giovedì 21 maggio 2015
Mondeo Vignale Hybrid: silenzio, parla l’elettrico Ford
Sapevate che esiste una versione ibrida della Ford Mondeo? Se siete di quelli che sanno a memoria i listini e a cui non sfugge nulla, probabilmente si, diversamente è più facile il contrario. Non c’è da stupirsi, visto che la stessa Ford Europa non ha mai acceso particolari riflettori su quest’auto, ma forse con l’arrivo della versione Vignale qualcosa potrebbe cambiare. Intanto è l’unica Mondeo che non viene prodotta a Valencia, insieme a tutte le altre Ford di grandi dimensioni, ma arriva direttamente dagli Stati Uniti, precisamente da Flat Rock, che è lo stesso stabilimento dove si costruisce anche la Mustang. Questo perché la hybrid è realizzata sulla carrozzeria a quattro porte della Fusion americana e non su quella a cinque porte o station wagon della Mondeo europea. Quindi, se vi piacciono le berline tre volumi old style la Monde Vignale ibrida è l’auto che fa per voi.
Durante la presentazione internazionale della Mondeo Vignale, svoltasi a Roma in uno dei primi Ford Store – i concessionari selezionati Ford dove saranno disponibili la gamma Vignale e la Mustang - della Capitale ho subito puntato la versione ibrida, visto che non l’avevo mai guidata prima ed ero molto curioso di provare il funzionamento di un sistema che ha diverse similitudini con quello classico Toyota, a partire dal motore termico a Ciclo Atkinsons.
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mercoledì 20 maggio 2015
Guida autonoma, la “questione morale”: chi deve salvare l’auto? E chi investire?
Anno 2020. State tornando a casa nella vostra auto a guida autonoma, percorrendo il solito tragitto, quando una palla vi compare davanti, seguita un istante dopo dal bambino che cerca di riacchiapparla. La velocità è di 70 km/h, la distanza tra veicolo e bimbo troppo breve e va presa una decisione in pochi decimi di secondo. Con un’auto normale cosa fareste? Dopo esservi attaccati ai freni, all’approssimarsi dell’inevitabile probabilmente sterzereste con forza. Dopodiché le possibilità sono molteplici: un prato privo di ostacoli dove terminare la corsa con un testacoda e uno spavento, oppure un muretto, un palo, un albero, una casa, dove terminarla e basta. Magari il bambino si salverebbe e voi no, ma passereste a miglior vita soddisfatti di aver fatto una buona azione. E se invece, nello scartare di lato, foste piombati su un gruppo di passanti? Senza continuare con esempi macabri, la questione si delinea chiaramente: come deve comportarsi un’auto a guida autonoma in caso di emergenza, di chi è la responsabilità, chi deve pagare il prezzo di un imprevisto? Perché le responsabilità civili e penali le decideranno i singoli Stati che inizieranno ad autorizzare le auto a guida autonoma e i soggetti interessati sono essenzialmente tre: la casa automobilistica, il guidatore e il gestore delle strade.
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martedì 19 maggio 2015
Alfa Romeo 4C Spider, astenersi deboli di cuore
Quante volte vi è capitato, al casello dell'autostrada, di essere molto più in basso della feritoia dove va inserito il biglietto? Se non siete habitué delle sportive britanniche o non possedete qualche supercar estrema, probabilmente mai. La seduta praticamente rasoterra è la prima cosa che mi colpisce quando “scendo” a bordo della Alfa Romeo 4C e la variante Spider non fa eccezione. Le differenze con la berlinetta sono solo dalla vita in su e, per quanto riguarda il “problema casello”, non avere il tetto probabilmente è meglio, perché mi posso issare aggrappandomi con la mano destra sulla cornice del parabrezza e sporgermi con il braccio sinistro fuori dall'auto, un po' come una brutta copia dei cugini Dukes della contea di Hazzard. E' un difetto? Per me no, come non lo è la componentistica interna spartana, di evidente derivazione Panda, 500 e compagnia bella. La Ferrari 308 GTS di Magnum P.I. non aveva forse le levette della Fiat 127? Eppure è diventata un mito lo stesso, no? La verità è che mi viene proprio difficile trovare qualcosa che non va nella 4C Spider, soprattutto ora che sono stati sistemati alcuni difetti di gioventù della berlinetta. Ma andiamo con ordine e parliamo del tetto, che non c'è.
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Alfa Romeo 4C Spider, sportività pura e vento tra i capelli
BALOCCO - L'Alfa Romeo 4C ha 'perso la testa', cioè una parte del tettuccio ed è diventata Spider.L'arrivo della versione scoperta era atteso già dal marzo 2013, quando la berlinetta debuttò al Salone di Ginevra. Ci sono voluti due anni e altrettanti Saloni svizzeri per viaggiare su una 4C con i capelli al vento, ma l'attesa non è stata vana. E poi la pazienza è una virtù da coltivare, se si decide di acquistarne una (coupé o spider non importa), perché l'accoppiata tra produzione esigua e richiesta altissima porta a tempi di attesa dilatati: ordinando la variante chiusa oggi, ci vorrebbero 12-14 mesi per averla, mentre di quella aperta ne verranno fatte solo 1.000 da qui fino alla fine dell'anno.
L'Alfa a motore centrale, infatti, è costruita a mano nello stabilimento Maserati di Modena, dove ne vengono assemblate 20 al giorno. È la sua stessa scheda tecnica a rendere lento il processo di assemblaggio, perché la monoscocca in fibra di carbonio - pesa solo 73 kg ed è il cuore dell'auto - viene 'cotta' in un forno specifico dopo che i pannelli vengono posati uno sull'altro e incollati a mano. Così, non se ne riescono a produrre più di 3.500 all'anno, tanto che negli Stati Uniti gli ordini sono stati sospesi a causa delle troppe richieste. Quanto all'area EMEA, i contratti già firmati sono 2.700 e ne circolano 1.400. Vuol dire che ci sono ancora 1.300 futuri alfisti da soddisfare e qualcuno inizia già a speculare, visto che le 4C usate costano dai 70.000 agli 85.000 euro, quando il prezzo di una coupé nuova si ferma a 65.000 e quello della Spider arriva a 75.000 euro.
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lunedì 18 maggio 2015
Nuova Chevrolet Camaro, ecco la sesta generazione
Dopo i teaser degli ultimi giorni e dopo che la sua rivale per eccellenza, la Ford Mustang, ci ha conquistato con le sue prestazioni, la sesta generazione della Chevrolet Camaro è arrivata. Lasciamo a voi il giudizio estetico sulla nuova muscle-car di General Motors, ma sicuramente non si fa fatica a riconoscerla. Le novità più grandi, invece, ve le raccontiamo tutte. Sono di natura tecnica e molto succulente, perché anche la nuova Camaro ha subito un processo di “europeizzazione” delle qualità dinamiche. Intanto c’è un nuovo motore, il 2.0 4 cilindri turbo già visto sulle ultime Cadillac, capace di erogare 270 CV e 393 Nm di coppia massima, qualcuno in più dei 386 Nm del noto 3.6 V6 da 330 CV. Al top di gamma, poi, c’è il 6.2 V8 da 440 CV e 610 Nm – lo stesso della Corvette Stingray - che rimane appannaggio della versione SS. Tutti e tre i propulsori possono essere abbinati al cambio manuale a 6 marce Tremec o alla trasmissione automatica Hydra-Matic a 8 rapporti.
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venerdì 15 maggio 2015
Aprilia Tuono V4 1100, la prova del Fatto.it – Una moto da corsa in incognito
Che senso ha una moto sportiva, pensata per l’uso su strada, ma con prestazioni che la rendono tranquillamente adatta anche alla guida in pista? Dal punto di vista razionale, molto poco, ma si sa che i motociclisti non lo sono mai molto. Se poi un costruttore decide, così, quasi per gioco, di prendere una superbike, di svestirla delle carene e di montarle un manubrio alto, facilmente tutti i concorrenti faranno lo stesso. Perché è una operazione tutto sommato a basso costo e poi c’è sempre qualche “matto” che si compra una belva da 175 CV e 184 kg per i giri della domenica o magari solo per andarci al bar. Sono questi i numeri salienti della Aprilia Tuono V4 1100, la maxi-naked che proviamo oggi. Dalla RSV4 riprende praticamente tutta la parte tecnica ma si differenzia per una posizione di guida tutto sommato accettabile e ha sospensioni che non spaccano la schiena a ogni sconnessione.
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giovedì 14 maggio 2015
L’Apple Watch sarà legale in auto?
Usare il cellulare in auto fa più danni dell’alcol e dell’alta velocità. In Italia è stato la causa di un incidente su cinque nel 2014 ma, anche tralasciando le statistiche, basta passare un paio d’ore nel traffico per vedere con i propri occhi quanti automobilisti siano impegnati nel mandare messaggi o telefonare con lo smartphone appicciato all’orecchio, anziché usare un’auricolare o il vivavoce Bluetooth che la maggior parte delle auto nuove hanno di serie. Se poi si considera che basta lasciare gli occhi sul telefonino per 10 secondi, per percorrere circa 140 metri (a 50 km/h) senza sapere che cosa sta succedendo, si capisce subito quanto sia pericoloso questo comportamento. In molti paesi esteri, infatti, i controlli sono molto più pressanti e le sanzioni più pesanti. Negli Stati Uniti, per esempio, le campagne “no texting while driving” sono all’ordine del giorno e le multe sono davvero salate. Ma ora sta apparendo all’orizzonte un nuovo problema, quello dell’Apple Watch, rappresentato dalla natura stessa di questo dispositivo.
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