giovedì 7 maggio 2015

FCA paga l’università ai venditori americani. Per migliorare il servizio


Lavorare in un concessionario non è mai stato in cima ai sogni degli adolescenti. In Italia la situazione negli autosaloni è abbastanza tragica: gli stipendi sono bassi, le provvigioni ancora di più e i turni di lavoro sono spesso massacranti, con i “porte aperte” che si susseguono, spesso infruttuosamente, quasi ogni settimana. Negli Stati Uniti il mercato va molto meglio ma vendere auto è comunque un lavoro poco ambito, anzi in più della metà dei casi solo di passaggio. Il turnover medio di un autosalone americano oscilla tra il 45 e il 60% ogni anno, così bisogna sempre ricominciare da capo, nella formazione dei venditori e nella gestione delle procedure. Fare il venditore è un lavoro duro, non ha grandi margini di crescita professionale e ci vogliono almeno tre o quattro anni prima di farsi un proprio “giro” di clienti. Mettendosi dalla parte di chi i concessionari li possiede o li gestisce, si intuisce la criticità della situazione. Per questo, il gruppo FCA capitanato da Sergio Marchionne ha deciso di varare una iniziativa poco comune: offrire formazione universitaria gratuita a chi lavora nei propri dealer.

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mercoledì 6 maggio 2015

Ford Mustang Shelby GT350R, produzione di soli 37 esemplari


In attesa di provare la nuova generazione della Ford Mustang nelle versioni “normali” 2.3 EcoBoost da 314 CV e 5.0 V8 GT da 418 CV, da oltreoceano arrivano nuove informazioni sulle varianti più performanti, in questo caso sulla Shelby GT350R. Questa Mustang, realizzata per celebrare il cinquanta anni dall’uscita del primo modello GT350 (era il 1965), verrà assemblata durante quest’anno in soli 37 esemplari, corrispondenti ad altrettanti numeri di telaio marchiati 2015. Se negli anni Sessanta, l’antenata dimostrò di che cosa era capace la piccola “pony car” di Dearborn, oggi l’erede monta il motore aspirato più potente di tutta la storia Ford, un 5.2 V8 da 507 CV. Anche la scelta di realizzare solo 37 unità della GT350R è un omaggio al passato, infatti della GT350 originale furono costruiti proprio questo numero di pezzi, di cui due erano prototipi. Ma se le pochissime Mustang GT350R saranno degli “istant classic” da collezione, ci sarà qualche possibilità in più di accaparrarsi una GT350 “liscia”. Le differenze tra le due sono piuttosto limitate, ma il pacchetto estetico della “R” è sicuramente più estremo. Quest’ultima, poi, è più leggera di 59 kg, dopo avere rinunciato ai sedili posteriori, all’impianto audio, al kit riparazione pneumatici e al climatizzatore. In ogni caso, la GT350 sarà costruita in 100 esemplari, tutti definiti come model year 2015. Di questi, 50 saranno equipaggiati con il Technology Package e altri 50 con il Track Package.

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martedì 5 maggio 2015

Peugeot dice addio alla RCZ, la logica del profitto batte quella della passione


Adieu Peugeot RCZ. Maxime Picat, amministratore delegato della Casa di Sochaux, ha recitato il requiem della coupé francese, che alla fine del ciclo di vita non verrà sostituita. Termina così la storia di una delle ultime sportive prodotte da un marchio generalista, fatta di circa 65.000 esemplari venduti da inizio 2010. Il problema è sempre il solito, quel vile denaro che porta i costruttori automobilistici a tagliare tutto il superfluo, puntando solo sui prodotti che garantiscono profitti. Così farà anche Peugeot, che secondo il piano “Back in the race” entro il 2022 avrà una gamma di soli 13 modelli, rispetto ai 26 attuali. Lo ha detto lo stesso Picat al magazine britannico Autocar, durante il Salone di Shangai: “Considerando che 13 carrozzerie rappresentano il 95% delle auto che vendiamo e oltre il 100% dei nostri profitti, è evidente che tutto questo sia necessario”. In effetti non fa una piega e poco importa se qualche migliaio di appassionati rimarrà orfano di un’auto estrema come la RCZ R, capace di tirare fuori 260 CV dal suo 1.6 THP “super-pompato”. Alla fine dell’anno le linee produttive della Magna Steyr di Graz, che ne cura l’assemblaggio, si fermeranno. ”Adoro la RCZ ma dobbiamo focalizzarci sui modelli più importanti e trarre il meglio da loro. Purtroppo presidiare le nicchie porta profitti solo ai marchi premium, per noi è solo una distrazione”, ha concluso Picat, mostrando una certa amarezza.

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lunedì 4 maggio 2015

Opel Corsa OPC, feroce tra le curve ma docile all'occorrenza


BILBAO – Opel Performance Center, più semplicemente OPC, è la sigla magica che trasforma la Corsa in un'auto sportiva affamata di asfalto. Molte delle piccole di segmento B offrono versioni 'pepate', ma il risultato degli sforzi dei tecnici tedeschi va oltre quanto offerto dalla concorrenza. Non ci sono dubbi, la Corsa OPC è quanto di più corsaiolo si possa avere rimanendo nei quattro metri di lunghezza e senza superare i 25.000 euro. L'assegno da lasciare al concessionario – già nei prossimi giorni, con le prime consegne previste a giugno – è da 21.900 euro, ma sarebbe un vero peccato non aggiungerne altri 2.500 per il Performance Pack, cioè quello che la differenzia sul serio da tutte le altre. Consta di quattro componenti fondamentali per il piacere di guida: i freni Brembo anteriori con dischi da 330 mm (da 308 mm quelli standard), i cerchi da 18 pollici necessari per ospitarli, le molle più rigide, gli pneumatici Michelin e il differenziale autobloccante meccanico Drexler, cioè quello che fa realmente la differenza. Certo, si potrebbero spendere altri 1.500 euro per il rivestimento in pelle dei sedili sportivi Recaro, ma quelli in tessuto sono già ottimi e comunque gli ammortizzatori Koni FSD (Frequency Selective Damping) sono di serie e i loro benefici durante la guida sono assolutamente percepibili

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giovedì 30 aprile 2015

Etilometro blocca-auto, l'Europa fa un passo in avanti


Mentre in Italia si dibatte sull'ergastolo della patente, sull'omicidio stradale e sulle pene da comminare quando le tragedie sono causate da uno stato di alterazione psicofisica (guida in stato di ebrezza o assunzione di stupefacenti), la Commissione Europea cerca di guardare oltre e di fare del tutto per impedire a chi è ubriaco di mettersi al volante. O meglio, mettersi al volante va anche bene, l'importante è non riuscire a mettere in moto l'auto. Per rendere effettivo questo impedimento bisogna utilizzare i dispositivi noti come "alcol interlock". Si tratta di speciali etilometri installati nel veicolo e collegati alla centraline di gestione del motore. L'automobilista soffia nel tubicino e se il suo livello di alcol nel sangue è corretto può guidare, altrimenti l'auto non parte. Se pensate che sia una misura troppo drastica, ricordate che ogni anno in Europa muoiono più di 10.000 persone per incidenti causati dall'alcol, è come se un paese di provincia sparisse nel nulla. Per questo è importante fare di più, andando oltre la prevenzione e i controlli delle forze dell'ordine. Ma, come in tutte le questioni dove c'è di mezzo un dispositivo elettronico, serve un capitolato comune a livello europeo e adesso c'è.

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mercoledì 29 aprile 2015

Ford S-Max, la seconda vita della monovolume sportiva


Il segmento D italiano, escludendo i marchi premium, vale poco più di 27.000 unità all'anno, di cui quasi i due terzi vengono acquistate da aziende o da società di noleggio. Sul podio ci sono tre tedesche, Passat, Octavia (passatemi la licenza geografica) e la Insignia, mentre la medaglia di legno va alla Peugeot 508. Poi vengono i due modelli Ford, la S-Max e la Mondeo. La seconda è stata rinnovata da poco e infatti le sue vendite stanno superando quelle della prima, che comunque fino a tutto il 2014 si è mantenuta in testa. Del resto la formula della S-Max è tanto particolare quanto intelligente: offrire tutte le caratteristiche di una grande berlina, con la possibilità di avere più spazio e in modo più flessibile. La monovolume ha 5 posti e un bagagliaio da 700 litri, oppure 7 posti e 285 litri, ma quelli della terza fila sono davvero due strapuntini adatti solo ai bambini.

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martedì 28 aprile 2015

Gruppo Volkswagen, il dopo Piech inizia con una low cost per il far east


Che cosa succederà nel Gruppo Volkswagen ora che Ferdinand Piech si è dimesso da Presidente del Consiglio di Sorveglianza, portandosi dietro anche la moglie Ursula? A livello societario, la sua carica passerà a Berthold Huber, il responsabile del sindacato Ig Metall che attualmente è Vice Presidente, in attesa che venga deciso un assetto definitivo. Ma la partita più interessante si gioca sul piano del mercato, dell’industria e dei prodotti. Il gruppo tedesco, infatti, possiede qualcosa come 12 marchi, 118 stabilimenti in 31 paesi del mondo e impiega oltre 600.000 persone. Le criticità da risolvere non sono poche, una su tutte i risultati zoppicanti del brand Volkswagen sul mercato americano e poi ci sono da preparare le sfide del prossimo futuro.

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