Dal giorno in cui è nata, presumibilmente nel 1885, la motocicletta ha fatto sognare. Anche quando all'inizio sembrava poco più che una bici a motore, visto che la sua estetica si è sviluppata dopo la Seconda Guerra Mondiale, la moto ha sempre avuto a che fare con l'emozione. Un'emozione che si compone di due fattori, la contemplazione della bellezza e l'estasi dell'ascolto del rombo del motore. Sensazioni che rappresentano la libertà, la fuga dal mondo, una corsa oltre l’infinito. Continua su La Stampa
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