Il mercato degli scooter europei è tradizionalmente diviso in due macro categorie, ruote alte e ruote basse. I primi privilegiano la stabilità a discapito dello spazio di carico e di una parte di versatilità, mentre i secondi fanno l'esatto opposto. Poi ci sono le vie di mezzo, come il Piaggio Beverly, che davanti ha il cerchio da 16 pollici e dietro da 14 pollici, cercando di coniugare il meglio dei due mondi. Quella che abbiamo provato a Livorno è la nuova generazione del Beverly, che arriva a venti anni esatti dal debutto del modello originale, un periodo in cui è stato uno degli scooter più di successo in Italia. Il nuovo scooter made in Pontedera si evolve per unire la versatilità, le doti dinamiche e con le prestazioni e il comfort di un gran turismo, confermando ed evolvendo una ricetta già nota. Il capitolato di progetto - spiegano i tecnici Piaggio - definiva uno scooter adatto sia al commuting urbano sia al turismo extraurbano, anche con passeggero. Per quest'ultimo utilizzo è senza subbio meglio scegliere il Beverly più potente. Ma andiamo con ordine. Rispetto alla generazione precedente, il design è diventato più affilato, anche grazie ai gruppi ottici a led e a un posteriore snello, quasi da moto. La sella, invece, ha guadagnato nel look e nelle finiture, visto che ora presenta un doppio rivestimento e doppie cuciture. Ma anche sotto la pelle è cambiato tutto, a partire dal telaio che è più simile a quello di una moto che di uno scooter; unisce una doppia culla in tubi di acciaio ad alta resistenza alla lamiera stampata. Per quanto riguarda le sospensioni, invece, sia la forcella con steli da 35 mm di diametro che gli ammortizzatori posteriori, con precarico regolabile su cinque posizioni, sono forniti da Showa. Altra grande novità sono i due nuovi motori Euro 5 di 300 e 400 cc, entrambi monocilindrici, con distribuzione a 4 valvole per cilindro, raffreddamento a liquido e iniezione elettronica. Queste unità sono state completamente riprogettate, a partire dalla camera di scoppio, per migliorare le prestazioni e allo stesso tempo ottemperare alle norme antinquinamento più recenti. Continua su La Stampa
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