Un calo dell’83%, e poi un altro tonfo prossimo al 100%. È quello che è successo al mercato automobilistico italiano in due mesi di lockdown causato dal coronavirus, con le vendite di auto nuove piombate vicino allo zero. Un botto che è risuonato come un’eco funerea in tutte le concessionarie italiane che dal 9 marzo hanno dovuto chiudere i battenti. In due mesi sono sparite più di 350.000 auto rispetto al 2019, perché non sono state acquistate, consegnate, targate o addirittura prodotte. In Italia ci sono circa 1.500 imprese − incluse quelle che trattano veicoli commerciali − operanti in questo settore, che vale 80 miliardi ogni anno e dà lavoro a oltre 160.000 persone. Un comparto strategico per il Paese che adesso naviga a vista, nella speranza di un rimbalzo degli acquisti che comunque non riporterà mai indietro le lancette del tempo. Continua su GQ
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