mercoledì 28 febbraio 2018
Battuta all'asta a Londra una Triumph speciale appartenuta a Brad Pitt
Che gli attori americani siano molto spesso appassionati e grandi collezionisti di auto, talvolta anche piloti come Paul Newman, Steve McQueen o più di recente Patrick Dempsey, non è certo una novità. E' molto più raro, invece, che amino le motociclette che del resto negli Stati Uniti sono considerati come un prodotto di nicchia. A parte Keanu Reevs che ha addirittura fondato un proprio marchio di motociclette, George Clooney che ama le Harley-Davidson e Ewan McGregor che è un testimonial ufficiale della Moto Guzzi, non ci sono molti altri protagonisti del jet set di Hollywood che si associano facilmente alle due ruote. Da oggi, tuttavia, in questo ristretto club entra anche Brad Pitt, sulla cui passione motociclistica non possiamo sbilanciarci troppo ma che fino a poco tempo fa è stato proprietario di una Triumph molto particolare. Continua su La Stampa
martedì 27 febbraio 2018
Halo e la “Grande Bruttezza” delle nuove Formula 1
Se gli americani di Liberty Media intendono affossare completamente l’appeal che la Formula 1 ha avuto per tanti anni sugli appassionati, sono sicuramente sulla strada giusta. Se invece l’aver acquistato il business della F1 da Bernie Ecclestone prevedeva anche qualche forma di guadagno, allora qualcosa non va. Lasciamo stare la polemica sulla scomparsa delle ombrelline dalla griglia di partenza, in nome di non meglio precisati valori e di un supposto rispetto delle norme sociali di oggi. Che poi non sono proprio gli americani quelli che hanno inventato le ragazze pon pon o cheerleader, che dir si voglia? Lasciamo stare anche la nuova gestione dei diritti televisivi che ha estromesso del tutto la televisione pubblica in favore di TV8, che comunque trasmetterà solo quattro gare in diretta in chiaro (Monza, USA, Messico e Abu Dhabi). Lasciamo stare pure il complesso e difficilmente comprensibile regolamento tecnico, che ha portato alla progettazione di monoposto che hanno lo stesso sound dell’aspirapolvere di casa. Continua su Autoappassionati
lunedì 26 febbraio 2018
Volkswagen Corrado, per quelli a cui la Golf non bastava
A metà Anni 80 l’economia europea cresceva senza sosta, il debito pubblico era un problema di poco conto e la crisi era ancora lontana. Anche le case automobilistiche andavano a gonfie vele e potevano ancora permettersi di progettare e costruire auto per il piacere di farlo, o magari solo per pochi clienti, senza dover fare i conti con una spada di Damocle chiamata profittabilità. È stata questa economia ancora florida a rendere possibile la creazione di automobili come la Volkswagen Corrado, che è stata prodotta dal 1988 al 1995 e ha avuto l'ottima compagnia di modelli come la Fiat Coupé e la Opel Calibra, tanto per citare un paio di sportive vendute da marchi generalisti che rappresentavano i sogni possibili dei ragazzi degli Anni 90. Auto che oggi non esistono praticamente più (ed è un peccato). Continua su La Stampa
venerdì 23 febbraio 2018
eco-Up!, Polo TGI e Golf TGI: la gamma metano Volkswagen ai raggi X
Se il futuro a medio-lungo termine della Volkswagen è indirizzato verso la trazione elettrica, il presente parla anche del metano, oltre che dei classici benzina e diesel, e lo fa in un modo davvero molto interessante. La piattaforma MQB, infatti, è stata pensata sin dall’inizio per essere quanto mai flessibile e dunque anche adatta a ricevere le bombole necessarie per stoccare il gas naturale. Sia la Polo sia la Golf, infatti, sono perfettamente bi-valenti e non hanno i limiti dei vecchi modelli mono-valenti di Wolfsburg che potevano rifornire solo qualche litro di benzina, come per esempio la Touran. Oggi solo la eco-Up! è omologata come mono-valente, perché viste le sue dimensioni ridotte è davvero difficile trovare spazio sia per la bombola del metano che per il serbatoio del diesel. Continua su Autoappassionati
giovedì 22 febbraio 2018
Moto Guzzi V7 III Carbon, una serie speciale tra passato e futuro
Ogni marchio può vantare alcuni modelli che più di altri hanno fatto la storia. Nel caso della quasi centenaria Moto Guzzi ce ne sono diversi, ma uno di questi è senza ombra di dubbio la V7. Il motivo è semplice e risale al 1965, quando la V7 700 fu la prima Guzzi a inaugurare la disposizione del motore che le moto di Mandello del Lario utilizzano ancora oggi, cioè quella con motore a V di 90 gradi longitudinale dal suono inconfondibile e la trasmissione a cardano. All’epoca la V7 aveva dato vita a una fortunata stirpe di discendenti, compresa la mitica e rarissima V7 Sport 750 “telaio rosso”. Ad ogni modo, dopo qualche anno la sigla V7 è sparita dalla produzione Moto Guzzi, salvo poi ritornare nel 2007, a oltre quarant’anni di distanza, con una nuova V7. Continua su La Stampa
mercoledì 21 febbraio 2018
Citroën Type-H, il furgone più amato di Francia compie 70 anni. E il nuovo Jumper lo imita
Girando per Parigi o per qualche paesino francese è ancora possibile imbattersi in qualche strano camioncino, proprio come accade da noi con il “Lupetto” o il Leoncino della OM, solo che oltralpe si tratta del Citroën Type-H che ha avuto una lunga storia iniziata nel 1947 e terminata nel 1981 dopo 473.289 esemplari costruiti. Una vera colonna portante dei veicoli commerciali francesi che oggi rivive in una piccolissima serie limitata che ne celebra il settantesimo anniversario, creata partendo da un normalissimo Citroën Jumper a cui viene sostituita quasi interamente la parte anteriore. È una trasformazione ufficiale, autorizzata dalla filiale italiana della Casa francese e realizzata dalla Caselani Automobili, con un costo complessivo di 21.800 euro che non sono pochi ma che garantiscono un risultato di grande impatto visivo. Continua su La Stampa
lunedì 19 febbraio 2018
Mercedes G 63 AMG, 585 CV di pura follia tedesca
Partiamo dal presupposto che ogni auto che voglia definirsi sportiva non dovrebbe essere più alta di un metro e venti, al massimo un metro e trenta. Come una Porsche 911 per intenderci. Beh, forse possiamo arrivare a un metro e cinquanta perché tenere fuori un oggetto come la Focus RS sarebbe un peccato mortale. In ogni caso, un metro e mezzo è davvero il massimo, dopodiché entriamo nel territorio dei fuoristrada e dei veicoli commerciali. Tuttavia, ogni regola ha le sue eccezioni e la nuovissima Mercedes G 63 AMG con il suo bel metro e novantatré ne è l’esempio perfetto. C’è qualcosa di perverso, dal punto di vista ingegneristico, nel voler infilare sotto il cofano di un’auto che è nata espressamente per resistere e avanzare nel fuoristrada più puro il motore di una supercar. Continua su Autoappassionati
venerdì 16 febbraio 2018
Mercedes Classe B Tech, la prova su strada
La Classe B la conosciamo bene, è uno dei pilastri della gamma a trazione anteriore di Mercedes, seconda per popolarità solo alla Classe A, con cui condivide gran parte della meccanica. Presentata nel 2005 e rinnovata radicalmente nel 2011 – in concomitanza con il cambio di piattaforma che la Casa di Stoccarda ha operato per tutte le compatte – è giunta ora verso la fine del suo ciclo di vita e verosimilmente nei prossimi mesi vedremo il debutto della terza generazione che arriverà poi sul mercato nel corso del 2019. Così, per aumentare l’appeal di un modello non più giovanissimo e stretto nella morsa di crossover di ogni tipo, Mercedes ha deciso di lanciare tre nuove versioni della Classe B definite come serie speciale “Tech”. L’idea è quella di rendere l’allestimento più ricco, in particolar modo di contenuti tecnologici, rendendo allo stesso tempo il prezzo più invitante. Continua su Autoappassionati
giovedì 15 febbraio 2018
Moto E, la MotoGP diventa elettrica
È ufficiale, dal 2019 il motomondiale si arricchirà con una nuova categoria, la Moto E, dove l’ultima lettera indica inesorabilmente la natura delle motociclette che ne faranno parte, ovvero 100% elettriche. Se ora state rileggendo le prime due righe con aria basita, ricordatevi che già da tre anni esiste un campionato simile nelle quattro ruote, la Formula E, che tra un paio di mesi correrà anche in Italia e precisamente a Roma tra i palazzi dai marmi bianchi del quartiere Eur. E’ il progresso e non si può fermare, soprattutto quando sia le Case automobilistiche che quelle motociclistiche stanno virando prepotentemente verso l’elettrico e hanno la necessità di spiegare al grande pubblico che guidare un mezzo che di base ha lo stesso motore del frullatore di casa può anche essere divertente. E in effetti la Formula E è spesso avvincente, anche perché le monoposto sono praticamente uguali tra loro, sebbene le prestazioni non siano nemmeno paragonabili a quelle della Formula 1: i cavalli di potenza sono circa 250 e la velocità massima è di 225 km/h. Continua su GQ
mercoledì 14 febbraio 2018
Quanta ex-Germania Est c'è nell'industria dell'auto tedesca?
Nell'immaginario collettivo la Repubblica Democratica Tedesca è rappresentata dai famigerati servizi segreti della Stasi, dalla bizzarra Trabant e da un paio di film come Goodbye Lenin e Le vite degli altri. Ma quello Stato che è cessato di esistere il 3 ottobre del 1990, giorno ufficiale delle riunificazione tedesca, era ovviamente molto di più, dal punto di vista sociale, politico, economico e culturale. Del resto oltre quaranta anni di storia non ci cancellano con una firma ed un colpo di spugna, specialmente quando si parla di cose ben tangibili, come edifici e fabbriche. Perché se è vero che nella DDR si producevano sostanzialmente solo le Trabant e le Wartburg, è altrettanto vero che le due Germanie avevano economie assai diverse, con quella dell'Est che a fatica produceva la metà della ricchezza di quella dell'Ovest e versava in uno stato di arretratezza cronico. Continua su Omniauto
martedì 13 febbraio 2018
Fiat Tipo, la regina delle compatte italiane compie 30 anni
Nel 1988, un anno prima della caduta del Muro di Berlino, Fiat lanciava sul mercato la Tipo. Era il 26 gennaio e da lì a poco Alberto Tomba sarebbe diventato noto al grande pubblico vincendo il suo primo oro olimpico a Calgary. Ma il 1988 è anche l’anno della prima liberazione di Nelson Mandela, della nascita del Salone del Libro di Torino, della morte di Enzo Ferrari e dei nove oscar vinti da “L’ultimo Imperatore” di Bertolucci. Per la Fiat, invece, la Tipo è la prima auto sviluppata su una inedita piattaforma modulare dalla quale nasceranno poi tantissimi altri modelli, dalle Lancia degli Anni 90 come la Delta II e la Lybra, fino alle Alfa Romeo GTV e Spider; senza contare che sull’evoluzione di questo pianale sono state sviluppate anche le Alfa 147 e 156. Continua su La Stampa
lunedì 12 febbraio 2018
Alla scoperta della Porsche di Lipsia, dove nascono Cayenne, Macan e Panamera
Quando si parla della Porsche la mente va subito a Stoccarda, Zuffenhausen per i più precisi, e si tende a dimenticare che il marchio tedesco ha ben sette stabilimenti in tutta la Germania, tra cui quello di Lipsia che produce circa 40.000 auto all'anno, sulle quasi 250.000 che Porsche vende in tutto il mondo. Qui, nel territorio che una volta apparteneva alla Repubblica Democratica Tedesca, vengono costruite le Cayenne, le Macan e le Panamera, per un totale di venti varianti di modelli e undici diverse motorizzazioni. La ricerca della qualità è totale e investe ogni minimo dettaglio della vita all'interno dello stabilimento e dei suoi processi, tanto che nel 2017 è stato premiato come miglior impianto automotive al mondo da J.D. Power. Costruito nel 2000 e ampliato più volte - 2006, 2011, 2015 - all'inizio impiegava 270 persone che ora sono diventate 4.100 e lavorano su tre turni, costruendo 600 automobili al giorno di cui quasi la metà sono Panamera. Continua su Omniauto
venerdì 9 febbraio 2018
Keanu Reeves “surfa” in sella a una delle sue Arch Motorcycles
Se per il grande pubblico Keanu Reeves è famoso specialmente per i suoi film, gli appassionati di moto sanno che l’attore americano è anche proprietario di un marchio motociclistico, la Arch Motorcycle. È una piccola factory fondata sei anni fa che crea moto su misura a un prezzo...commisurato. Per portarsi a casa una Arch, infatti, bisogna preventivare una spesa di almeno 80.000 dollari, aspettare tre mesi per la produzione e apprezzare il genere custom. A quel punto si può scegliere tra una gamma che comprende tre modelli: la KRGT-1, la 1S e la Method 143 che condividono la stessa base tecnica e interpretano in tre modi diversi il concetto di cruiser e cafè racer. Continua su La Stampa
martedì 6 febbraio 2018
Nuova Mercedes Classe A 2018, direttamente dal futuro
Più grande, più sicura e molto più tecnologica. Ecco tre aggettivi perfetti per descrivere la nuova generazione della Mercedes Classe A, che in attesa del rinnovamento delle concorrenti premium – Audi A3 e BMW Serie 1 su tutte – si pone senza ombra di dubbio come leader del segmento. Se sulla vecchia Classe A si poteva storcere il naso per il sistema di infotainment, l’inedito MBUX (Mercedes-Benz User Experiece) sgombra il campo da ogni dubbio, ornando la plancia con un doppio display disponibile in tre misure diverse, fino a 10,25 pollici . A un impatto visivo di primo livello corrisponde una lunga lista di software e funzioni, che vanno dalla connessione internet integrata, allo schermo finalmente touch, dalle comunicazioni car-to-x (attraverso cui l’auto si interfaccia con lo scenario circostante) all’head-up display e ai comandi vocali naturali. Basta dire “Hey Mercedes” per attivarli e comunicare anche semplici esigenze pronunciando frasi come “ho caldo” per attivare il climatizzatore. Continua su GQ
lunedì 5 febbraio 2018
C’è una moto elettrica nel futuro dell’Harley-Davidson
Di solito una Harley-Davidson prima si sente e poi si vede, grazie a quel suono inconfondibile (brevettato anni fa) che arriva all’orecchio anche da dietro una curva, prima che l’occhio veda la moto percorrerla. Nei prossimi anni, però, questa regola potrebbe anche cambiare in favore di una presenza su strada più silenziosa, perché a Milwaukee hanno deciso di produrre anche una moto elettrica. L’ufficialità è arrivata qualche giorno fa in una conferenza, dove peraltro sono stati annunciati tagli ai posti di lavoro e la chiusura di uno stabilimento. Il progetto che porterà alla nascita della moto elettrica si chiama LiveWire ed è partito quattro anni fa, ma per vedere la moto fatta e finita bisognerà aspettare un altro anno e mezzo. Per ora, dunque, le bocche sono cucite e non c’è alcuna informazione sul possibile nome di questa Harley elettrica. Quello che si sa riguarda l’autonomia, che dovrebbe raggiungere almeno i 100 km, e le prestazioni, con una accelerazione da zero 0 a 60 miglia orarie completata in 4 secondi, un tempo paragonabile a quello di buona parte delle moto stradali. Continua su La Stampa
domenica 4 febbraio 2018
Audi RS6 Nogaro Edition, una “giardinetta” da 320 km/h
Se la Audi RS 6 Nogaro Edition non è la station wagon più veloce del mondo è solo a causa della Brabus 850, una specie di mostro creato da uno dei più famosi tuner tedeschi, che definire auto di serie è un esercizio di dialettica. Non che questa serie speciale della “giardinetta” tedesca sia inferiore in termini di esclusività, ma facciamo un passo indietro. Per chi non la conoscesse, la RS 6 è un’icona della Casa di Ingolstadt. Una delle espressioni più alte della sportività e delle prestazioni intese alla maniera dell’Audi, che negli anni ha attraversato l’evoluzione tecnica del marchio, montando anche (in passato) un motore di derivazione Lamborghini. Continua su GQ
giovedì 1 febbraio 2018
Auto da record: 80 anni fa una Mercedes “volava” a 432,7 km/h
Se pensate che le auto d'epoca fabbricate nella prima metà del secolo
scorso siano poco più che carrozze lente e impacciate, dovrete
ricredervi, perché proprio in questi giorni ricorre l'ottantesimo anniversario del record di velocità stabilito da Rudolf Caracciola (tedesco di remote origini italiane) su strada aperta al pubblico pubblica. Caracciola era al volante della Mercedes-Benz W 125 a dodici cilindri
progettata appositamente: un “mostro” da 5,6 litri di cilindrata,
sovralimentato con un compressore Roots, che erogava oltre 900 Nm di
coppia e oltre 730 CV. Con questo motore la
W125 toccò i 432,7 km/h sul chilometro lanciato lungo l’autostrada tra
Francoforte sul Meno e Darmstadt. Continua su La Stampa
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