venerdì 15 maggio 2015
Aprilia Tuono V4 1100, la prova del Fatto.it – Una moto da corsa in incognito
Che senso ha una moto sportiva, pensata per l’uso su strada, ma con prestazioni che la rendono tranquillamente adatta anche alla guida in pista? Dal punto di vista razionale, molto poco, ma si sa che i motociclisti non lo sono mai molto. Se poi un costruttore decide, così, quasi per gioco, di prendere una superbike, di svestirla delle carene e di montarle un manubrio alto, facilmente tutti i concorrenti faranno lo stesso. Perché è una operazione tutto sommato a basso costo e poi c’è sempre qualche “matto” che si compra una belva da 175 CV e 184 kg per i giri della domenica o magari solo per andarci al bar. Sono questi i numeri salienti della Aprilia Tuono V4 1100, la maxi-naked che proviamo oggi. Dalla RSV4 riprende praticamente tutta la parte tecnica ma si differenzia per una posizione di guida tutto sommato accettabile e ha sospensioni che non spaccano la schiena a ogni sconnessione.
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giovedì 14 maggio 2015
L’Apple Watch sarà legale in auto?
Usare il cellulare in auto fa più danni dell’alcol e dell’alta velocità. In Italia è stato la causa di un incidente su cinque nel 2014 ma, anche tralasciando le statistiche, basta passare un paio d’ore nel traffico per vedere con i propri occhi quanti automobilisti siano impegnati nel mandare messaggi o telefonare con lo smartphone appicciato all’orecchio, anziché usare un’auricolare o il vivavoce Bluetooth che la maggior parte delle auto nuove hanno di serie. Se poi si considera che basta lasciare gli occhi sul telefonino per 10 secondi, per percorrere circa 140 metri (a 50 km/h) senza sapere che cosa sta succedendo, si capisce subito quanto sia pericoloso questo comportamento. In molti paesi esteri, infatti, i controlli sono molto più pressanti e le sanzioni più pesanti. Negli Stati Uniti, per esempio, le campagne “no texting while driving” sono all’ordine del giorno e le multe sono davvero salate. Ma ora sta apparendo all’orizzonte un nuovo problema, quello dell’Apple Watch, rappresentato dalla natura stessa di questo dispositivo.
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mercoledì 13 maggio 2015
BMW Serie 1, col restyling arriva il diesel 3 cilindri
Prima di lei nessuna compatta aveva mai avuto la trazione posteriore e un bilanciamento dei pesi 50:50. E' la BMW Serie 1, l'auto che nel 2004 ha detto qualcosa di nuovo nel segmento C, quello da cui nessun marchio automobilistico vuole mancare, visto che fa i maggiori volumi nel mercato europeo. La hatchback tedesca, però, ne frequenta la parte più alta, quella appannaggio delle altre due tedesche, l'Audi A3 e la Mercedes Classe A. Che sia un prodotto pensato specificamente per il Vecchio Continente lo si capisce dalla sua assenza sul mercato americano, dove al contrario è presente come Serie 2, ovvero le carrozzerie coupé e cabrio che da lei derivano ma hanno cambiato nome. Non ne esiste nemmeno una versione a 3 volumi, come la A3 Sedan o la Mercedes CLA. Sappiamo anche che il suo futuro, in questa configurazione a trazione posteriore, è, purtroppo segnato.
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martedì 12 maggio 2015
Dodge Viper ACR, un mostro stradale affamato di pista
Come si fa a non amare la Viper? Una delle auto sportive più folli di sempre, con quel suo motore incredibile – nella prima versione derivava da un V10 dedicato ai truck, cui vennero ridisegnate le testate, mentre la fusione fu realizzata in alluminio – da 8.4 litri di cilindrata, naturalmente aspirato, che eroga 645 CV di potenza e 812 Nm di coppia, il valore più alto per un’auto di serie senza turbocompressore. L’attuale generazione della Viper è arrivata sul mercato americano nel 2012 e purtroppo non è mai stata importata ufficialmente in Europa. Questa versione estrema ACR – American Club Racer, quasi sicuramente seguirà la stessa sorte ed è un vero peccato, viste le sue caratteristiche tecniche. Si tratta praticamente di un allestimento “pronto gara”, tanto che, anche guardandola distrattamente viene il dubbio che sia iscritta a una qualche competizione GT.
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lunedì 11 maggio 2015
Saloni dell’auto, a Torino, Roma, Padova, Rimini nascono eventi alternativi
I Saloni dell’automobile sono destinati all’estinzione, perlomeno nella loro forma classica. Appartengono a un passato fatto di un’informazione lenta, affidata alla carta, un’epoca in cui conoscere un modello voleva dire toccarlo con mano. Le anteprime mondiali erano davvero tali e quando si sollevava il telo dalla carrozzeria di un’auto, la si vedeva effettivamente per la prima volta. Ormai la formula, almeno in Europa, è obsoleta e i Saloni che resistono sono quelli davvero grandi e ricchi di anteprime. Ginevra a marzo e Francoforte/Parigi in alternanza a settembre rimangono un ottimo punto di incontro per gli addetti ai lavori e mantengono più o meno stabile il numero di visitatori (682.000 a Ginevra 2014, 1.250.000 a Parigi 2014). Per i Saloni minori o nazionali – fra quelli “ufficiali” approvati dall’organizzazione dei costruttori Oica ci sono Barcellona, Amsterdam, Belgrado, Bruxelles, Londra e pure Kiev, annullato per la guerra – la presa sul grande pubblico è modesta. Del resto che senso ha spostarsi e spendere soldi per vedere automobili le cui fotografie sono già state diramate un mese prima, di cui con qualche click si può sapere tutto e che qualche settimana dopo saranno già nel concessionario sotto casa? Probabilmente nessuno, per far “schiodare” le persone dalle scrivanie o distogliere lo sguardo dai tablet serve qualcosa in più.
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venerdì 8 maggio 2015
Ford Mustang, la leggenda americana sbarca in Europa
MONACO DI BAVIERA – Un cavallo di razza, piccolo, robusto e veloce. Da cinquanta anni galoppa sul cofano di un'auto sportiva americana, con la criniera al vento e un profilo inconfondibile. E' il Mustang, che nell'accezione automobilistica diventa femminile, scrivendo la storia di una delle auto più iconiche di sempre. Basta andare negli Stati Uniti per vederne una parcheggiata in ogni angolo – dal 1964 a oggi ne sono state costruite oltre 9 milioni - mentre in Europa è una rarità d'importazione parallela, che finora è stato l'unico modo di averne una. Così, da questo lato dell'Atlantico è molto più facile conoscerla attraverso i film, c'è solo l'imbarazzo della scelta, da Bullit con Steve McQueen a Fuori in 60 secondi con Nicolas Cage. Questo almeno fino a oggi, visto che Ford ha deciso di commercializzare la sesta generazione anche nel Vecchio Continente. Si può avere con carrozzeria aperta o chiusa, Convertible o Fastback nella nomenclatura di Dearborn, scegliendo tra il 'moderno' 2.3 EcoBoost da 310 CV o il classico 5.0 V8 da 421 CV. I prezzi vanno da 36.000 a 47.000 euro, con la trasmissione manuale a 6 marce di serie e l'automatica in opzione. Svelata nel dicembre 2013 in configurazione 'US Spec', il modello europeo è arrivato tre mesi dopo a Ginevra. Durante la scorsa finale di Champions League Ford ha aperto gli ordini solo per la durata della partita, raccogliendo 9.300 prenotazioni, di cui 490 dall'Italia. Di queste, 2.200 si sono trasformate in contratti firmati, con gli italiani che ne anno ordinate 100 (66 2.3 Ecoboost e 34 5.0 GT) e riceveranno i primi esemplari nelle prossime settimane. Tutti gli altri, invece, dovranno recarsi in uno dei 25 Ford Store italiani autorizzati a venderla. L'abbiamo provata alla presentazione internazionale a Monaco di Baviera, tra strade tortuose, autostrade e passaggi urbani.
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giovedì 7 maggio 2015
FCA paga l’università ai venditori americani. Per migliorare il servizio
Lavorare in un concessionario non è mai stato in cima ai sogni degli adolescenti. In Italia la situazione negli autosaloni è abbastanza tragica: gli stipendi sono bassi, le provvigioni ancora di più e i turni di lavoro sono spesso massacranti, con i “porte aperte” che si susseguono, spesso infruttuosamente, quasi ogni settimana. Negli Stati Uniti il mercato va molto meglio ma vendere auto è comunque un lavoro poco ambito, anzi in più della metà dei casi solo di passaggio. Il turnover medio di un autosalone americano oscilla tra il 45 e il 60% ogni anno, così bisogna sempre ricominciare da capo, nella formazione dei venditori e nella gestione delle procedure. Fare il venditore è un lavoro duro, non ha grandi margini di crescita professionale e ci vogliono almeno tre o quattro anni prima di farsi un proprio “giro” di clienti. Mettendosi dalla parte di chi i concessionari li possiede o li gestisce, si intuisce la criticità della situazione. Per questo, il gruppo FCA capitanato da Sergio Marchionne ha deciso di varare una iniziativa poco comune: offrire formazione universitaria gratuita a chi lavora nei propri dealer.
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