giovedì 4 giugno 2015

Aprilia RSV4 1000 RF, la prova del Fatto.it – Sognando (democraticamente) la Superbike


La cosa più bella delle moto sportive è che sono democratiche. Con cifre nell’ordine dei 20.000 euro ci si può sedere su una specie di missile terra-terra che non è poi tanto più lento dei mezzi da corsa, sì, proprio quelli che si vedono la domenica in televisione alzandosi “tutti in piedi sul divano”. Raddoppiando il numero delle ruote fare lo stesso è impossibile: anche lasciando stare l’inarrivabile Formula 1, per provare sensazioni anche solo lontanamente simili a quelle di un pilota di GT1 ci vuole almeno un milione di euro. Ma qui le ruote sono due e sono attaccate alle sospensioni della nuova Aprilia RSV4 1000 RF, cioè la diretta discendente della campionessa di Superbike. Niente targa, frecce o specchietti, dato che sono al Misano Wolrd Circuit Marco Simoncelli e che la Casa di Noale ha organizzato le cose in grande. Dovrei essere solo un giornalista a una presentazione stampa, però mi sento quasi un pilota vero, perché la “mia” RSV4 attende sui cavalletti con le termocoperte, curata a vista dal meccanico che mi ha appena regolato le leve e fatto il bilanciamento statico. Sono alto 201 cm e ho non poche difficoltà a “inserirmi” dentro la Aprilia, che è compatta come una vecchia 250 due tempi. Conscio dei miei molteplici limiti mi preparo a entrare in pista, sapendo che l’impietoso smartphone dietro al cupolino, collegato con la Multimedia Platform, farà la radiografia di ogni mia azione. Certo, se uno è bravo poi può anche tirare giù i dati, stamparli e vantarsi con gli amici. I “fermoni” come me, invece, possono (e devono) prendere spunto per migliorare.

continua su Il Fatto Quotidiano

mercoledì 3 giugno 2015

Auto elettriche, previsioni al ribasso anche per General Motors


Le vendite di auto elettriche iniziano gradualmente a salire, ma senza alcuna fretta e anche General Motors – dopo che la Renault ha fatto lo stesso pochi mesi fa – ha dovuto rivedere al ribasso le sue previsioni. L’obiettivo di avere mezzo milione di GM a zero emissioni sulle strade americane entro il 2017 non sarà raggiunto. Alla fine del 2014 il numero totale era fermo a 180.834, in lieve crescita rispetto al 153.034 del 2013 e al 39.843 del 2011. Peraltro, nel conteggio fatto dagli americani sono entrate tutte le vetture con “qualche forma di elettrificazione”, quindi anche le ibride. Considerando che il mercato statunitense ha assorbito 16,5 milioni di auto nel 2014, di cui quasi 3 milioni costruite dalla più grande delle ex-Big Three, meno di 30.000 veicoli sono proprio poco, praticamente l’1%. Il problema è sempre lo stesso, ben noto anche in Europa: la domanda dei consumatori è quasi inesistente.

continua su Il Fatto Quotidiano


venerdì 29 maggio 2015

Nuova Peugeot 208, il 3 cilindri affila gli artigli


GRAZ - A tre anni dal lancio la Peugeot 208 si rinnova, con un restyling corposo che arriva esattamente a metà del ciclo di vita. Le novità più importanti sono nella disponibilità del sistema Active City Stop - fino a 30 km/h evita gli impatti o ne riduce le conseguenze, costa 250 euro - nei motori PureTech a benzina e BlueHDi diesel, accompagnati dal un inedito cambio automatico a 6 rapporti con convertitore di coppia, ma soprattutto da consumi sorprendenti, visto che la versione diesel da 75 CV è omologata con una media di 3 litri per 100 km (79 g/km di CO2), un dato che ne fa la vettura con motore termico più parsimoniosa disponibile in Italia. La nuova 208 - presentata alla stampa internazionale a Graz, in Austria - arriverà nelle concessionarie dall'11 giugno, con prezzi a partire da 12.300 euro, confermando e affinando quelle caratteristiche che l'hanno fatta scegliere a quasi 83.000 italiani nel suo primo triennio di commercializzazione. Parimenti, il successo europeo è piuttosto lampante, grazie al milione di unità vendute da metà 2012 a oggi.

continua su Ansa Motori

giovedì 28 maggio 2015

Alfa Romeo “Giulia”, il debutto fra meno di un mese: ecco tutte le indiscrezioni


Il prossimo 24 giugno, a Milano, l’Alfa Romeo toglierà i veli al “progetto 952”, la famosa Giulia che “non si chiamerà Giulia” – Marchionne dixit – e che segnerà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande serie, praticamente 20 anni dopo l’uscita dal listino della 75, per molti l’ultima vera Alfa. Probabilmente, almeno per gli appassionati di auto, si tratta dell’evento più atteso dell’anno, quello da cui dipende la parte più ambiziosa del rilancio di FCA. Passare da meno di 80.000 unità all’anno a 400.000 nel 2018, quintuplicando la produzione, è un obiettivo di grosso calibro, impossibile da ottenere senza avere nuove vetture da vendere, non solo in Italia ma soprattutto all’estero. Nel progetto del gruppo italo-americano, infatti, all’Alfa è assegnato il ruolo di marchio premium sportivo globale, come è BMW, come del resto era una volta, tanti anni fa.

continua su Il Fatto Quotidiano

mercoledì 27 maggio 2015

Ford, Opel, Renault e Volkswagen, le piccole che si spartiscono l’Europa


La battaglia europea per leadership del segmento B è tutta da giocare. La quota della categoria subcompact, rispetto al totale del mercato potrebbe tornare sopra il 23% nel 2015, dopo essere scesa al 22,5% del 2014, pari a 2,6 milioni di auto, il punto più basso degli ultimi 10 anni. Certo, il 28% del 2009, anno peggiore della crisi in cui fu battuto anche il segmento C, è lontano ma tutto sommato si può considerare un buon segno. I consumatori hanno ritrovato fiducia e hanno ricominciato a spendere qualcosa in più, soprattutto nei crossover compatti, che nel 2014 sono cresciuti del 54%, raggiungendo le 761.087 unità vendute. Non solo più soldi in tasca, quindi, ma anche un cambiamento di gusti, che sta portando una migrazione da carrozzerie tradizionali, come quelle della Ford Fiesta, della Renault Clio e della Volkswagen Polo (le tre piccole più vendute in Europa) a forme più “rialzate”.

continua su Omniauto

martedì 26 maggio 2015

Seat Leon, vince gruppo VW: è Pantera della Polizia e Gazzella dei Carabinieri


Il gruppo Volkswagen ha vinto, FCA ha perso: proprio come i borseggiatori che potrebbero trovarsi a inseguire, le Seat Leon hanno “scippato” alle Alfa Romeo Giulietta il ruolo di Gazzella dell’Arma dei Carabinieri e di Pantera della Polizia di Stato, che saranno uguali per la prima volta nella storia. Finora non era mai successo che le Volanti fossero auto estere, sebbene molte vetture straniere siano di uso comune in altri servizi, come le BMW Serie 3 Touring e le Seat Exeo della Polizia Stradale o le Land Rover Defender e le Subaru Forester – entrambe a quattro ruote motrici – dei Carabinieri. Ma il bando del Ministero dell’Interno e dell’Arma era definito dalle norme europee che non prevedono privilegi per i costruttori nazionali, così l’offerta dei tedeschi è risultata semplicemente più conveniente, con una differenza di appena 83 euro per veicolo: 43.980 erano quelli richiesti per l’Alfa Romeo Giulietta in allestimento speciale, mentre 43.897 erano necessari per la Seat Leon 2.0 TDI 150 CV.

continua su Il Fatto Quotidiano

lunedì 25 maggio 2015

Richiami Usa: GM ripaga la 104a vittima, il difetto Takata tocca 34 milioni di auto


Mentre in Italia si discute dell’omicidio stradale, negli Stati Uniti sono le automobili stesse a essere nell’occhio del ciclone. I numeri dei due scandali più grossi nella storia dell’industria dell’auto, infatti, continuano a salire. Se General Motors ha appena risarcito la vittima numero 104, causata dal famigerato blocchetto d’accensione difettoso, un altro big dell’auto, la giapponese Takata Corporation ha ufficializzato che gli airbag difettosi montati su auto circolanti negli Usa e da sostituire sono 33,8 milioni, praticamente il 13% di tutte le vetture e i light truck che si trovano negli Stati Uniti. La vicenda di GM sta volgendo al termine, portandosi dietro uno strascico di costi – la famiglia di ogni vittima viene ripagata con 1 milione di dollari, le richieste sono 500, più i feriti – e di procedure, visto che almeno fino al 2017 ogni mese ci sarà un summit con gli ispettori dell’ente che vigila sulla sicurezza stradale, il famigerato NHTSA, per valutare l’efficacia delle nuove procedure. Quella di Takata, invece, è in pieno svolgimento.

continua su Il Fatto Quotidiano