La Mazda MX-30 è la prima auto elettrica del brand giapponese. È lunga 4,4 metri e una batteria da 35,5 kWh, che sono sufficienti per circa 200 km di autonomia. C'è una certa dissonanza, dunque, tra l'utilizzo squisitamente urbano che suggerisce la capacità degli accumulatori e le dimensioni da C-SUV. Produrre batterie più piccole riduce le emissioni di CO2, ma non di sola coscienza ecologica vive l'uomo. Così la Mazda MX-30 sembra proporsi come prodotto di nicchia, perlomeno in attesa della versione dotata di range extender, cioè un piccolo propulsore termico adibito solo a generare elettricità e scollegato dalle ruote. Sarà un motore rotativo, una tecnologia in cui a Hiroshima non hanno mai smesso di credere, ma non arriverà prima del 2021. Alla fine di agosto, invece, arriverà la MX-30 “liscia” che è stata sviluppata partendo da una base nota - quella della CX-30 - modificata per le esigenze dell'elettrico, condita con un'estetica molto originale e rifinita con una messa a punto coerente con la filosofia del brand. Un'auto piena di stile, pensata per la città ma da guidare con soddisfazione. Noi l'abbiamo fatto, anche se quello che abbiamo stretto tra le mani era il volante di un prototipo ibrido, con le fattezze di una CX-30 e la sostanza della MX-30 che verrà, un'auto che ha l'ambizione di usare una parte del nome della MX-5, cioè la Mazda più famosa nel mondo. Continua su GQ
Follow me on instagram -- Alessandro Vai
Nessun commento:
Posta un commento