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lunedì 20 dicembre 2021
Toyota Yaris Cross, il piccolo genio diventa SUV
La Toyota Yaris Cross è una delle proposte più originali all'interno del segmento dei crossover compatti, quello praticamente più combattuto sul mercato dove ogni costruttore ha la sua proposta. Così, per distinguersi in questo mare magnum, i giapponesi hanno scelto la strategia più sicura, ovvero quella di giocare in casa. Le mura amiche si chiamano full hybrid, che è l'unico powertrain con cui la Toyota Yaris Cross è disponibile. L'unica scelta per quando riguarda la tecnica è quella tra la trazione anteriore e quella integrale. È il sistema AWD-i che non prevede connessioni meccaniche tra i due assi ma l'attivazione di un motore elettrico al posteriore solo quando necessario. Questa configurazione, inoltre, porta con sé anche il retrotreno a doppio braccio oscillante in luogo del classico ponte torcente, a tutto vantaggio del comportamento su strada, del piacere di guida e del comfort. È proprio in quest'ultimo campo che la piccola crossover giapponese tradisce la sua origine, visto che sia il rumore di rotolamento che i fruscii aerodinamici sono ben presenti già a 120 km/h. Poco male, in ogni caso, perché la Yaris Cross dà il suo meglio nei contesti urbani ed extra-urbani. La sua motorizzazione ibrida - quarta generazione del sistema inventato da Toyota - è composta dal 1.5 tre cilindri a ciclo Atkinson, che insieme al motore elettrico fornisce una potenza massima di 116 CV, con un rendimento termico del 40%, ben più alto di qualsiasi altro motore a combustione interna. Continua su GQ
domenica 29 agosto 2021
Toyota GR86, ecco tutte le caratteristiche tecniche della versione per gli USA
La Toyota GR86, erede di quella GT 86 che dall'inizio dello scorso decennio ha deliziato gli appassionati di guida in tutto il mondo, è pronta a debuttare sul mercato americano. Per l'arrivo in quello europeo e in particolare in Italia bisognerà attendere la prossima estate, ma intanto la filiale americana della Casa giapponese ha pubblicato le specifiche tecniche complete, che permettono di farsi un'idea più completa della nuova coupé made in Japan. A questo proposito, Toyota ha sottolineato che nella progettazione della GR86 - la nuova sigla - ha ascoltato le esperienze dei proprietari della GT 86, cercando di migliorare tutte le criticità emerse nel corso degli anni. La prima e più importante era la scarsità di coppia del vecchio boxer 2 litri. Così la cilindrata è salita fino a 2,4 litri e il rapporto di compressione a 12,5:1, generando un aumento di coppia fino a 250 Nm. Continua su La Stampa
giovedì 10 giugno 2021
Toyota GR 86, una coupé da veri gentlemen
La Toyota GR 86 è come una boccata di aria fresca in un deserto automobilistico fatto di SUV, crossover e auto elettriche. È la seconda generazione del progetto nato ormai quasi dieci anni fa con la GT ì86 e con la gemella Subaru BRZ, che ha portato alla nascita di due coupé "vecchia scuola" ovvero con la trazione posteriore e progettate con un solo obiettivo: il piacere di guida. Subaru ci aveva messo il motore, un bel boxer aspirato affamato di giri e Toyota ci aveva costruito la macchina intorno, sviluppando tutti i componenti specificamente, tanto che la condivisione di pezzi con altre auto del brand si fermava al 10%. Oggi è il momento del secondo capitolo di questa storia: la sigla è cambiata, andando a completare la gamma GR, che sta per Gazoo Racing ovvero il reparto corse Toyota, insieme alla GR Supra e alla GR Yaris. Non è cambiato, invece, il numero 86 che è una citazione della mitica Toyota Corolla Levin (codice interno AE86) del 1983. Una coupé leggera, con un motore da 1,6 litri e la trazione posteriore, che ha partecipato pressoché a ogni tipo di gara in Giappone, dove è popolarissima. La nuova Toyota GR 86 è un'evoluzione totale dell'auto da cui discende e si prevede che sarà la coupé a quattro posti più leggera del segmento grazie a una serie di interventi finalizzati al risparmio del peso, come l'utilizzo di alluminio per tetto e pannelli della carrozzeria. La massa a vuoto, infatti, non dovrebbe superare i 1.270 kg, permettendo di esaltare le prestazioni del boxer. Il 4 cilindri a quattro cilindri orizzontali e contrapposti è cresciuto di cilindrata fino a 2,4 litri, aumentando la potenza a 235 CV e la coppia a 250 Nm. Continua su GQ
mercoledì 12 maggio 2021
Toyota GR Yaris, l'unica auto da rally omologata per la strada (per sentirsi piloti tutti i giorni)
La Toyota GR Yaris è una di quelle auto che trasmettono passione per la guida anche da ferme e che portano a dimenticare rapidamente parole come "ibrido", "connesso", "digitale" "autonomo" e una serie di altre amenità che ormai da qualche anno pervadono il mondo dei motori. Un mondo dove i crossover sostituiscono tutte le altre carrozzerie e dove i modelli sportivi sono sempre di meno. Meno male che Toyota va contro corrente e non solo con questa GR Yaris, ma anche con la nuova GR 86 che raccoglierà l'eredità della GT86 aggiornando il concetto di "auto sportiva" per tutti. Tornando all'oggetto della nostra prova, non ha praticamente nulla a che vedere con le Yaris che conosciamo e men che mai con la celebre versione ibrida. No, perché questa Toyota GR Yaris è un'auto da rally, una replica omologata per la circolazione stradale, come era tanti anni fa la Lancia Delta Integrale o, più di recente, le giapponesi Lancer e Impreza. La sua scheda tecnica non ha eguali nella produzione di serie, con la trazione integrale permanente a tre differenziali, di cui quello anteriore e posteriore Torsen per sfruttare tutta l'aderenza disponibile in ogni condizioni. Trazione di cui il pilota può decidere la ripartizione, passando dalla modalità Normal alla Sport (30:70) e alla Track (50:50), per privilegiare di volta in volta il divertimento su strada o la massima prestazione in pista. C'è anche una chicca come il freno a mano idraulico con sblocco del ponte posteriore, per fare i tornanti di traverso senza rovinare gli organi meccanici. Si, questa GR Yaris è veramente una piccola belva da rally che può circolare per strada. Continua su GQ
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venerdì 26 febbraio 2021
Toyota Higlander, la prova - il maxi-SUV diventa ibrido
La Toyoya Highlander è un'auto molto particolare, che occupa una fetta di mercato che in Europa, e ancora di più in Italia, è soltanto una nicchia. Del resto con misure prossime ai cinque metri, la grande SUV giapponese è più adatta agli scenari statunitensi, per i quali è stata progettata fin dall'inizio, alla fine dello scorso millennio. Quella che abbiamo provato nell'hinterland romano, infatti, è la quarta generazione dell'Highlander, che per la prima volta viene importata in Italia. Con questo modello, inoltre, Toyota amplia la sua gamma di SUV andando a presidiare il segmento E. Gamma che peraltro verrà completata nei prossimi mesi dalla Yaris Cross che andrà a inserirsi nel segmento B, mentre nel C e nel D ci sono la CH-R e l'inossidabile RAV4. In questo modo Toyota avrà una line-up di SUV completamente full-hybrid, visto che la Highlander è proposta solo con un powertrain di questo tipo. Sotto l'imponente carrozzeria, infatti, c'è il sistema full-hybrid di quarta generazione, abbinato alla trazione integrale AWD-i. Continua su La Stampa
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lunedì 10 agosto 2020
Toyota Yaris Hybrid, la prova - sempre più efficiente e ora anche divertente
Se c'è un difetto storico comune a tutte le ibride Toyota è una particolare sensazione di guida, quella del motore che sale di giri e della velocità dell'auto che non cresce di conseguenza. Solitamente si avverte di più quando si affonda il gas per un sorpasso o durante una salita prolungata. È una caratteristica intrinseca dell'Hybrid Sinergy Drive inventato da Toyota, che usa una trasmissione epicicloidale per collegare il motore termico a quello elettrico e variare anche i rapporti. Il difetto, però, riguarda solo le sensazioni, perché l'efficienza e la robustezza del sistema sono incredibili. Ma per conquistare più clienti bisogna limare i difetti e quindi ecco che la nuova Yaris Hybrid ha un powertrain tutto nuovo, che riduce quasi a zero quella sensazione da scooter che alcuni non tollerano. Ma andiamo con ordine. Questa è la quarta generazione del modello cha ha fatto la storia di Toyota in Italia fin dal lancio della prima generazione nel 1999; da allora a oggi ne sono state vendute più di un milione sul mercato italiano. Continua su La Stampa
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sabato 25 aprile 2020
Yaris Cross, il city Suv che alla Toyota mancava
Nella gamma Toyota mancava uno dei modelli al momento più strategici, ovvero il B-Suv. Un tipo di vettura sempre più richiesto sul mercato europeo e che permette buone marginalità, visto che può essere venduto a un prezzo sensibilmente più alto rispetto alla berlina di segmento B da cui solitamente deriva e con cui condivide moltissimo a livello meccanico. Così, con la nuova Yaris Cross Toyota copre questa mancanza anche se per vederla su strada bisognerà aspettare la metà del 2021. Continua su La Stampa
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lunedì 6 aprile 2020
Toyota CH-R, ragione e sentimento
La Toyota CH-R è uno dei maggiori successi degli ultimi anni del brand giapponese, come dimostrano le 150.000 unità vendute in Europa e 50.000 sul mercato italiano nei primi tre anni di commercializzazione. In Italia, insieme alla Yaris Hybrid, la CH-R è il modello di Toyota che vende meglio. Un successo dovuto anche al design dell'auto e che si traduce in una quota di mercato del 6,7% nel segmento dei crossover compatti, cioè quello più affollato e competitivo del mercato. E tutto questo facendo a meno del Diesel, visto che la Toyota CH-R è stata disponibile fin dal lancio solo con un classico motore benzina e ovviamente con un powetrain ibrido. La novità è che ora sono due i sistemi ibridi disponibili: quello attuale basato sul 1.8 - potenza complessiva di 122 CV - e quello che sfrutta il più grande 2 litri, che ha un output globale di 184 CV. Rispetto al 1.8 le emissioni crescono lievemente, passando da 106 a 118 g/km di CO2 nel ciclo WLTP. Quello che invece conta ai fini fiscali è ancora il vecchio ciclo di omologazione NEDC correlato e in questo caso i numeri salgono da 86 a 92 g/km. Continua su GQ
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domenica 12 gennaio 2020
Toyota GR Yaris, un'auto da rally omologata per la circolazione su strada
La Toyota GR Yaris non ha nulla in comune con la Yaris che tutti conosciamo. Sì, forse qualche componente secondario, qualche comando elettrico e magari il sistema di infotainment. Ma per il resto non ha nulla a che fare con la citycar famosa per la sua versione ibrida. Questo perché la Toyota GR Yaris è praticamente un'auto da rally, omologata per la circolazione su strada. Così i paragoni si sprecano e, se è vero che la cCasa giapponese non produceva un'auto del genere dagli anni Novanta - la mitica Celica GT-Four - è altrettanto vero che la prima auto che viene in mente per assonanza è la mitica Lancia Delta Integrale. Non è una bestemmia, perché molti dei loro numeri sono assai simili, a partire dalle misure. La più cattiva delle Yaris, infatti, è lunga poco meno di 4 metri, ha una potenza massima di 261 CV e pesa 1.280 kg. Ma la vera domanda è: che senso ha un'auto del genere? Bé, ne ha due. Il primo è fare da base alla prossima Yaris WRC che correrà nel Mondiale, la seconda è riportare l'attenzione su una vettura dalle prestazioni pure, sia per chi ha la possibilità di acquistarle ed esperirle, sia per chi può solo sognarle. Continua su GQ
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domenica 29 dicembre 2019
Toyota C-HR, arriva il 2.0 ibrido da 184 CV
Insieme alla Yaris ibrida, la CH-R è il modello di Toyota che vende meglio in Italia. Un successo in cui lo stile originale dell'auto ha la sua parte e che si traduce in una quota di mercato del 6,7% nel segmento dei crossover compatti, che è quello più affollato e competitivo del mercato. Un successo, che tra l'altro fa a meno del Diesel, visto che la CH-R è stata disponibile fin dal lancio solo con un classico motore benzina e ovviamente con un powetrain ibrido. La novità è che tra poco saranno due i sistemi ibridi disponibili: a quello attuale basato sul 1.8 - potenza complessiva di 122 CV - si aggiungerà quello basato sul 2.0, che ha un output globale di 184 CV. Toyota ne ha già dichiarato tutte le caratteristiche tecniche, ma non i prezzi e i tempi di reale disponibilità. Ad ogni modo la nuova versione si chiama Hybrid Dynamic Force. Continua su La Stampa
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venerdì 20 dicembre 2019
Nuova Toyota Mirai, l'ammiraglia a idrogeno ha la trazione posteriore
Che Toyota sia uno dei pionieri dell'elettrificazione è cosa nota da oltre venti anni, ma la Casa giapponese ha sempre dichiarato di credere - e dunque di sviluppare - in diverse strategie per arrivare a una mobilità sostenibile a lungo termine e l'idrogeno è una di queste. Nel 2015 la Mirai (che in Giapponese significa futuro) è stata la prima auto di serie alimentata con le fuel cell a essere disponibile per la vendita nelle concessionarie americane. Oggi, Toyota ha svelato la seconda generazione della Mirai,sotto forma di concept che rispetto al modello originale pone l'attenzione anche sul design. Continua su Motor1
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venerdì 16 agosto 2019
Toyota Prius, l'ibrida con i super pannelli solari
I pannelli solari sulla carrozzeria delle auto non sono una novità assoluta, visto che già nel 2012 Toyota li offriva come optional sul tetto della Prius ibrida plug-in. Allora però, si trattava di un dispositivo in grado di caricare la batteria solo a vettura ferma, alimentando a malapena il climatizzatore, e le cose non sono cambiate di molto sul modello attuale che continua ad avere questa opzione. Oggi, invece, Toyota ha annunciato l'inizio della sperimentazione su strade pubbliche di una nuova generazione di pannelli solari sviluppati in collaborazione con Nedo (azienda di settore) e Sharp. In questo caso i pannelli hanno un'efficienza del 34% e coprono praticamente tutte le parti orizzontali della carrozzeria, a eccezione del parabrezza; quindi cofano, tetto e vetro posteriore. Continua su Motor1
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domenica 28 luglio 2019
Toyota Supra, la diva del cinema che viene dal Giappone
Un bel ruolo da protagonista nel primo episodio della saga Fast and Furious e il successo è stato servito. I più critici si chiedono se questa nipponica avrebbe comunque raggiunto il successo anche senza “effetti speciali”, ma rimane il fatto che la Supra è riuscita a conquistare il cuore di molti, anche e soprattutto grazie al suo portentoso cuore meccanico. Insomma, la coupé giapponese è stata catapultata senza preavviso nel jet-set, a dimostrazione che la storia delle vetture spesso non è lineare: ci sono modelli ben noti che all'interno del loro mercato domestico hanno molto successo, ma poi quando ne varcano i confini rimangono quasi ignoti, come nel caso delle prime due generazioni della Supra, la A40 (1979-1981) e la A60 (1982-1986) che erano praticamente le versioni top di gamma della Celica.
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sabato 4 maggio 2019
Toyota Supra, l’icona del “Made in Japan” anni Novanta
A volte la storia delle auto non è lineare. Magari alcuni modelli sono famosi sul loro mercato interno e quasi ignoti al di fuori. Poi basta che succeda qualcosa di imprevisto, magari un’apparizione al cinema, per cambiare tutto. E’ il caso della Toyota Supra. Una sportiva che in Giappone è ben nota sin dall’anno della sua nascita, il 1978, ma che è diventata nota al grande pubblico grazie al ruolo avuto in Fast and Furious, dove è senza dubbio una delle auto maggiormente protagoniste. Quella che compare nel primo episodio della fortunatissima saga è un esemplare appartenente alla quarta generazione, che è rimasta sul mercato dal 1993 al 2002, prima di entrare in un oblio interrotto solo da pochissimo. La quinta generazione, infatti, è su strada da pochi mesi ed è nata grazie alla collaborazione con BMW (che ha realizzato la nuova Z4) grazie a cui è stato possibile dividere i costi di sviluppo. Ad ogni modo, la Supra degli anni Novanta è diventata un’icona ma è anche una signora auto sportiva, con prestazioni e caratteristiche di tutto rispetto. Continua su Autoappassionati
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lunedì 21 gennaio 2019
Dakar 2019, prima vittoria per Toyota
Toyota ha vinto la Dakar 2019, categoria auto, spezzando il duopolio Mini-Peugeot che durava dal 2012 e permettendo a Nasser Al-Attiyah di
portare per la terza volta in Qatar il trofeo per il primo posto.
Al-Attiyah si è classificato dodicesimo nell'ultima tappa, quella tra
Pisco e Lima, che è stata vinta da Carlos Sainz (Mini), davanti a Sébastien Loeb (Peugeot) e Cyril Despres (Mini).
Per Toyota si tratta del primo successo alla Dakar, che era sfuggito
anche negli anni d'oro della Celica. Quella del pilotata qatariota è
stata una vittoria frutto di una condotta di gara perfetta, senza
errori, ma anche di un grande supporto da parte della squadra e le
navigatore Matthieu Baumel. Il pick-up Toyota Hilux, dal canto suo, ha confermato la fama di veicolo robusto aggiungendovi una ottima velocità sulla insidioisa terra peruviana. Continua su La Stampa
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sabato 22 dicembre 2018
Toyota presenta la Prius AWD-i, ibrida e a trazione integrale
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martedì 24 aprile 2018
Toyota Hilux, il pick-up di Ritorno al Futuro fa 50 anni
No, questo non è il solito articolo sulla DeLorean DMC-12 di Ritorno al Futuro, sulla quale probabilmente è stato detto e scritto tutto il possibile. Questa volta parliamo di un altro mezzo a quattro ruote, che sicuramente non ha l’importanza e la parte da co-protagonista della “macchina del tempo” e che non scatena ricordi emozionanti ma che ha comunque un certo ruolo nella trilogia firmata da Robert Zemeckis. Chi ha più memoria avrà già capito che il riferimento è al pick-up che Marty McFly guarda sognante già nella prima delle tre pellicole e compare più volte come saldo riferimento temporale degli eventi che sono cambiati lungo la linea dello spazio tempo. Ma andiamo con ordine e diciamo intanto che proprio in queste settimane il Toyota Hilux ha raggiunto la ragguardevole età del mezzo secolo, giacché la versione originale è entrata in commercio nel 1968. Continua su Omniauto
giovedì 5 aprile 2018
Toyota RAV4 2019, sempre più ibrida e tecnologica
Dopo averla annunciata nei giorni scorsi, oggi Toyota ha presentato al Salone di New York la quinta generazione della RAV4, una delle colonne portanti della gamma della Casa giapponese che la definisce come il SUV più venduto al mondo. Solo negli Stati Uniti, infatti, vende oltre 400.000 unità all’anno ma anche in Europa la RAV4 è sempre stata un best-seller, già dal 1994, quando è stata una delle prime SUV ad arrivare sul mercato. Del nuovo modello stupisce in primis lo stile, che si discosta molto da quello della versione attuale e risulta sicuramente meno originale. Osservando l’auto da diverse angolazioni sono evidenti alcune citazioni di altri SUV di successo ma anche dell’intramontabile Land Cruiser, altro cavallo battaglia di Toyota. Considerazioni stilistiche a parte, la nuova RAV4 è stata progettata sulla piattaforma Toyota New Global Architecture, la stessa della Auris, della C-HR e della Prius. Continua su GQ
mercoledì 28 marzo 2018
A quasi 25 anni dalla prima versione, la Toyota Rav4 rinasce per la quinta volta
La Toyota Rav4 fa parte di quel ristretto gruppo di Suv che ha inventato il concetto stesso di Suv, definendosi come “Recreational Active Vehicle with 4WD”. Nata come concept car nel 1989, è arrivata sul mercato nel 1994, battuta sul tempo praticamente solo dalla Suzuki Vitara (1988).
L’idea dei giapponesi era vincente già allora - creare un veicolo con discrete capacità in fuoristrada e con il comfort di una berlina - anche se ci sarebbero voluti altri dieci anni per sdoganare il Suv come auto per tutti, soprattutto in Europa. Gli americani invece l’hanno amata sin dall’inizio e nel 2017 la Rav4 è stata la Toyota più venduta negli Stati Uniti con un totale di oltre 400.000 unità. La prima versione era disponibile solo con un motore 2 litri a benzina, ma anche con una originale carrozzeria cabriolet soft-top e in una versione completamente elettrica, sviluppata praticamente solo per i mercati giapponese e californiano. Continua su La Stampa
L’idea dei giapponesi era vincente già allora - creare un veicolo con discrete capacità in fuoristrada e con il comfort di una berlina - anche se ci sarebbero voluti altri dieci anni per sdoganare il Suv come auto per tutti, soprattutto in Europa. Gli americani invece l’hanno amata sin dall’inizio e nel 2017 la Rav4 è stata la Toyota più venduta negli Stati Uniti con un totale di oltre 400.000 unità. La prima versione era disponibile solo con un motore 2 litri a benzina, ma anche con una originale carrozzeria cabriolet soft-top e in una versione completamente elettrica, sviluppata praticamente solo per i mercati giapponese e californiano. Continua su La Stampa
martedì 29 marzo 2016
Toyota Prius Prime, la versione con la spina cambia nome e volto
Lo stile sarebbe già un buon motivo per preferirla rispetto alla sorella tradizionale, ma per far passare la scelta come razionale serve almeno un bel garage con annessa presa di ricarica. Si, perché la Prius Prime, sempre facendo la tara alle forme da manga giapponese, è un po’ più carina della Prius “normale” e, se messa nelle giuste condizioni, consuma ancora meno. Fuor di metafora, Toyota ha scelto di chiamare così quella che finora era sempre stata la Prius plug-in hybrid, ovvero la variante “alla spina” dell’ibrida più famosa del mondo. A differenziarle, stile a parte, è sostanzialmente la batteria più capiente, che permette di percorrere 50 km in modalità solo elettrica, raggiungendo i 135 km/h. I tempi di ricarica variano tra le due e le cinque ora e mezza e i consumi omologati sono ancora più spettacolari di quelli della Prius classica. Bisogna tenere a mente, però, che le plug-in sono le auto che appaiono meglio più nel ciclo Nedc, perché affrontano la prova con il pacco batterie pieno e utilizzano pochissimo il motore termico.
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