auto elettriche si sono prese il centro della scena al Salone di Ginevra 2018, le ibride non sono rimaste certo a guardare, anzi. I cinque modelli di cui vi parliamo oggi sono tutti pronti per essere commercializzati, tranne uno che comunque non è così lontano dalla produzione in serie, mentre le elettriche nella quasi totalità dei casi sono delle concept car bellissime e futuristiche. Come dire che se l’elettrico rappresenta la mobilità di domani, se non tutta almeno una parte, l‘ibrido è già pronto ed è una soluzione da cui ormai nessuna Casa automobilistica può prescindere, visto che anche la Ferrari ha confermato per bocca del suo boss Marchionne che il SUV in arrivo nel prossimo biennio avrà un motore ibrido. In attesa di vedere questa Ferrari rivoluzionaria ecco a voi le auto ibride più interessanti del Salone di Ginevra 2018. Continua su GQ
lunedì 12 marzo 2018
Audi, il futuro della mobilità passa anche dagli e-fuels
“Molti vedono l'auto elettrica come una specie di formula magica che salverà il mondo dalle emissioni di CO2 ma non è così” a parlare è Hermann Pengg, ovvero il Responsabile degli e-fuels del marchio Audi, che abbiamo intervistato a Venezia durante il quarto Simposio Internazionale organizzato da Alcantara “Coping with Change: Global Warming and Decarbonization” incentrato sul riscaldamento globale e la decarbonizzazione. E' una dichiarazione forte ma condivisibile, soprattutto dopo la spiegazione che è un esempio di razionalità. Partiamo dal presupposto che a livello globale i trasporti contribuiscono per il 15% al totale della CO2 che viene emessa ogni anno, percentuale che sale al 24% in Europa e al cui raggiungimento la mobilità individuale contribuisce per il 50%. A questo punto, se consideriamo che ogni anno le nuove auto rappresentano solo il 5% del parco circolante, è facile calcolare che anche se da domani tutti acquistassimo un auto elettrica ci vorrebbero venti anni per una sostituzione completa. Continua su Omniauto
Dossier Salone di Ginevra 2018 Bugatti Chiron Sport, per palati molto fini
Chi segue le vicende del marchio Bugatti sa bene che quella di creare versioni speciali a ripetizione è una tradizione di famiglia. Nei dieci anni di carriera ne sono uscite così tante che abbiamo praticamente perso il conto e dunque non ci stupiamo se al Salone di Ginevra 2018 Bugatti ha presentato la Chiron Sport. Secondo la stessa definizione della Casa franco-tedesca, questa Chiron non va alla ricerca di maggiore potenza e prestazioni – anche perché non è semplice superare i 1.500 CV e i 420 km/h della Bugatti Chiron attuale - bensì di un migliore comportamento dinamico e di una maggiore agilità. Continua su Omniauto
venerdì 9 marzo 2018
Smart 1998-2018: 20 anni dell’auto che ci ha cambiato la vita
In questi giorni la Smart compie venti anni e Mercedes festeggia commercializzando una serie speciale in tiratura limitata ricca di contenuti e accessori. In questi quattro lustri ci siamo pressoché abituati alla presenza della piccola biposto nelle nostre città, che tra l’altro compongono la flotta del servizio di car sharing Car2go. Ma nel 1997, quando venne presentata al Salone di Francoforte, la Smart sembrava calata da un altro pianeta. Si faceva fatica ad associarla a un marchio prestigioso e soprattutto legato alle grandi berline come la Mercedes, senza contare che sembrava impossibile poter vendere una “mezza” auto al prezzo di una intera. Tutto questo tralasciando i dubbi in fatto di sicurezza, di tenuta di strada e anche sulla capacità di generare utili per l’azienda costruttrice. Ma in questi quattro lustri la Smart ha saputo combattere le malelingue e convincere anche i più scettici, sebbene nella sua lunga carriera abbia attraversato anche momenti difficili, come quando a metà degli anni Duemila in Mercedes pensarono di potere vendere una Smart a quattro porte e anche delle versioni sportive. Continua su GQ
giovedì 8 marzo 2018
Ferrari Dino 206 GT, mezzo secolo di leggenda e di ricordi
A metà Anni 60 la Ferrari ha attraversato uno dei momenti più difficili della sua storia. Il grande rifiuto alla Ford e le conseguenti ritorsioni che il gigante americano mise in atto nel mondo delle corse, unitamente a una situazione finanziaria da rafforzare, convinsero il Drake della necessità di trovare un alleato forte. Così nel 1969 la Casa di Maranello entrò ufficialmente nel gruppo Fiat ma le prove di questo matrimonio iniziarono già nel marzo del 1965, quando vennero ufficializzati i termini dell’accordo tra la Ferrari e la Fiat per la fornitura di 500 motori a sei cilindri da completare in un anno, per ottemperare ai regolamenti della Formula 2 che avrebbe debuttato nel 1967. Inizia così la storia del marchio Dino che deve il suo nome al figlio di Enzo Ferrari che prima di scomparire prematuramente aveva firmato proprio quel motore a 6 cilindri. Continua su La Stampa
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