lunedì 19 febbraio 2018
Mercedes G 63 AMG, 585 CV di pura follia tedesca
Partiamo dal presupposto che ogni auto che voglia definirsi sportiva non dovrebbe essere più alta di un metro e venti, al massimo un metro e trenta. Come una Porsche 911 per intenderci. Beh, forse possiamo arrivare a un metro e cinquanta perché tenere fuori un oggetto come la Focus RS sarebbe un peccato mortale. In ogni caso, un metro e mezzo è davvero il massimo, dopodiché entriamo nel territorio dei fuoristrada e dei veicoli commerciali. Tuttavia, ogni regola ha le sue eccezioni e la nuovissima Mercedes G 63 AMG con il suo bel metro e novantatré ne è l’esempio perfetto. C’è qualcosa di perverso, dal punto di vista ingegneristico, nel voler infilare sotto il cofano di un’auto che è nata espressamente per resistere e avanzare nel fuoristrada più puro il motore di una supercar. Continua su Autoappassionati
venerdì 16 febbraio 2018
Mercedes Classe B Tech, la prova su strada
La Classe B la conosciamo bene, è uno dei pilastri della gamma a trazione anteriore di Mercedes, seconda per popolarità solo alla Classe A, con cui condivide gran parte della meccanica. Presentata nel 2005 e rinnovata radicalmente nel 2011 – in concomitanza con il cambio di piattaforma che la Casa di Stoccarda ha operato per tutte le compatte – è giunta ora verso la fine del suo ciclo di vita e verosimilmente nei prossimi mesi vedremo il debutto della terza generazione che arriverà poi sul mercato nel corso del 2019. Così, per aumentare l’appeal di un modello non più giovanissimo e stretto nella morsa di crossover di ogni tipo, Mercedes ha deciso di lanciare tre nuove versioni della Classe B definite come serie speciale “Tech”. L’idea è quella di rendere l’allestimento più ricco, in particolar modo di contenuti tecnologici, rendendo allo stesso tempo il prezzo più invitante. Continua su Autoappassionati
giovedì 15 febbraio 2018
Moto E, la MotoGP diventa elettrica
È ufficiale, dal 2019 il motomondiale si arricchirà con una nuova categoria, la Moto E, dove l’ultima lettera indica inesorabilmente la natura delle motociclette che ne faranno parte, ovvero 100% elettriche. Se ora state rileggendo le prime due righe con aria basita, ricordatevi che già da tre anni esiste un campionato simile nelle quattro ruote, la Formula E, che tra un paio di mesi correrà anche in Italia e precisamente a Roma tra i palazzi dai marmi bianchi del quartiere Eur. E’ il progresso e non si può fermare, soprattutto quando sia le Case automobilistiche che quelle motociclistiche stanno virando prepotentemente verso l’elettrico e hanno la necessità di spiegare al grande pubblico che guidare un mezzo che di base ha lo stesso motore del frullatore di casa può anche essere divertente. E in effetti la Formula E è spesso avvincente, anche perché le monoposto sono praticamente uguali tra loro, sebbene le prestazioni non siano nemmeno paragonabili a quelle della Formula 1: i cavalli di potenza sono circa 250 e la velocità massima è di 225 km/h. Continua su GQ
mercoledì 14 febbraio 2018
Quanta ex-Germania Est c'è nell'industria dell'auto tedesca?
Nell'immaginario collettivo la Repubblica Democratica Tedesca è rappresentata dai famigerati servizi segreti della Stasi, dalla bizzarra Trabant e da un paio di film come Goodbye Lenin e Le vite degli altri. Ma quello Stato che è cessato di esistere il 3 ottobre del 1990, giorno ufficiale delle riunificazione tedesca, era ovviamente molto di più, dal punto di vista sociale, politico, economico e culturale. Del resto oltre quaranta anni di storia non ci cancellano con una firma ed un colpo di spugna, specialmente quando si parla di cose ben tangibili, come edifici e fabbriche. Perché se è vero che nella DDR si producevano sostanzialmente solo le Trabant e le Wartburg, è altrettanto vero che le due Germanie avevano economie assai diverse, con quella dell'Est che a fatica produceva la metà della ricchezza di quella dell'Ovest e versava in uno stato di arretratezza cronico. Continua su Omniauto
martedì 13 febbraio 2018
Fiat Tipo, la regina delle compatte italiane compie 30 anni
Nel 1988, un anno prima della caduta del Muro di Berlino, Fiat lanciava sul mercato la Tipo. Era il 26 gennaio e da lì a poco Alberto Tomba sarebbe diventato noto al grande pubblico vincendo il suo primo oro olimpico a Calgary. Ma il 1988 è anche l’anno della prima liberazione di Nelson Mandela, della nascita del Salone del Libro di Torino, della morte di Enzo Ferrari e dei nove oscar vinti da “L’ultimo Imperatore” di Bertolucci. Per la Fiat, invece, la Tipo è la prima auto sviluppata su una inedita piattaforma modulare dalla quale nasceranno poi tantissimi altri modelli, dalle Lancia degli Anni 90 come la Delta II e la Lybra, fino alle Alfa Romeo GTV e Spider; senza contare che sull’evoluzione di questo pianale sono state sviluppate anche le Alfa 147 e 156. Continua su La Stampa
lunedì 12 febbraio 2018
Alla scoperta della Porsche di Lipsia, dove nascono Cayenne, Macan e Panamera
Quando si parla della Porsche la mente va subito a Stoccarda, Zuffenhausen per i più precisi, e si tende a dimenticare che il marchio tedesco ha ben sette stabilimenti in tutta la Germania, tra cui quello di Lipsia che produce circa 40.000 auto all'anno, sulle quasi 250.000 che Porsche vende in tutto il mondo. Qui, nel territorio che una volta apparteneva alla Repubblica Democratica Tedesca, vengono costruite le Cayenne, le Macan e le Panamera, per un totale di venti varianti di modelli e undici diverse motorizzazioni. La ricerca della qualità è totale e investe ogni minimo dettaglio della vita all'interno dello stabilimento e dei suoi processi, tanto che nel 2017 è stato premiato come miglior impianto automotive al mondo da J.D. Power. Costruito nel 2000 e ampliato più volte - 2006, 2011, 2015 - all'inizio impiegava 270 persone che ora sono diventate 4.100 e lavorano su tre turni, costruendo 600 automobili al giorno di cui quasi la metà sono Panamera. Continua su Omniauto
venerdì 9 febbraio 2018
Keanu Reeves “surfa” in sella a una delle sue Arch Motorcycles
Se per il grande pubblico Keanu Reeves è famoso specialmente per i suoi film, gli appassionati di moto sanno che l’attore americano è anche proprietario di un marchio motociclistico, la Arch Motorcycle. È una piccola factory fondata sei anni fa che crea moto su misura a un prezzo...commisurato. Per portarsi a casa una Arch, infatti, bisogna preventivare una spesa di almeno 80.000 dollari, aspettare tre mesi per la produzione e apprezzare il genere custom. A quel punto si può scegliere tra una gamma che comprende tre modelli: la KRGT-1, la 1S e la Method 143 che condividono la stessa base tecnica e interpretano in tre modi diversi il concetto di cruiser e cafè racer. Continua su La Stampa
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