venerdì 1 aprile 2016
Maserati Kubang, tra due anni il SUV “piccolo” del Tridente
Kubang è un nome che conosciamo bene, perché legato non a una ma a due concept car Maserati, datate 2003 e 2011, che hanno indicato la via che il Tridente avrebbe poi seguito nello sviluppo della Levante, il grande SUV che è stato da poco presentato al Salone di Ginevra e che si appresta ad arrivare sul mercato. Messo in soffitta per lasciare posto al nome del vento, potrebbe presto ritornare su una nuova Maserati, un'auto che non esiste nella gamma attuale e che porterebbe la Casa modenese in un segmento a lei ignoto. Non la vedremo su strada prima della fine del 2018, perché il via libera alla sua produzione è stato dato solo poche settimane fa. La base tecnica da cui partire esiste già, ma ci sono i tempi fisiologici di sviluppo, di procedure dei fornitori e di attivazione della linea di montaggio, che si troverà a Melfi, accanto alle due già esistenti da cui escono la Fiat 500X e la Jeep Renegade. Il motivo di questa scelta è dettato dalla logica industriale, perché la nuova Maserati sarà una SUV di segmento B. La decisione è stata presa in maniera repentina durante il Salone di Ginevra, dopo aver registrato e vagliato l'ottima accoglienza ricevuta dalla Levante e del resto il segmento B-SUV è quello che in Europa sta crescendo e crescerà di più nei prossimi anni. A questo proposito, ricordiamo anche una frase sibillina (ma non troppo) di Sergio Marchionne, che durante la conferenza stampa in Svizzera disse “Sto litigando con Alfredo” riferendosi ad Altavilla, cioè il boss di FCA Europe, e al futuro incerto di un'erede della Grande Punto. La segmento B marchiata Fiat, attualmente prodotta proprio a Melfi, lascerà spazio alla nuova Maserati Kubang, che è stata classificata come progetto ad altissima priorità e ad alta profittabilità.
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giovedì 31 marzo 2016
Tesla Model 3, l’attesa è quasi finita e nei concessionari si fa già la fila
Magari il signor Andreas Stephens di Sidney era solo in cerca del suo quarto d’ora di fama, oppure davvero Elon Musk sta riuscendo a dire qualcosa di diverso nel mondo dell’automobile. Quale che sia la verità, una coda (a cui partecipava anche il signor Stephens di cui sopra) iniziata con due giorni di anticipo per prenotare un’auto di cui non si sa ancora quasi nulla, non si era mai vista. Mancano ormai poche ore al lancio della Model 3 (31 marzo ore 8:30 p.m, fuso orario di Los Angeles) e in alcune parti del pianeta si sta assistendo a scene in stile iPhone, con la differenza che nel caso della Tesla si uscirà dall’autosalone con un foglio di carta in mano e un assegno da 1.000 dollari (o euro) in meno, ma non certo al volante dell’auto elettrica di Palo Alto. Le prime Model 3, infatti, verranno consegnate alla fine del 2017, iniziando ovviamente dalla West Coast e dalla California, per poi arrivare nel resto degli Stati Uniti, quindi in Europa, nell’area Asia-Pacifico e infine nei paesi con guida a destra.
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mercoledì 30 marzo 2016
Bugatti EB110, il record di velocità più breve della storia
La ricerca della massima velocità è stata sempre una passione dell'uomo, sin dall'inizio della storia dell'automobile, quando i veicoli a quattro ruote somigliavano più a carrozze che ad altro. Poi l'evoluzione è stata frenetica e i record assoluti di velocità su terra sono diventati appannaggio delle auto a reazione. Il mondo delle vetture di serie, però, è tutta un'altra storia e sebbene oggi sia normale che anche una compatta superi i 250 km/h, fino a pochi anni fa non era così. C'è stato un periodo, in particolare, a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, in cui la ricerca della massima velocità con un'auto di serie è stata frenetica. La Ferrari 288 GTO del 1984 (qui la storia) fu la prima a superare i 300 km/h (303 per la precisione), ma nel 1986 la Porsche 959 sfrecciava a 317 km/h. Solo un anno dopo, però, la F40 riportava il record a Maranello, con 326 km/h, per poi venire battuta di pochissimo dopo due anni da un'altra emiliana, la Lamborghini Diablo.
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martedì 29 marzo 2016
Toyota Prius Prime, la versione con la spina cambia nome e volto
Lo stile sarebbe già un buon motivo per preferirla rispetto alla sorella tradizionale, ma per far passare la scelta come razionale serve almeno un bel garage con annessa presa di ricarica. Si, perché la Prius Prime, sempre facendo la tara alle forme da manga giapponese, è un po’ più carina della Prius “normale” e, se messa nelle giuste condizioni, consuma ancora meno. Fuor di metafora, Toyota ha scelto di chiamare così quella che finora era sempre stata la Prius plug-in hybrid, ovvero la variante “alla spina” dell’ibrida più famosa del mondo. A differenziarle, stile a parte, è sostanzialmente la batteria più capiente, che permette di percorrere 50 km in modalità solo elettrica, raggiungendo i 135 km/h. I tempi di ricarica variano tra le due e le cinque ora e mezza e i consumi omologati sono ancora più spettacolari di quelli della Prius classica. Bisogna tenere a mente, però, che le plug-in sono le auto che appaiono meglio più nel ciclo Nedc, perché affrontano la prova con il pacco batterie pieno e utilizzano pochissimo il motore termico.
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giovedì 24 marzo 2016
Fiat 124 Abarth, la spider dello Scorpione sbarca a New York
In Italia chiunque sappia cos’è un’automobile sa anche che cosa è una Abarth, ma negli Stati Uniti non è esattamente così e quindi FCA non ha mai ritenuto necessario rendere lo Scorpione un marchio a parte, come da noi. Oltreoceano, per la 500, Abarth è solo un allestimento, non un brand a sé stante, e così sarà anche per la 124 Spider, che nella sua versione più pepata diventa Elaborazione Abarth. E’ stata appena presentata al Salone di New York e la sua scheda tecnica ricalca quella della variante omologata per il mercato europeo, a partire dal motore, che rimane il 4 cilindri 1.4 Multiair turbocompresso da 250 Nm di coppia della 124 Spider normale. Rispetto alla sorella europea eroga 10 CV in meno, dunque 160, ma va detto che il propulsore è praticamente lo stesso della 500L americana che lo utilizza con successo già da un paio di anni ed è tarato sulle normative antinquinamento Usa.
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mercoledì 23 marzo 2016
Suzuki Baleno, piccola e leggera ma con carattere da grande
VERONA - Una piccola del segmento B che non supera i 4 metri, che pesa come una citycar del segmento A ma ha lo spazio interno di una compatta del segmento C. Ecco la ricetta segreta della Baleno, la nuova 'utilitaria' con cui Suzuki vuole dire la sua in quel settore di mercato che in Europa vale il 42% delle vendite totali. Il suo listino prezzi parte da 14.100 euro, che diventano 10.900 con la promozione di lancio, che rimarrà in corso fino alla fine del mese di aprile. Prodotta in India dalla Maruti Suzuki e venduta già da 5 mesi sul mercato asiatico dove finora ha trovato oltre 100.000 clienti, è lunga 3,99 metri, larga 1,75 m e alta 1,47 m. Per svilupparla Suzuki ha progettato una nuova piattaforma, che farà da base anche ad altri modelli previsti nei prossimi anni. Questa ha permesso di raggiungere un'abitabilità interna eccellente per la categoria, in particolar modo per i passeggeri posteriori. All'interno, invece spicca il display LCD a colori da 4,2 pollici posto tra di due classici strumenti circolari e quello touch che si trova al centro della console; basato su uno schermo a 7 pollici è compatibile con Apple CarPlay (arriverà anche Android Auto) e ha la funzione Mirror Link. Inoltre, sul più alto dei tre allestimenti la Baleno offre di serie il Radar Brake Support, cioè un sistema di assistenza alla guida che supporta la frenata automatica di emergenza e anche il cruise control adattivo. Quanto ai motori, sotto al cofano c'è un 1.2 benzina 16 valvole Dualjet (doppia iniezione) da 92 CV, disponibile anche in un'inedita versione micro-ibrida che consuma realmente il 15%; tra due mesi arriverà anche il nuovo 1.0 3 cilindri Boosterjet da 112 CV.
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martedì 22 marzo 2016
Sicurezza, dal 2022 la frenata automatica di emergenza sarà obbligatoria su tutte le auto nuove negli Usa
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