«Per quanto la Chevrolet Corvette a motore anteriore fosse un'auto fantastica era arrivata al limite del suo sviluppo. Per poter competere con le supercar europee l'unica strada era spostare il motore dietro». Con queste parole il Presidente di General Motors Mark Reuss ha spiegato benissimo come mai la nuova Chevrolet Corvette - l'ottava generazione di un'auto nata nel 1953 - ha scelto una soluzione tecnica molto cara alle sportive europee e praticamente sconosciuta a quelle americane. Ma probabilmente, più che le prestazioni pure, questa scelta è un fatto di marketing. Del resto la «vecchia» Corvette C7 a motore anteriore aveva anche vinto la sua categoria della 24 Ore di Le Mans nel 2015, quindi così male non doveva essere. No, l'aver trasformato la Corvette in una supercar vuol dire aver lasciato un segmento di mercato tradizionalmente appannaggio di brand come Aston Martin, Bentley, Jaguar, Maserati, Mercedes e Porsche, per lanciare la sfida al gotha delle supercar mondiali: Ferrari, Lamborghini, Koenigsegg, McLaren, Pagani ecc.ecc. Continua su GQ
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