venerdì 1 gennaio 2016

Volkswagen Maggiolino, 70 anni fa iniziava la produzione dell’auto più longeva di sempre


In questi giorni ricorre il settantesimo anniversario dall’inizio della produzione del Volkswagen Maggiolino, o meglio della sua prima versione commerciale denominata Typ 1. L’auto, in verità, era già pronta nel 1939, anno in cui fu mostrata al Salone di Berlino, ma poi scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e tutte le industrie tedesche subirono la conversione bellica; nacquero così le varie Kubelwagen, Schwimmwagen e Kommandeurwagen, cioè i veicoli militari in uso all’esercito nazista, basati sulla meccanica del futuro Beetle. La prima era la risposta tedesca alla Jeep Wyllis, la seconda un mezzo anfibio e la terza (rarissima), un Maggiolino con trazione integrale, differenziali bloccabili e ridotte. Ma la storia di quella che all’inizio si chiamava KdF-Wagen, acronimo di Kraft durch Freude-Wagen, cioè ‘auto della Forza attraverso la Gioia’, nome derivato da quello dell’ente ricreativo dello stato nazista, è ancora più complessa. In pochi sanno che la definizione “Der Kafer” – il Maggiolino – comparve solo nel 1967 in un depliant; fino ad allora l’auto era semplicemente la “Volkswagen”, cioè l’auto del popolo.

continua su  Il Fatto Quotidiano

mercoledì 30 dicembre 2015

Ferrari, richiamo per California T negli Usa. Rischio perdita benzina nel vano motore


Mentre la Ferrari è al centro dell’attenzione per le questioni legate alla sua quotazione in borsa, alla separazione da FCA e al controllo della società, la filiale americana si trova alle prese con un problema molto più banale ma altrettanto importante. Ci sono, infatti, 185 California T da richiamare per risolvere un problema al circuito a bassa pressione del carburante, che potrebbe provocare delle perdite di benzina nel vano motore e dunque aumentare il rischio di incendio. Una disavventura che la Ferrari aveva già sperimentato su un lotto di 1.248 458 Italia; in quel caso, però, la parte colpevole era una paratia in materiale plastico, che si trovava troppo vicino agli incandescenti collettori di scarico, arrivando spesso a prendere fuoco.

continua su Il Fatto Quotidiano

martedì 29 dicembre 2015

Abarth e Autodelta, quando l'Italia andava di corsa


Avete presente il gioco delle associazioni mentali? Bene, allora provate a chiedere a un vostro amico anche a un passante, cose gli viene in mente parlando di corse automobilistiche in Italia. Ferrari, sarà inequivocabilmente la risposta. Con il disimpegno della Lancia dai rally, dell'Alfa Romeo dai campionati turismo e con l'Abarth confinata ai monomarca, rimane solo il Cavallino Rampante a presidiare l'immaginario comune. Eppure non è sempre stato così, ci sono stati tempi in cui esistevano scuderie famose per il loro impegno sportivo con auto derivate dai modelli di serie. Erano gli anni Sessanta, quelli in cui in Italia esplodeva la motorizzazione e l'auto era ancora vista come una cosa positiva, da conquistare, come un piacere.

continua su Omniauto

lunedì 28 dicembre 2015

Preparare l'auto per l'inverno, 10 cose da fare


L'inverno è appena cominciato, anche se in quasi tutta Italia le temperature dicono il contrario, il calendario non mente e proprio perché negli ultimi anni il meteo ci ha abituato a cambiamenti repentini è bene che le nostre auto siano in ordine per affrontare i rigori della stagione più fredda, sebbene questa non sia ancora incominciata davvero. Il freddo, infatti, oltre a portare neve e ghiaccio, interessando quella parte dell'automobile che si occupa dell'attrito, cioè gli pneumatici, è nemico anche dei liquidi, delle guarnizioni, del vetro, del gas, del gasolio e di alcune parti in plastica. Riguardo alle gomme termiche, o pneumatici invernali che dir si voglia, alle catene da neve, alle calze e a tutto quello che c'è da sapere sull'aderenza, vi rimandiamo al nostro speciale. Oggi ci concentriamo sulle dieci cose da fare per preparare l'auto ad affrontare l'inverno.

continua su Omniauto

giovedì 24 dicembre 2015

Nomi auto, ormai la cilindrata non c'entra più


Quale significato si nasconde dietro a un numero? A volte qualcuno, a volte nessuno e le sigle che caratterizzano i nomi delle automobili non fanno eccezione. Osservando le numerazioni utilizzate per distinguere i vari modelli della gamma di ogni costruttore, si capisce che l'autoreferenzialità è pressoché assoluta. Audi è stata pioniera in questo, sin dal 1994, anno in cui hanno debuttato sia la A4 che la A8, sostituendo quelle che prima si chiamavano Audi 80 e Audi V8. In anni più recenti hanno fatto la stessa cosa una lunga lista di case automobilistiche: Citroen, DS, Hyundai, Infiniti, Mazda e Volvo, senza particolari distinzioni tra premium e generalisti. BMW e Mercedes, invece, per molti anni hanno fatto ancora di più, creando sigle composte che dell'automobile dicevano tutto o quasi.

continua su Omniauto

mercoledì 23 dicembre 2015

Guida autonoma, Google critica la legge proposta in California


Le auto a guida autonoma esistono già e tecnicamente sono già in grado di operare quasi in qualsiasi contesto. Quello che ancora manca, un po' ovunque, è la legislazione per regolamentare la circolazione delle “driverless car”. In California, per esempio, ieri è stata presentata una bozza di legge che però è apparsa subito molto conservativa ed è stata subito criticata da Google. La norma proposta, infatti, prevede che ogni auto a guida autonoma abbia sempre e comunque volante e pedali; che a bordo ci sia sempre presente un guidatore, patentato e seduto in modo da poter azionare i comandi; che, infine, lo stesso guidatore possieda anche una ulteriore patente speciale che ne accerti lo status di operatore qualificato per testare le auto a guida autonoma. Una bella differenza rispetto allo stato attuale delle cose, dove le Google Car si muovono senza nessuno a bordo.

continua su Omniauto

martedì 22 dicembre 2015

La scomparsa dei fari a scomparsa



La loro storia è durata quasi 70 anni, 68 per la precisione, se si considera il periodo che va dalla Cord 812 del 1936 alle Chevrolet Corvette C5 e Lotus Esprit, entrambe uscite di produzione nel 2004. Stiamo parlando dei fari a scomparsa e della loro totale...scomparsa, dalla produzione automobilistica contemporanea. E' stata l'introduzione delle normative riguardanti gli urti con i pedoni a decretare la loro fine, sebbene la gran parte dei costruttori che li utilizza li avesse già iniziati ad abbandonare da tempo. Il picco della loro popolarità, infatti, è durato per circa due decenni, dalla metà degli anni Settanta alla metà dei Novanta, e il fatto che un'auto li avesse era quasi sicuramente sinonimo di sportività. Il primo scopo tecnico dei fari a scomparsa, infatti, è quello di poter mantenere bassa e rastremata la linea del cofano.

continua su Omniauto