In Gran Bretagna le auto benzina e diesel hanno gli anni contati, venti per la precisione. Il Governo britannico, infatti, ha deciso di vietarne totalmente la vendita a partire dal 2040. E il divieto riguarda tutte le vetture con il motore a scoppio. L'alternativa a benzina e diesel è dunque passare all'elettrico, una procedura obbligata che si inserisce in una visione più ampia, cioè quella di ridurre entro il 2050 le emissioni inquinanti dell'80% rispetto ai livelli del 1990. Ovviamente non basta fare proclami, ma c'è bisogno di una visione globale che includa anche le infrastrutture e l'approvvigionamento energetico, visto che le auto elettriche hanno bisogno di essere ricaricate e che non si può semplicemente usare una presa domestica. Da qui, per esempio, il provvedimento che rende obbligatorio installare le postazioni di ricarica in tutte le case di nuova costruzione. Continua su GQ
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lunedì 26 agosto 2019
venerdì 22 giugno 2018
Omologazione emissioni, ecco che cosa cambia fra il vecchio ciclo Nedc e il nuovo Wltp
Diversi costruttori tedeschi, fra cui la Porsche e la Volkswagen, hanno dovuto sospendere la vendita in Europa di alcuni modelli per le difficoltà legate all’adeguamento alle nuove procedure di omologazione, che ora sono legate al famigerato ciclo Wltp che sta per Worldwide Harmonized Light Duty Vehicles Test Procedure. Il ciclo Wltp è stato definito dopo studi e trattative congiunti tra Unione Europea, Giappone e India - gli Stati Uniti mantengono i propri standard Epa - iniziati alla fine del 2013 (dunque due anni prima dello scoppio del Dieselgate) e terminati a giugno del 2016 con l’approvazione finale del Consiglio Ue. Il Wltp prende il posto dell’obsoleto ciclo Nedc - New European Driving Cycle - dove la prima parola indica l’aggiornamento datato 1997 rispetto ai canoni del 1990. Continua su La Stampa
lunedì 5 ottobre 2015
Icct, Renault Twingo auto più 'veritiera' nei consumi
Sono le auto più leggere e tecnicamente con i motori più semplici quelle che in Europa registrano una minore differenza tra i consumi reali su strada e quelli omologati in laboratorio. Lo rileva una ricerca dell'International Council of Clean Transportation (Icct) che, analizzando alcuni dei modelli più venduti in Europa nel 2014, consegna la palma d'oro dei consumi più 'veritieri' alla Renault Twingo che, tra percorrenze reali e omologate, limita la 'forbice' al 10% contro una media del 37% del resto del campione. L'analisi dell'Icct fa riferimento ai dati riportati dal forum specializzato tedesco Spritmonitor.de, che monitora i consumi e le percorrenze di 122.000 automobili in Germania (rappresentative del 90% dei modelli circolanti nel paese), ed ritenuto dall'ente americano affidabile per l'ampiezza e la precisione dei rilevamenti. Nella ricerca il podio dei modelli più virtuosi, che vede in testa la Renault Twingo, è completato dalla Toyota Auris, con una differenza tra consumi omologati e consumi reali del 18% e dalla Peugeot 208 che ha una forbice del 28%. Le Mercedes Classe A, Classe C e Classe E, invece, presentano le differenze più ampie, con scarti che arrivano al 52%. L'ente americano, passa poi analizzare altri marchi. In casa Bmw, per esempio, se per la Serie 1 lo scarto medio tra consumi reali e omologati si ferma al 33%, nel caso dell'ammiraglia Serie 5 si sale al 49%, per la maggiore diffusione del cambio automatico e per la massa complessiva più alta. Una situazione analoga si ritrova nelle Peugeot, con la 308 che ha una forbice del 48%, mentre la più piccola e leggera 208 si ferma al 28%.
continua su ANSA Motori
venerdì 2 ottobre 2015
Icct: non solo Vw, anche auto ibride 'barano'
ROMA - Non ci sono solo le emissioni di Volkswagen nel mirino dell'International Council of Clean Transportation, l'ente americano indipendente che ha scoperto il 'trucco' Volkswagen. Nella sua ultima ricerca l'Icct mette a nudo consumi ed emissioni reali molto più elevati di quelli omologati anche per le vetture ibride e soprattutto per le ibride plug-in, cioè con cavo per ricaricare la maxi batteria. Lo studio prende ad esempio la Mitsubishi Outlander PHEV, vettura ibrida plug-in più diffusa in Europa. Pur essendo omologata con emissioni di CO2 di 49 g/km, nell'utilizzo reale sfiora infatti i 150 g/km, cioè il triplo. Ma la colpa però, precisa l'Icct, è del ciclo di omologazione New European Driving Cycle (NEDC), utilizzato per tutte le vetture vendute in Europa, aggiornato nel 1997 e non più in grado di fornire risultati veritieri. Il NEDC infatti prevede 2 percorsi di 4 e 7 km a velocità ridotte con soste brevi e accelerazioni delicatissime, condizioni che però non sono replicabili nella guida reale. Così ogni auto consuma poco, incluse - sottolinea l'Icct - le ibride e le ibride plug-in. Inoltre, il test viene effettuato in laboratorio su un banco a rulli, senza accendere alcun dispositivo che richiede potenza, come aria condizionata, impianto stereo, navigatore, luci o tergicristalli. E sono anche permessi espedienti che diminuiscono il consumo, come aumentare la pressione degli pneumatici, staccare l'alternatore, usare oli ultra-fluidi o modificare i freni.
continua su http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/industria/2015/10/01/icct-anche-ibride-barano-su-consumi-e-emissioni_1795cd5f-20d5-4040-92c3-8da787ad2949.html
mercoledì 30 settembre 2015
“Volkswagen punta dell’iceberg”, per tutti i marchi consumi reali 38% più alti
“Lo scandalo dei diesel Volkswagen è solo la punta dell’iceberg di un sistema in cui mentire è la regola”. Parole pesanti come macigni, firmate da Transport & Enviroment, un ente indipendente con sede a Bruxelles, uno di quei posti dove si fa il pelo e il contropelo a qualsiasi questione riguardi l’ambiente e i motori, come all’International Council of Clean Transportation, cioè l’ente che ha scoperto il software truccato di Wolfsburg, ma non solo. L’ICCT ha anche raccolto moltissimi dati negli ultimi anni, tra cui quelli dei consumi reali di circa 600.000 automobilisti che li pubblicano sul forum tedesco Spritmonitor.de, scoprendo che la differenza tra consumi (e quindi emissioni) reali e quelli dichiarati (e quindi omologati) è in media del 38%, con punte che superano il 50%.
continua su Il Fatto Quotidiano
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