lunedì 12 ottobre 2015
Best Global Brand 2015: Toyota guadagna 2 posizioni, Volkswagen ne perde 4
Come si fa a stabilire il valore globale di una azienda? È possibile fare una classifica delle migliori multinazionali del mondo? Interbrand, una delle più quotate società di consulenza a livello mondiale, ci prova ogni anno, stilando la sua Best Global Brand che prende in considerazione le 100 imprese top del pianeta e che non tiene conto solamente del valore azionario, dei beni, delle tecnologie e degli investimenti, ma considera anche il valore percepito del marchio e il potenziale di cui viene ritenuto capace. Al primo posto, manco a dirlo, c’è Apple con 170 miliardi dollari, seguita da Google con 120 miliardi e da Coca-Cola con 78,4 miliardi. Al quarto e al quinto posto ecco altri due colossi dell’informatica, come Microsoft e IBM, dopodiché si trova Toyota. La Casa giapponese si è piazzata per il quarto anno consecutivo nei primi dieci posti della classifica e rispetto al 2014 ha addirittura guadagnato due posizioni, totalizzando un valore del marchio di 49 miliardi di dollari. Toyota è anche la prima delle aziende automotive a comparire nella classifica di Interbrand, inseguita dalla coppia di “premium tedesche” BMW e Mercedes che si trovano all’undicesimo e dodicesimo posto (37,2 e 36,7 miliardi di dollari), appena fuori dalla top ten completata da Samsung, General Electric, McDonald’s e Amazon. Lo scorso anno, invece, la situazione era invertita, con Stoccarda che precedeva Monaco di Baviera. Per trovare le altre Case automobilistiche bisogna scendere fino al diciannovesimo posto, dove c’è Honda (23 miliardi) e al trentacinquesimo dove c’è Volkswagen (12,5 miliardi e in caduta di quattro posizioni rispetto allo scorso anno).
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venerdì 9 ottobre 2015
Crash test Fiat 500X, in Europa 4 stelle su 5, in America promossa a pieni voti
FCA ha imparato la lezione dei crash test americani, in particolare del severissimo Small overlap dell’Insurance Institute for Highway Safety’s (IIHS), in cui la Fiat 500 berlina non aveva fatto una bella figura. A dire il vero, nemmeno le altre dieci citycar testate avevano brillato e solo una era stata giudicata accettabile. Il motivo è semplice, lo Small overlap (nel video sotto) prevede l’impatto con il 25% del frontale a 64 km/h, ma su una barriera rigida, che è molto diverso dal crash su una barriera deformabile (a simulare il muso di un’altra auto) e con il 40% della parte anteriore dell’auto. Questo test è stato attivato a metà 2012, quindi quasi nessuna auto tra quelle immediatamente testate era stata progettata per superarlo bene, e quindi ha fatto molte vittime illustri. Una volta prese le misure, però, tutti hanno iniziato ad adeguarsi, FCA compresa, con la Fiat 500X che ha appena ottenuto il massimo dei voti, ottenendo il giudizio massimo in tutte le cinque categorie.
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giovedì 8 ottobre 2015
Volkswagen, ecco come cambia la potenza quando nei TDI si attiva la “mappa fantasma”
Tutto è iniziato con un software e a pensare che la prima causa del “dieselgate” Volkswagen sia qualcosa che nemmeno si può toccare con mano, viene quasi da sorridere. Il “defeat device”, però, è una cosa serissima che probabilmente costerà miliardi di euro. Che serva ad abbattere le emissioni solo e soltanto quando l’auto è sottoposta al test di omologazione dell’Epa è cosa nota, ma che cosa succede realmente quando si attiva questa “mappa fantasma” e quanta potenza si perde? Se lo sono chiesti i colleghi americani di TFLcar.com che hanno preso una Volkswagen Jetta 2.0 TDI del 2010 e l’hanno portata sul banco a rulli in un centro ufficiale per il controllo delle emissioni, situato a Denver, in Colorado. In questo Stato non sono previsti controlli sugli NOx, come invece accade in California, ma solo sulle emissioni di particolato, che viene misurato con il valore dell’opacità allo scarico, tollerata fino al 35%, un valore molto alto.
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mercoledì 7 ottobre 2015
GM sperimenta la guida autonoma: una flotta di Chevrolet Volt per i dipendenti
General Motors vuole cambiare il concetto di mobilità personale, portandolo nel futuro e trasformando tutta l’azienda. Lo ha detto ieri agli investitori l’amministratore delegato Mary Barra, annunciando l’arrivo di una flotta di auto a guida autonoma a disposizione degli impiegati al Warren Tech Center (nella foto sotto), che le potranno usare per muoversi all’interno del campus: si potrà “saltare su” e farsi portare da una parte all’altra, proprio come fossero navette di un film di fantascienza. Saranno tutte Chevrolet Volt e, se GM non verrà battuta sul tempo, saranno le prime auto aziendali autonome del mondo. Ma non è tutto, perché la Volt potrebbe anche unire per la prima volta il concetto di veicolo elettrico ad autonomia estesa – percorre fino a 85 km solo con la batteria – a quello di guida autonoma. “Vogliamo dimostrare che abbiamo una nuova visione, molto più lontana da quella classica dell’industria dell’auto e più vicina a quella della Silicon Valley”, ha detto Mary Barra.
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martedì 6 ottobre 2015
Nuova Opel Astra, l'alta tecnologia incontra l'efficienza
BRATISLAVA - I fari Intellilux a matrice di LED, il sistema di connettività OnStar e quattro nuovi motori tra cui spicca il 1.6 CDTI turbodiesel. Sono queste le tre innovazioni principali della nuova Opel Astra, che debutterà sul mercato italiano a metà novembre ma è già ordinabile con un listino che parte da 17.600 euro. E' l'undicesima generazione di compatta Opel, considerando anche le Kadett (la prima nacque nel 1936) e rispetto alla precedente è una vettura completamente nuova, che ha fatto un salto generazionale in ogni aspetto ''In Italia circa il 55% delle Astra sarà scelto da clienti privati - ha commentato Roberto Matteucci, ad di General Motors Italia, durante la presentazione stampa a Bratislava - mentre il resto andrà alle flotte. Ci aspettiamo, inoltre, che il diesel rappresenterà circa i tre quarti delle scelte''. L'Astra, come da tradizione, sarà anche station wagon ''L'Astra Sports Tourer arriverà invece a marzo - ha aggiunto Matteucci - con un delta di prezzo rispetto alla berlina di 1.000 euro''. Il progetto della nuova Opel Astra è iniziato a Russelsheim cinque anni fa e agli ingegneri è stato richiesto di partire da un foglio bianco, tenendo a mente il 'comandamento' della massima efficienza sotto ogni aspetto. Per questo è stata progettata una nuova piattaforma, che insieme alla scocca ridisegnata - pesa 280 kg anziché 357 kg - e a componenti come i telaietti ausiliari e le sospensioni (-50 kg), ha portato a un calo complessivo della massa compreso tra 120 e 200 kg a seconda delle versioni. Allo stesso tempo la lunghezza è diminuita di 5 cm e l'altezza di 2,6 cm, ma lo spazio interno è aumentato: +3,5 cm per le gambe dei passeggeri posteriori.
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lunedì 5 ottobre 2015
Icct, Renault Twingo auto più 'veritiera' nei consumi
Sono le auto più leggere e tecnicamente con i motori più semplici quelle che in Europa registrano una minore differenza tra i consumi reali su strada e quelli omologati in laboratorio. Lo rileva una ricerca dell'International Council of Clean Transportation (Icct) che, analizzando alcuni dei modelli più venduti in Europa nel 2014, consegna la palma d'oro dei consumi più 'veritieri' alla Renault Twingo che, tra percorrenze reali e omologate, limita la 'forbice' al 10% contro una media del 37% del resto del campione. L'analisi dell'Icct fa riferimento ai dati riportati dal forum specializzato tedesco Spritmonitor.de, che monitora i consumi e le percorrenze di 122.000 automobili in Germania (rappresentative del 90% dei modelli circolanti nel paese), ed ritenuto dall'ente americano affidabile per l'ampiezza e la precisione dei rilevamenti. Nella ricerca il podio dei modelli più virtuosi, che vede in testa la Renault Twingo, è completato dalla Toyota Auris, con una differenza tra consumi omologati e consumi reali del 18% e dalla Peugeot 208 che ha una forbice del 28%. Le Mercedes Classe A, Classe C e Classe E, invece, presentano le differenze più ampie, con scarti che arrivano al 52%. L'ente americano, passa poi analizzare altri marchi. In casa Bmw, per esempio, se per la Serie 1 lo scarto medio tra consumi reali e omologati si ferma al 33%, nel caso dell'ammiraglia Serie 5 si sale al 49%, per la maggiore diffusione del cambio automatico e per la massa complessiva più alta. Una situazione analoga si ritrova nelle Peugeot, con la 308 che ha una forbice del 48%, mentre la più piccola e leggera 208 si ferma al 28%.
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venerdì 2 ottobre 2015
Icct: non solo Vw, anche auto ibride 'barano'
ROMA - Non ci sono solo le emissioni di Volkswagen nel mirino dell'International Council of Clean Transportation, l'ente americano indipendente che ha scoperto il 'trucco' Volkswagen. Nella sua ultima ricerca l'Icct mette a nudo consumi ed emissioni reali molto più elevati di quelli omologati anche per le vetture ibride e soprattutto per le ibride plug-in, cioè con cavo per ricaricare la maxi batteria. Lo studio prende ad esempio la Mitsubishi Outlander PHEV, vettura ibrida plug-in più diffusa in Europa. Pur essendo omologata con emissioni di CO2 di 49 g/km, nell'utilizzo reale sfiora infatti i 150 g/km, cioè il triplo. Ma la colpa però, precisa l'Icct, è del ciclo di omologazione New European Driving Cycle (NEDC), utilizzato per tutte le vetture vendute in Europa, aggiornato nel 1997 e non più in grado di fornire risultati veritieri. Il NEDC infatti prevede 2 percorsi di 4 e 7 km a velocità ridotte con soste brevi e accelerazioni delicatissime, condizioni che però non sono replicabili nella guida reale. Così ogni auto consuma poco, incluse - sottolinea l'Icct - le ibride e le ibride plug-in. Inoltre, il test viene effettuato in laboratorio su un banco a rulli, senza accendere alcun dispositivo che richiede potenza, come aria condizionata, impianto stereo, navigatore, luci o tergicristalli. E sono anche permessi espedienti che diminuiscono il consumo, come aumentare la pressione degli pneumatici, staccare l'alternatore, usare oli ultra-fluidi o modificare i freni.
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