giovedì 15 ottobre 2015
Auto elettrica, niente multa a chi occupa il loro parcheggio
Vi ricordate la Fiat Panda Elettra? Era il 1990 e forse eravamo tutti più impegnati a seguire i Mondiali di calcio ma proprio venticinque anni fa in Italia era già possibile acquistare un’auto elettrica. Certo, più che un’auto era una batteria con ruote, visto che i suoi accumulatori occupavano tanto di quello spazio che bisognava togliere i sedili posteriori. Poi, la sua autonomia di meno di 100 km con tempi di ricarica prossimi alle 10 ore di certo non aiutava. Ma, in ogni caso, era un’auto elettrica e era in vendita (anche se nessuno la comprava). Oggi – venticinque anni dopo! - che in Italia siamo arrivati con fatica a vendere poco più di mille auto elettriche in un anno, il Codice della Strada non si è ancora accorto di loro. Infatti, i rari parcheggi con colonnina pubblica per la ricarica non sono protetti dal C.d.S. Vuol dire che ci si può parcheggiare tranquillamente qualunque auto senza prendere una multa.
continua su Omniauto
mercoledì 14 ottobre 2015
Ferrari F12tdf, ecco l’auto “stradale” più veloce nella storia del Cavallino Rampante
Finita l’era dei nomi “originali”, in Ferrari sono tornati alle sigle e così la versione estrema della F12 si chiama “tdf” – scritto minuscolo – che sta per Tour de France, una di quelle gare leggendarie degli anni Cinquanta e Sessanta, come la Mille Miglia, dove la morte era dietro l’angolo e i piloti erano eroi. Così, la F12tdf riprende, almeno idealmente, il concetto di auto stradale pronta per le corse, come la sua antenata 250 GT Berlinetta che di quei pericolosi giri di Francia ne vinse quattro. La sua produzione sarà limitata a 799 esemplari, in cui la Casa di Maranello riverserà lo stato dell’arte della sua tecnologia. Il 6.3 litri V12 a 65° gradi continua a rinunciare al turbo e ciononostante raggiunge i 780 CV a 8.500 giri, mentre la coppia massima di 705 Nm arriva a 6.750 giri e il limitatore taglia a 8.900 giri. Numeri incredibili che portano a prestazioni di altissimo livello: l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 2,9 secondi e quella da 0 a 200 km/h in 7,9, ma è il tempo sul giro a Fiorano a definire la cifra complessiva di questa F12tdf, che è accreditata di un crono di 1:21, cioè un solo secondo in più de LaFerrari, due in meno rispetto alla F12 berlinetta.
continua su Il Fatto Quotidiano
martedì 13 ottobre 2015
Crash test Fiat 500X, in Europa 4 stelle su 5, in America promossa a pieni voti
FCA ha imparato la lezione dei crash test americani, in particolare del severissimo Small overlap dell’Insurance Institute for Highway Safety’s (IIHS), in cui la Fiat 500 berlina non aveva fatto una bella figura. A dire il vero, nemmeno le altre dieci citycar testate avevano brillato e solo una era stata giudicata accettabile. Il motivo è semplice, lo Small overlap (nel video sotto) prevede l’impatto con il 25% del frontale a 64 km/h, ma su una barriera rigida, che è molto diverso dal crash su una barriera deformabile (a simulare il muso di un’altra auto) e con il 40% della parte anteriore dell’auto. Questo test è stato attivato a metà 2012, quindi quasi nessuna auto tra quelle immediatamente testate era stata progettata per superarlo bene, e quindi ha fatto molte vittime illustri. Una volta prese le misure, però, tutti hanno iniziato ad adeguarsi, FCA compresa, con la Fiat 500X che ha appena ottenuto il massimo dei voti, ottenendo il giudizio massimo in tutte le cinque categorie.
continua su Il Fatto Quotidiano
lunedì 12 ottobre 2015
Best Global Brand 2015: Toyota guadagna 2 posizioni, Volkswagen ne perde 4
Come si fa a stabilire il valore globale di una azienda? È possibile fare una classifica delle migliori multinazionali del mondo? Interbrand, una delle più quotate società di consulenza a livello mondiale, ci prova ogni anno, stilando la sua Best Global Brand che prende in considerazione le 100 imprese top del pianeta e che non tiene conto solamente del valore azionario, dei beni, delle tecnologie e degli investimenti, ma considera anche il valore percepito del marchio e il potenziale di cui viene ritenuto capace. Al primo posto, manco a dirlo, c’è Apple con 170 miliardi dollari, seguita da Google con 120 miliardi e da Coca-Cola con 78,4 miliardi. Al quarto e al quinto posto ecco altri due colossi dell’informatica, come Microsoft e IBM, dopodiché si trova Toyota. La Casa giapponese si è piazzata per il quarto anno consecutivo nei primi dieci posti della classifica e rispetto al 2014 ha addirittura guadagnato due posizioni, totalizzando un valore del marchio di 49 miliardi di dollari. Toyota è anche la prima delle aziende automotive a comparire nella classifica di Interbrand, inseguita dalla coppia di “premium tedesche” BMW e Mercedes che si trovano all’undicesimo e dodicesimo posto (37,2 e 36,7 miliardi di dollari), appena fuori dalla top ten completata da Samsung, General Electric, McDonald’s e Amazon. Lo scorso anno, invece, la situazione era invertita, con Stoccarda che precedeva Monaco di Baviera. Per trovare le altre Case automobilistiche bisogna scendere fino al diciannovesimo posto, dove c’è Honda (23 miliardi) e al trentacinquesimo dove c’è Volkswagen (12,5 miliardi e in caduta di quattro posizioni rispetto allo scorso anno).
continua su Il Fatto Quotidiano
venerdì 9 ottobre 2015
Crash test Fiat 500X, in Europa 4 stelle su 5, in America promossa a pieni voti
FCA ha imparato la lezione dei crash test americani, in particolare del severissimo Small overlap dell’Insurance Institute for Highway Safety’s (IIHS), in cui la Fiat 500 berlina non aveva fatto una bella figura. A dire il vero, nemmeno le altre dieci citycar testate avevano brillato e solo una era stata giudicata accettabile. Il motivo è semplice, lo Small overlap (nel video sotto) prevede l’impatto con il 25% del frontale a 64 km/h, ma su una barriera rigida, che è molto diverso dal crash su una barriera deformabile (a simulare il muso di un’altra auto) e con il 40% della parte anteriore dell’auto. Questo test è stato attivato a metà 2012, quindi quasi nessuna auto tra quelle immediatamente testate era stata progettata per superarlo bene, e quindi ha fatto molte vittime illustri. Una volta prese le misure, però, tutti hanno iniziato ad adeguarsi, FCA compresa, con la Fiat 500X che ha appena ottenuto il massimo dei voti, ottenendo il giudizio massimo in tutte le cinque categorie.
continua su Il Fatto Quotidiano
giovedì 8 ottobre 2015
Volkswagen, ecco come cambia la potenza quando nei TDI si attiva la “mappa fantasma”
Tutto è iniziato con un software e a pensare che la prima causa del “dieselgate” Volkswagen sia qualcosa che nemmeno si può toccare con mano, viene quasi da sorridere. Il “defeat device”, però, è una cosa serissima che probabilmente costerà miliardi di euro. Che serva ad abbattere le emissioni solo e soltanto quando l’auto è sottoposta al test di omologazione dell’Epa è cosa nota, ma che cosa succede realmente quando si attiva questa “mappa fantasma” e quanta potenza si perde? Se lo sono chiesti i colleghi americani di TFLcar.com che hanno preso una Volkswagen Jetta 2.0 TDI del 2010 e l’hanno portata sul banco a rulli in un centro ufficiale per il controllo delle emissioni, situato a Denver, in Colorado. In questo Stato non sono previsti controlli sugli NOx, come invece accade in California, ma solo sulle emissioni di particolato, che viene misurato con il valore dell’opacità allo scarico, tollerata fino al 35%, un valore molto alto.
continua su Il Fatto Quotidiano
mercoledì 7 ottobre 2015
GM sperimenta la guida autonoma: una flotta di Chevrolet Volt per i dipendenti
General Motors vuole cambiare il concetto di mobilità personale, portandolo nel futuro e trasformando tutta l’azienda. Lo ha detto ieri agli investitori l’amministratore delegato Mary Barra, annunciando l’arrivo di una flotta di auto a guida autonoma a disposizione degli impiegati al Warren Tech Center (nella foto sotto), che le potranno usare per muoversi all’interno del campus: si potrà “saltare su” e farsi portare da una parte all’altra, proprio come fossero navette di un film di fantascienza. Saranno tutte Chevrolet Volt e, se GM non verrà battuta sul tempo, saranno le prime auto aziendali autonome del mondo. Ma non è tutto, perché la Volt potrebbe anche unire per la prima volta il concetto di veicolo elettrico ad autonomia estesa – percorre fino a 85 km solo con la batteria – a quello di guida autonoma. “Vogliamo dimostrare che abbiamo una nuova visione, molto più lontana da quella classica dell’industria dell’auto e più vicina a quella della Silicon Valley”, ha detto Mary Barra.
continua su Il Fatto Quotidiano
Iscriviti a:
Post (Atom)