lunedì 4 maggio 2015

Opel Corsa OPC, feroce tra le curve ma docile all'occorrenza


BILBAO – Opel Performance Center, più semplicemente OPC, è la sigla magica che trasforma la Corsa in un'auto sportiva affamata di asfalto. Molte delle piccole di segmento B offrono versioni 'pepate', ma il risultato degli sforzi dei tecnici tedeschi va oltre quanto offerto dalla concorrenza. Non ci sono dubbi, la Corsa OPC è quanto di più corsaiolo si possa avere rimanendo nei quattro metri di lunghezza e senza superare i 25.000 euro. L'assegno da lasciare al concessionario – già nei prossimi giorni, con le prime consegne previste a giugno – è da 21.900 euro, ma sarebbe un vero peccato non aggiungerne altri 2.500 per il Performance Pack, cioè quello che la differenzia sul serio da tutte le altre. Consta di quattro componenti fondamentali per il piacere di guida: i freni Brembo anteriori con dischi da 330 mm (da 308 mm quelli standard), i cerchi da 18 pollici necessari per ospitarli, le molle più rigide, gli pneumatici Michelin e il differenziale autobloccante meccanico Drexler, cioè quello che fa realmente la differenza. Certo, si potrebbero spendere altri 1.500 euro per il rivestimento in pelle dei sedili sportivi Recaro, ma quelli in tessuto sono già ottimi e comunque gli ammortizzatori Koni FSD (Frequency Selective Damping) sono di serie e i loro benefici durante la guida sono assolutamente percepibili

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giovedì 30 aprile 2015

Etilometro blocca-auto, l'Europa fa un passo in avanti


Mentre in Italia si dibatte sull'ergastolo della patente, sull'omicidio stradale e sulle pene da comminare quando le tragedie sono causate da uno stato di alterazione psicofisica (guida in stato di ebrezza o assunzione di stupefacenti), la Commissione Europea cerca di guardare oltre e di fare del tutto per impedire a chi è ubriaco di mettersi al volante. O meglio, mettersi al volante va anche bene, l'importante è non riuscire a mettere in moto l'auto. Per rendere effettivo questo impedimento bisogna utilizzare i dispositivi noti come "alcol interlock". Si tratta di speciali etilometri installati nel veicolo e collegati alla centraline di gestione del motore. L'automobilista soffia nel tubicino e se il suo livello di alcol nel sangue è corretto può guidare, altrimenti l'auto non parte. Se pensate che sia una misura troppo drastica, ricordate che ogni anno in Europa muoiono più di 10.000 persone per incidenti causati dall'alcol, è come se un paese di provincia sparisse nel nulla. Per questo è importante fare di più, andando oltre la prevenzione e i controlli delle forze dell'ordine. Ma, come in tutte le questioni dove c'è di mezzo un dispositivo elettronico, serve un capitolato comune a livello europeo e adesso c'è.

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mercoledì 29 aprile 2015

Ford S-Max, la seconda vita della monovolume sportiva


Il segmento D italiano, escludendo i marchi premium, vale poco più di 27.000 unità all'anno, di cui quasi i due terzi vengono acquistate da aziende o da società di noleggio. Sul podio ci sono tre tedesche, Passat, Octavia (passatemi la licenza geografica) e la Insignia, mentre la medaglia di legno va alla Peugeot 508. Poi vengono i due modelli Ford, la S-Max e la Mondeo. La seconda è stata rinnovata da poco e infatti le sue vendite stanno superando quelle della prima, che comunque fino a tutto il 2014 si è mantenuta in testa. Del resto la formula della S-Max è tanto particolare quanto intelligente: offrire tutte le caratteristiche di una grande berlina, con la possibilità di avere più spazio e in modo più flessibile. La monovolume ha 5 posti e un bagagliaio da 700 litri, oppure 7 posti e 285 litri, ma quelli della terza fila sono davvero due strapuntini adatti solo ai bambini.

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martedì 28 aprile 2015

Gruppo Volkswagen, il dopo Piech inizia con una low cost per il far east


Che cosa succederà nel Gruppo Volkswagen ora che Ferdinand Piech si è dimesso da Presidente del Consiglio di Sorveglianza, portandosi dietro anche la moglie Ursula? A livello societario, la sua carica passerà a Berthold Huber, il responsabile del sindacato Ig Metall che attualmente è Vice Presidente, in attesa che venga deciso un assetto definitivo. Ma la partita più interessante si gioca sul piano del mercato, dell’industria e dei prodotti. Il gruppo tedesco, infatti, possiede qualcosa come 12 marchi, 118 stabilimenti in 31 paesi del mondo e impiega oltre 600.000 persone. Le criticità da risolvere non sono poche, una su tutte i risultati zoppicanti del brand Volkswagen sul mercato americano e poi ci sono da preparare le sfide del prossimo futuro.

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lunedì 27 aprile 2015

Alfa Romeo Giulia, a due mesi dal debutto sale la febbre


I battiti del cuore sportivo Alfa Romeo iniziano a salire, perché tra due mesi esatti verrà finalmente svelata la nuova berlina media, l'erede della 159 nota anche come Alfa Giulia, ma soprattutto l'auto che sancirà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande produzione. Non si chiamerà Giulia, o forse si, nessuno lo sa con precisione e probabilmente non trapeleranno informazioni fino al giorno della presentazione alla stampa internazionale, fissata per il 24 giugno prossimo. Con la "progetto 952" – questo è il codice interno - il Gruppo FCA si gioca anche un'altra carta importantissima, quella del ritorno sul mercato americano, dove la 4C, sia berlinetta e che spider, sta facendo parlare di sé da più di un anno. Nel futuro del gruppo italo-americano, infatti, produrre in Italia per esportare sarà fondamentale per garantire la profittabilità dei prodotti e l'impiego degli stabilimenti.

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venerdì 24 aprile 2015

Renault Zoe, più autonomia e prezzo scontato. Sperando di vendere meglio


Abbassare il prezzo e aumentare l’autonomia. È questa la ricetta di Renault per dare una scossa alle vendite della Zoe, la piccola 100% elettrica che nelle previsioni iniziali avrebbe dovuto essere venduta in 150.000 unità all’anno ma che nella dura realtà solo lo scorso anno ha superato le 10.000. Prima dell’inizio dell’estate arriverà la versione aggiornata e i chilometri massimi percorribili con un pieno di corrente saliranno da 199 a 240, grazie a un nuovo motore elettrico più leggero ed efficiente, mentre il listino scenderà a meno dei 21.850 euro (affitto delle batterie escluse) che oggi occorrono per portarsene a casa una. Azzardiamo una previsione, il nuovo cartellino del prezzo reciterà 19.990 euro, una mossa che potrebbe abbassare la soglia psicologica dei potenziali acquirenti. Sarà sufficiente a cambiare il destino della Zoe? Difficile dirlo, soprattutto in tutti quei Paesi che non seguono il buon esempio della Francia, dove ci sono circa 6.000 euro di incentivi che abbassano drasticamente il prezzo. Come ha detto Carlos Ghosn a Ginevra ad Automotive News Europe, l’ansia da autonomia è il problema principale da risolvere e finché l’Europa non sarà cosparsa da una rete di stazioni di ricarica, almeno paragonabili a quella per il rifornimento dei carburanti fossili, sarà difficile vedere un cambio di passo.

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giovedì 23 aprile 2015

Obama protegge l’industria americana: l’alleanza transatlantica può aspettare


La Trans-Pacific Partnerhip può aspettare, soprattutto quando sono in ballo i delicatissimi equilibri dell’industria automotive americana. Così, venerdì scorso Barack Obama ha detto che non ha nessun senso velocizzare le operazioni di voto sull’accordo che coinvolge 12 nazioni e riguarda circa il 40% del commercio mondiale. Una delle questioni principali, su cui si sta negoziando da più di quattro anni, è quella delle tasse sulle auto fabbricate in Giappone e commercializzate negli Stati Uniti, cioè la categoria di prodotti più esportata per un valore di quasi 50 miliardi di dollari nel 2013. Questa cifra rappresenta anche la grandissima parte del deficit nell’import-export degli americani verso i giapponesi, che dal canto loro nel 2013 hanno importato circa 12 miliardi di dollari di carni e prodotti agricoli. Attualmente gli Usa applicano il 2,5% di tasse sul prezzo delle auto “made in Japan” e il 25% sui veicoli commerciali, mentre il Giappone tassa al 4,3% la carne di maiale, al 38,5% quella di manzo e il grano al 252%. Su una Toyota Prius il plus vale circa 600 dollari, quello sul grano fa sì che il mercato interno non venga “invaso” dagli yankee. Lo stesso calcolo, tuttavia, non si può fare su un furgone o un camion costruito in Giappone perché nessun costruttore ne spedisce negli Usa, visto il differenziale sarebbe troppo alto e il mercato non apprezzerebbe.

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