Skoda entra dritta nel futuro della mobilità a zero emissioni con la
Enyaq iV, ovvero la sua prima elettrica nativa, sviluppata sulla
piattaforma MEB, cioè la base tecnica del Gruppo Volkswagen per tutte le
vetture a zero emissioni di nuova generazione. Dopo aver rotto il
ghiaccio con la piccola Citigo - anch'essa figlia di un progetto comune
al Gruppo tedesco con le sorelle Seat Mii e Volkswagen Up! - ora il
marchio boemo fa sul serio con la Enyaq iV, che come da tradizione
Skoda, offre tanto a prezzi molto ragionevoli. La prima cosa che salta
all'occhio è il grande spazio interno, visto che le batterie si trovano
nella parte più centrale e bassa del veicolo e che il motore è così
compatto da occupare lo spazio solitamente destinato alla ruota di
scorta. Per ora il propulsore elettrico è solo al retrotreno,
prossimamente pure all'avantreno per le versioni a quattro ruote
motrici. La Enyaq iV integrale arriverà nei prossimi mesi, accompagnata
dalla versione più prestazionale RS. Attualmente si può scegliere tra tre versioni a trazione posteriore con
148, 179 o 204 CV di potenza e batterie rispettivamente da 55 e 82 kWh,
che supportano la ricarica in corrente continua fino a 125 kW e in
alternata fino a 11 kW. Numeri che si traducono in autonomie (omologate
WLTP) che vanno dai 350 ai 520 km, ovviamente a seconda delle condizioni
di utilizzo. Parlando invece di dimensioni, l'elettrica Skoda è un SUV
lungo 4,65 metri e vanta una grande volumetria interna come dimostra il
bagagliaio da 585 litri. Il design utilizza il family feeling del resto
della gamma, ma è leggermente più tagliente e ha un frontale di grande
presenza. A questo proposito, in opzione si può avere la calandra
Crystal Face, ovvero un'illuminazione animata (fatta da 130 led) della
griglia che si attiva quando si sale o si scende dall'auto, in
abbinamento ai fari full LED Matrix. L'abitacolo è molto confortevole,
ben insonorizzato e rifinito con materiali naturali, lavorati in modo
sostenibile e riciclati. Inoltre si può personalizzare con dieci
pacchetti tematici. Continua su La Stampa
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venerdì 11 giugno 2021
Skoda Enyaq iV, la prova - 100% elettrica, pragmatica e rilassante
domenica 9 maggio 2021
Skoda Fabia, la quarta generazione è ancora più spaziosa
La quarta generazione della Skoda Fabia è pronta ad arrivare sul mercato, con un importante carico di novità a partire dalla piattaforma su cui è realizzata, ovvero la MQB-A0 del Gruppo Volkswagen già utilizzata dalle ultime versioni della Polo e della Ibiza. L'utilizzo di questa base ha permesso di sviluppare la vettura più spaziosa del segmento B, anche a fronte di una lunghezza cresciuta fino a 4,11 metri, che sono solo 17 cm meno della Golf, con la quale condivide la volumetria del vano bagagli: ben 380 litri. Si capisce subito, dunque, che per la Casa boema questo è un modello assai importante "La Fabia incarna i valori del nostro Brand come nessun altro modello. L'ultima generazione ha tutto ciò che serve per continuare il successo delle precedenti. Offre più spazio dei concorrenti, una connettività perfetta, sistemi di assistenza avanzati e un design emozionale” ha dichiarato Thomas Schäfer, Ceo di Skoda. A questo proposito, all'esterno spiccano le luci anteriori e posteriori a Led, mentre all'interno c'è una plancia simmetrica che mette in evidenza in grande display centrale dell'infotainment da 9,2", che è connesso, ha un'ampia gamma di servizi online e si collega allo smartphone senza bisogno di cavi. È incastonato tra i listelli decorativi a sviluppo orizzontale per i quali si può scegliere tra sei diverse grafiche. In opzione sono previsti anche la piastra di ricarica a induzione, la strumentazione digitale da 10,25" e un sound sistem con amplificatore e subwoofer. Parlando invece di sicurezza ci sono fino a 9 airbag e tra gli ADAS spiccano il Travel assistant (cruise control adattivo + mantenimento di crosia) e il Park Assistant. Quanto ai motori, il 1.0 3 cilindri è declinato in quattro versioni: due aspirate da 65 e 80 CV e due turbocompresse a iniezione diretta da 95 e 100 CV. Continua su La Stampa
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sabato 24 aprile 2021
Skoda Octavia Wagon iV, elettrica quando serve
La Skoda Octavia Wagon iV è una di quelle auto che danno certezze. Comoda, spaziosa e tecnologia, ha uno stile che è il perfetto mix di eleganza e understatement. In altre parole l'alternativa perfetta per chi non vuole cedere al SUV ma ha bisogno di tanta volumetria a bordo. La nuova generazione è sul mercato ormai da un anno e vi abbiamo già raccontato come va nella classica motorizzazione Diesel, che per chi fa tanti chilometri è ancora la soluzione migliore. Stavolta, invece, ci dedichiamo alla versione più futuristica, la ibrida plug-in. Da lontano e da fermo è praticamente impossibile distinguerla dalle altre Octavia, mentre se è in movimento si rimane colpiti da silenzio con cui è in grado di marciare. Si perché la Skoda Octavia Wagon iV - iV è la sigla che distingue le vetture con la spina del brad boemo - abbina un tradizionale motore a benzina, 1.4 turbo da 150 CV, a un altro elettrico da 102 CV che è inserito all'interno nel cambio DSG a 6 rapporti. La potenza complessiva disponibile è di 204 CV, sufficienti per scattare da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi e arrivare fino a 220 km/h. È la nuova frontiera dell'elettrificazione, l'anello di congiunzione tra l'auto del passato e quella del futuro. Ibrida plug-in vuol dire che può essere ricaricata per fare il pieno di elettricità: aprendo lo sportellino vicino alla porta del guidatore, si può collegare a una presa domestica, come se fosse uno smartphone, e in quattro è completamente carica. A questo punto ci si può muovere a emissioni zero, raggiungendo anche i 140 km/h e potendo contare su un'autonomia (omologata WLTP) che arriva a 67 km, grazie alla batteria agli ioni di litio capace di stoccare 13 kWh. Continua su GQ
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venerdì 11 settembre 2020
Škoda Enyaq iV, il futuro è adesso
La Škoda Enyaq iV è l'auto che porta il marchio ceco direttamente dentro il futuro. Non è la prima elettrica di Škoda in assoluto - primato che spetta alla piccola Citigo - ma è la prima a essere stata sviluppata sulla piattaforma MEB, cioè la base tecnica progettata in seno al Gruppo Volkswagen per tutte le vetture a zero emissioni di nuova generazione. Un pianale che prevede l'alloggiamento delle batterie nella parte più centrale e bassa del veicolo (in gerco è nota come architettura a skateboard) e la presenza di un motore al retrotreno più un eventuale secondo all'avantreno, configurando una trazione integrale. Continua su GQ
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mercoledì 5 agosto 2020
Skoda Octavia Wagon, razionale e raffinata
La Skoda Octavia Wagon è una specie di istituzione per il marchio boemo. Nonostante i SUV siano sempre più importanti, perché sono quelli che la gente vuole, il ruolo della Octavia non è in discussione. È con lei che Skoda traccia la strada che seguiranno anche le altre vetture della gamma nei prossimi anni. Quindi è il design l'arma principale della station wagon ceca, che pur non cambiando troppo nelle proporzioni rispetto al passato - il passo è invariato, lunghezza e larghezza sono aumentate solo di un paio di centimetri - ha un aspetto generale molto più curato e in un certo senso sofisticato. Non si parla di premium, non è quello il carattere del brand, ma la nuova Skoda Octavia Wagon si posiziona un po' più in alto rispetto al passato, anche grazie a dettagli come gli indicatori di direzione dinamici e le luci matrix full LED. Una crescita confermata non appena si apre la porta e si osserva l'abitacolo. La disposizione del virtual cockpit e del grande display centrale dell'infotainment è elegante e funzionale, mentre la scelta dei materiali è di qualità. L'impressione generale, insomma, è quella di un'auto quasi di categoria superiore. Ma la Octavia, del resto, ha sempre giocato sul fatto di avere dimensioni da segmento D (4,69 metri), ma con un prezzo da segmento C. Si parte da circa 25.000 euro per il 1.0 TSI a benzina da 110 CV e si sale a 29.250 per il 2.0 TDI da 116 CV. Per quello da 150 CV con il cambio DSG della nostra prova, invece, si arriva a 32.250 euro. Continua su GQ
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mercoledì 20 novembre 2019
Skoda Octavia, non solo diesel, benzina e metano: ora è anche ibrida con la spina
Nonostante i Suv siano sempre più centrali nell'offerta Skoda, la Octavia rimane il modello più famoso del marchio boemo, quello con cui tracciare, anche a livello di immagine, la strada che seguiranno anche le altre vetture della gamma nei prossimi anni. Quindi è il design l'arma principale della nuova berlina (e station wagon) ceca, che pur non cambiando troppo nelle proporzioni rispetto al passato - il passo è invariato, lunghezza e larghezza sono aumentate solo di un paio di centimetri - ha un aspetto generale molto più curato e in un certo senso sofisticato, soprattutto nella variante familiare. Continua su La Stampa
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lunedì 29 luglio 2019
Skoda Karoq, understatement di alta qualità
Di tutti i brand del Gruppo Volskwagen, Skoda è probabilmente quello che riserva le migliori sorprese. Non ha pretese di essere premium, ma la sua tecnologia è di prima qualità, non ha volontà di apparire, ma il design è sobrio ed elegante. Insomma, non ci sono velleità stile «vorrei ma non posso», perché in realtà Skoda può fare quello che vuole, in particolare con la Karoq. È il più compatto dei SUV in gamma - in attesa della più piccola Kamiq - ed è parente molto stretto della Seat Ateca e della Volkswagen T-Roc. Ma pur condividendo la meccanica e buona parte delle componenti con queste due, ha un carattere molto netto e ben definito. Se la spagnola ha una personalità più sportiva e la tedesca punta su uno stile hi-tech, la crossover boema è sicuramente quella più intelligente e pragmatica. E sono considerazioni che vanno oltre il prezzo, visto che il listino delle tre è praticamente allineato. Continua su GQ
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venerdì 21 giugno 2019
Skoda Citigoe iV, la prima elettrica è una citycar
Arriva sul mercato Skoda Citigoe iV. Che il Gruppo Volkswagen abbia un piano vasto e ambizioso riguardo alla mobilità elettrica non è certo una novità. Già da tempo, infatti, sono stati annunciati 70 modelli elettrici entro il 2025, considerando tutti i brand del Gruppo tedesco. Solo Skoda investirà due miliardi di euro nei prossimi cinque anni, si tratta del programma di investimenti più grande nella storia dell’azienda. Così, dopo la Volkswagen ID.3 svelata qualche settimana fa, è il turno della Citigoe iV che oltre a essere la prima auto a zero emissioni prodotta da Skoda, porta anche al debutto la sigla iV che distinguerà tutti i modelli elettrificati - quindi anche ibridi o ibridi plug-in - del marchio boemo ma anche i servizi dell'eco-sistema che nascerà intorno a loro. La Citigoe iV è pensata prettamente per l'uso cittadino, vista la sua lunghezza di 3,6 metri e il bagagliaio da 250 litri. Continua su GQ
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sabato 13 aprile 2019
Skoda Kamiq, «calza a pennello»
Continua il feeling tra la Repubblica Ceca e il popolo Inuit, visto che dopo Kodiaq e Karok Skoda ha scelto un'altra parola cara al popolo che vive tra Canada del Nord e Groenlandia per definire il suo terzo SUV, peraltro il più piccolo della gamma. Kamiq indica qualcosa che «calza a pennello», in questo caso con il mercato che è affamato di SUV compatti. La Kamiq è «cugina» della Seat Arona e della Volkswagen T-Cross, ma rispetto a queste due è un po' più lunga e raggiunge i 4,24 metri puntando di più sulla volumetria interna e sulla praticità (il bagagliaio è da 400 litri), rispetto alle dimensioni compatte. Secondo i dirigenti del brand boemo, quest'auto porterà nuovi clienti, automobilisti che finora non hanno mai preso in considerazione una Skoda e lo farà proprio grazie al suo posizionamento. Più specificamente, la Kamiq si rivolge a un target piuttosto giovane che ha uno stile di vita moderno e orientato all'avventura. Continua su GQ
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venerdì 1 marzo 2019
Skoda Kodiaq RS, per famiglie numerose e molto veloci
Per comprendere a fondo il significato e il ruolo della Skoda Kodiaq RS bisogna scordarsi un momento dei numeri e delle sigle e assumere un punto di vista squisitamente commerciale. Attualmente il top di gamma della SUV boema è rappresentato dalla versione 2.0 TDI DSG 4x4 da 190 CV che costa poco più di 42.000 euro. La RS si pone dunque come nuovo riferimento a meno di 50.000 euro, ma offrendo un pacchetto di contenuti che vale molto di più della singola somma delle parti. Che poi in fase di sviluppo abbia stabilito il record per SUV a sette posti sul circuito Nürburgring con un tempo di 9:29,84 minuti è un plus da ricordarsi per stupire gli amici. In verità, potrebbe anche tornare in mente mentre si sfreccia a oltre 220 km/h su qualche autobahn tedesca e si apprezza l'assetto stabile e composto. La Germania, dove Skoda è il primo brand straniero più venduto, è il mercato d'elezione di quest'auto. Con una cifra di molto inferiore a quella dei corrispondenti modelli Audi o Volkswagen di pari prestazioni, si porta a casa un SUV che ha praticamente la stessa tecnologia e dunque nessun complesso di inferiorità. Continua su GQ
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sabato 5 gennaio 2019
Skoda Scala, la compatta per il salto di qualità
Skoda ritorna nel segmento di mercato delle compatte, quello della “cugina” Golf per intenderci, con la Scala. È una berlina due volumi e cinque porte che porta al debutto un nuovo linguaggio estetico ma senza rinunciare all'elevato grado di funzionalità del marchio ceco e includendo anche soluzioni di connettività allo stato dell’arte. La Scala riprende le linee anticipate dalla concept Vision RS e sarà lanciata sui mercati internazionali nella prima metà del 2019. Sono cinque le motorizzazioni disponibili con potenze comprese tra 90 CV e 150 CV: ci sono tre benzina TSI, il 1.0 da 95 o 115 CV e il 1.5 da 150 CV, a cui si aggiunge un 1.6 TDI da 95 CV. Inoltre, durante il 2019 verrà introdotto il 1.0 G-TEC a metano da 90 CV. Continua su GQ
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martedì 18 dicembre 2018
Skoda, un linguaggio stilistico che si evolve per sorprendere
Sapete quale è il primo criterio con cui ogni europeo che si appresta ad acquistare una nuova auto sceglie tra un modello e un altro? Il design. E questo vale per qualsiasi tipo di automobile, costo e segmento. Dalla piccola citycar fino alla supercar più veloce. Per questo lo stile è così importante in una vettura, ma definirlo è tutt’altro che semplice perché è un gioco di compromessi. Problemi di costi, di industrializzazione e di ottemperanza alle omologazioni limitano tantissimo il lavoro dei designer che solo raramente riescono a portare su strada un prodotto simile alle concept che l’hanno preceduta. Il design, inoltre, è il primo elemento fondante dell’identità di un brand, quello che dopo tre secondi che guardiamo un’auto per strada ci fa sentenziare subito il primo giudizio. Per questo Skoda, che ha il carattere più pragmatico rispetto a tutti gli altri marchi del Gruppo Volkswagen, vuole compiere un passo in avanti in termini di stile, per migliorare risultati commerciali già lusinghieri. Continua su GQ
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giovedì 29 novembre 2018
Un secolo fa nasceva la Cecoslovacchia, e subito dopo iniziò la storia della Skoda
Molto spesso la storia delle Case automobilistiche è legata a doppio filo con quella delle nazioni di appartenenza e Skoda non fa eccezione. La Repubblica Democratica di Cecoslovacchia, infatti, fu costituita cento anni fa, il 28 ottobre del 1918. In quegli anni il marchio Skoda ancora non esisteva come produttore di automobili, ma era specializzato nella metallurgia. Il titolo di costruttore nazionale apparteneva alla Laurin & Klement, che era specializzata in modelli di lusso e che rimase sulla cresta dell'onda fino al collasso del mercato austro-ungarico. Continua su La Stampa
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giovedì 3 marzo 2016
Skoda Vision S, ibrida e a 6 posti la (probabile) sorella maggiore della Yeti
Al Salone di Ginevra la Skoda presenterà il primo Suv a 6 posti della sua storia – non il primo Suv in assoluto, considerando la Yeti – sebbene ancora sotto forma di concept: è la Vision S. Il suo scopo è quello di mostrare in che direzione evolverà il design della Casa ceca dei prossimi anni, ma anche di raccogliere impressioni e anticipare il modello di prossima produzione. Il Gruppo Volkswagen, infatti, insegue la tendenza del mercato: la richiesta di Suv e crossover sta aumentando in tutto il mondo e il gruppo tedesco non può rimanere fuori dalla partita. Così al Salone svizzero vedremo la nuova Tiguan, ma anche la Seat Ateca (prima Suv spagnola) e, appunto, la Skoda Vision S.
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lunedì 28 settembre 2015
Dieselgate, quanto è grande il Gruppo Volkswagen
In questi giorni il cosiddetto Dieselgate Volkswagen è sulla bocca di tutti. Per una volta le automobili sono assurte ad argomento nazional-popolare senza che ci fosse di mezzo una vittoria della Ferrari o una stangata sul bollo. Anche Vespa, nel suo Porta a Porta, si è occupato del 2.0 TDI, delle emissioni di monossido di azoto e del crollo di credibilità dei tedeschi di Wolfsburg. L’argomento, insomma, è diventato di dominio pubblico e, come sempre in questi casi, solo poche persone conoscono realmente la materia. Allora potrebbe essere una buona idea dare i numeri, nel senso di spiegare chi è e che cosa fa il Gruppo Volkswagen. Intanto è bene sapere che, secondo Forbes, nel 2014 si è posizionata al 14esimo posto tra le aziende più importanti del mondo, seconda solo a Toyota (all’11esimo posto e prima tra le aziende automotive) e a due posizioni da Apple, che è però l’azienda che capitalizza di più al mondo in borsa. Quasi 600.000 dipendenti La classifica di Forbes tiene conto di quattro macro-valori: fatturato, profitti, risorse e capitalizzazione. Bene, nel 2014 il VW Group valeva 268.5 miliardi di dollari e ha avuto un profitto netto di 14,4 mld, mentre il valore dei suoi asset era di 425 miliardi di dollari, mentre in borsa valeva 126 miliardi.
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martedì 21 luglio 2015
Fenomeno Skoda, cresce sempre. E Volkswagen inizia a essere invidiosa
Dalle stalle alle stelle, dall’oblio alla notorietà, dalla quasi inesistenza al successo. È la storia del marchio Skoda da quando è parte del gruppo Volkswagen, cioè dal 1991. Poche ombre e molte luci, forse anche troppe se le vendite continuano a crescere, insieme ai profitti, mentre il marchio “capogruppo” fa fatica a guadagnare e a mantenere il suo livello di guadagni. Nel 2014 l’immatricolato globale di Skoda è cresciuto del 13% e il margine ha raggiunto il 7%; quello del brand Volkswagen è rimasto sostanzialmente stabile, ma la marginalità non ha superato il 2%, racconta la storia di copertina di Automotive News Europe di luglio.
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giovedì 2 febbraio 2012
Volkswagen MQB, una piattaforma per il futuro
Modularer Querbaukasten significa matrice modulare trasversale, in sintesi MQB. É il nome della nuova piattaforma del Gruppo Volkswagen, sulla quale verranno realizzati praticamente tutti i veicoli con il motore trasversale, a trazione anteriore e integrale. Dalla Polo alla Passat, dalla Ibiza alla Superb, dalla Tiguan alla TT, la MQB sarà alla base di circa sessanta auto marchiate Audi, Seat, Skoda e Volkswagen. La caratteristica principale di questa piattaforma è la modularità; possono cambiare il passo, le carreggiate e gli sbalzi, facendo sì che da uno stesso telaio possano nascere auto diversissime tra loro, sia nelle misure che nella forma. Inoltre potranno essere condivisi componenti importanti e costosi come motore, cambio e sospensioni.
La differenziazione tecnica è dunque in via di estinzione, uccisa dalle normative anti-inquinamento e di sicurezza passiva, che fanno salire enormemente i costi di progettazione. Le auto del futuro saranno quindi molto simili dove l'occhio non vede e molto diverse nel vestito esterno, mentre a personalizzare l'esperienza di guida saranno le regolazioni elettroniche di sterzo, cambio e motore, unite a piccole modifiche nella taratura delle sospensioni.
Ma la MQB non sarà l'unica piattaforma modulare del Gruppo VW. Con l'acquisizione di Porsche è necessario creare delle sinergie anche con gli altri marchi sportivi del gruppo. Le prossime generazioni di Audi R8, Bentley Continental, Lamborghini Gallardo e Porsche nasceranno tutte da una stessa base in grado di ospitare il motore anteriormente o posteriormente...del resto l'ad di Porsche Alain Favey ha dichiarato che in futuro l'integrazione componentistica con VW sarà sempre più forte e che le Porsche potranno montare componenti VW a patto che il cliente non possa percepire la differenza...BRUUM!!!
La differenziazione tecnica è dunque in via di estinzione, uccisa dalle normative anti-inquinamento e di sicurezza passiva, che fanno salire enormemente i costi di progettazione. Le auto del futuro saranno quindi molto simili dove l'occhio non vede e molto diverse nel vestito esterno, mentre a personalizzare l'esperienza di guida saranno le regolazioni elettroniche di sterzo, cambio e motore, unite a piccole modifiche nella taratura delle sospensioni.
Ma la MQB non sarà l'unica piattaforma modulare del Gruppo VW. Con l'acquisizione di Porsche è necessario creare delle sinergie anche con gli altri marchi sportivi del gruppo. Le prossime generazioni di Audi R8, Bentley Continental, Lamborghini Gallardo e Porsche nasceranno tutte da una stessa base in grado di ospitare il motore anteriormente o posteriormente...del resto l'ad di Porsche Alain Favey ha dichiarato che in futuro l'integrazione componentistica con VW sarà sempre più forte e che le Porsche potranno montare componenti VW a patto che il cliente non possa percepire la differenza...BRUUM!!!
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lunedì 3 ottobre 2011
Volkswagen UP!, Seat Mii, Skoda Citigo. Fotocopie alla tedesca...
A Wolfsburg la sete di quote di mercato pare non finire mai. La leadership nel segmento C è sempre forte, la presenza in segmenti strategici come il B e il D è soddisfacente e anche buona parte delle nicchie di mercato sono coperte. Senza contare la cavalcata trionfale del marchio nobile di casa (Audi) che pare inarrestabile. È giunta quindi l'ora di attaccare anche il segmento A, lasciato sguarnito dai tempi della Lupo/Arosa, visto che il flop Fox non è nemmeno da considerarsi. Ecco allora la VW Up!, presentata in pompa magna al Salone di Francoforte, seguita a breve distanza dalla pubblicazione delle fotografie ufficiali delle sorelle Seat Mii e Skoda Citigo. Premesso che ancora non sono noti prezzi, allestimenti e motorizzazioni delle tre utilitarie, sorgono già dei dubbi. Se la Up! ha molto senso, dal momento che nessuna casa automobilistica può permettersi di lasciare sguarniti i settori del mercato dove si fanno i grandi numeri, ma dove si abbassa anche la media delle emissioni di CO2 dell'intero marchio (vero Aston Martin?), le sue omologhe Citigo e Mii lasciano quantomeno perplessi. Prima di tutto per il design, non esattamente da far girare le teste, e poi per il posizionamento sul mercato. In un segmento dove i margini sono ridottissimi, differenziare e posizionare sul mercato tre auto che sono praticamente la stessa, appare come una operazione ardita. Senza contare i problemi già noti dei due marchi "poveri" di VW, ovvero il rapporto qualità/prezzo di Skoda che è sempre meno conveniente e la brand image nebulosa di Seat, che non riesce a far decollare le vendite e rischia anche la soppressione del marchio. Vedremo che cosa si inventeranno all'ufficio marketing di Wolfsburg. BRUUUM!!!
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