TORINO - La tradizione Suzuki nei cambi automatici è iniziata nel 1988
con la generazione originale della Vitara, una delle prime SUV ad
arrivare sul mercato. Oggi, la Casa giapponese può vantare un'offerta
nelle trasmissioni automatiche che si estende su tutta la gamma,
facendone uno dei pochi marchi a poter offrire una versione senza
frizione per ognuna auto venduta. Dalla Vitara alla Celerio, passando
per la Swift, la S-Cross e l'inossidabile Jimny, ogni vettura ha una
soluzione tecnica diversa. Ma che sia a doppia frizione, a variazione
continua o con convertitore di coppia, tutte le Suzuki con cambio
automatico hanno un efficienza paragonabile a quelle con cambio manuale e
un prezzo di acquisto solo leggermente superiore. Questa abbondanza si
spiega con le stesse radici territoriali del marchio, visto che in
Giappone il cambio automatico è una consuetudine per nove automobilisti
su dieci; nel Sol Levante, infatti, la trasmissione manuale è
considerata un optional, anche piuttosto esotico, ed esistono
addirittura due patenti differenti: una permette di guidare tutte le
auto, un'altra solo le automatiche. In Italia, invece, sono solo il 15%
dei guidatori a rinunciare alla frizione, soprattutto per una cultura
automobilistica legata ancora a vecchi schemi, cioè quelli dei costi
superiori, tanto di acquisto quanto di manutenzione e dei consumi
sfavorevoli. Così la crescita di Suzuki, che ha chiuso il 2015 con una
quota sul mercato italiano dell'1,19% e ambisce,nel 2015 a raggiungere
l'1,4% superando la soglia delle 20.000 auto, passa anche
dall'ampliamento della gamma delle trasmissioni.
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ANSA Motori