Nel 2013 sul Grande Raccordo Anulare di Roma avviene un incidente un po' particolare. Un taxi si ferma sulla corsia di emergenza, il guidatore scende, espleta un bisogno fisiologico e poi torna alla macchina per risalire. Proprio in questo momento sopraggiunge una motocicletta che lo urta. Il motociclista viene sbalzato via e perde la vita a causa dell'impatto. A questo punto inizia un iter giudiziario, con l'automobilista indagato per omicidio colposo. Nel 2017 la corte d’appello di Roma conferma la decisione del Giudice per l’udienza preliminare, assolvendo il guidatore dell'auto perché il fatto non costituisce reato. I parenti della vittima, però, presentano ricorso in Cassazione, perché secondo loro nella sentenza non è stato valutato un fatto rilevante, cioè che il tassista aveva fatto una telefonata prima di occuparsi dei propri bisogni. Continua su La Stampa
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